GIOVANI ALLIEVI

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  1. alexange
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    Anche quì metto la mia storia sulle avventure degli allievi di Hokuto.
    Mi raccomando, aspetto commenti e pareri... non siate troppo severi! :P
    Buona lettura!

    GIOVANI ALLIEVI



    1a PARTE

    Erano passate solo alcune ore da quando il giovane Raoul aveva scalato quell’altissima roccia con l’aiuto di un braccio solo per portare con se il suo amatissimo fratello.
    Ryuken di fronte al coraggio di quel ragazzino si era dovuto convincere ad adottare entrambi.

    CAPITOLO 1: Il coraggio del piccolo Re di Hokuto

    Il giovane Raoul stava dormendo su un comodo e morbido letto, nel sonno i pensieri erano confusi ma quel sogno sembrava così reale…
    […Lui tiene in braccio Kenshiro, al suo fianco suo fratello Toki e vicino a loro una grande cascata…una donna si avvicina…gli strappa dalle braccia Kenshiro e lo porta via…poi altre immagini si presentano in maniera scoordinata…l’uomo chiamato Ryuken con un lungo mantello nero…suo fratello Toki accasciato a terra privo di sensi, con una gamba ferita…Hyo che tra le acque agitate di quel mare lo supplica, anzi lo prega, di proteggere il suo fratellino Kenshiro…]
    Tutti questi pensieri in rapida successione gli tornarono alla mente quando improvvisamente Raoul si svegliò.
    Sdraiato sul letto, in una grande stanza buia, aveva il busto e le spalle bendate, provava un forte dolore, si alzò lentamente e di colpo si ricordò della sua impresa di qualche ora prima… poi? Cosa era accaduto? Non ricordava come era arrivato lì, l’unica cosa che ricordava era che arrivato in cima alla roccia sentiva un dolore lancinante in tutto il corpo e di fronte al Maestro aveva perso i sensi. Dove si trovava Toki?
    All’ improvviso dimenticò il dolore e uscì dalla stanza, percorse correndo una rampa di scale per scendere al piano inferiore quando si trovò di fronte al Maestro, lo guardò con sguardo minaccioso.
    Dopotutto se Toki si era ferito era tutta colpa di quell’uomo! Come gli era saltato in mente di farli cadere in quel precipizio? Perché avrebbe portato con se solo chi dei due sarebbe risalito prima? Possibile che non si fosse reso conto che Toki non sarebbe mai riuscito a risalire quella roccia?
    - Mio fratello era ferito maledetto! dove si trova ora? – si rese conto in quel momento che aveva pronunciato quelle parole gridando.
    - Giovane Raoul, sono contento di sapere che ti sei ripreso, tuo fratello si trova in quella stanza e la sua gamba è appena stata medicata - il Maestro Ryuken indicò la porta di una stanza alle sue spalle.
    Lo sguardo di Raoul si fece più dolce e Ryuken continuò a parlare:
    - Ho deciso di adottare entrambi… ma addestrerò solo te alle arti della Divina Scuola di Hokuto, hai dimostrato un grande coraggio e una forte determinazione, ma attento… non basta…ci vuole molto di più per diventare un Maestro di Hokuto, è il Kempo più potente che esiste… -
    Fece una pausa e osservò lo sguardo meravigliato del ragazzo, poi continuò: - Jukey vi ha affidato a me, ma se non ti rivelassi in grado di farcela, non esiterei a riportare te e tuo fratello accanto al fiume dove vi ho trovati -
    Raoul lo guardava fisso negli occhi: - Sì Maestro, ma…mio fratello… -
    - Lui potrà rimanere, ma può esserci un solo successore della Divina Scuola…la regola è questa…inoltre non penso che Toki sia in grado di affrontare il duro addestramento. Raoul domani inizieremo le tue esercitazioni. -
    Ryuken se ne andò senza dire altro, Raoul lo fissava con occhi freddi come ghiaccio…lo stava studiando… era un uomo molto alto, imponente e di sicuro doveva essere molto forte… Bene! Lui aveva bisogno di un grande Maestro! Dopo quella breve riflessione entrò nella stanza dove si trovava Toki.
    - Toki….Toki stai bene? -
    Suo fratello minore, seduto su una sedia, stava contemplando la sua fasciatura, la gamba gli faceva ancora molto male, non ricordava molto di quanto era accaduto ma Ryuken, mentre si occupava della sua medicazione, gli aveva raccontato come suo fratello lo aveva portato in cima a quella roccia e del coraggio che aveva dimostrato.
    - Sì Raoul… io sto bene, ma sei ferito anche tu! Perché l’ hai fatto? -
    Con gli occhi colmi di lacrime aggiunse: - Io… non dimenticherò mai quello che hai fatto per me…-
    Raoul si avvicinò a suo fratello prendendogli le spalle: - Non devi preoccuparti, io non ti avrei mai abbandonato…sei mio fratello! Noi staremo sempre fianco a fianco. Sai… domani inizierò l’addestramento con Ryuken… ha detto che la Divina Scuola di Hokuto è l’arte marziale più potente che esiste… -
    Raoul sentì il suo volto divampare e il suo cuore accelerare i battiti mentre pronunciava quelle parole “ L’Arte marziale più potente che esiste “
    - Io…diventerò imbattibile! -sussurrò a se stesso.
    Toki guardò il fratello con grandi occhi spalancati e azzurri come il cielo: - Ce la farai… ne sono sicuro, potrai esaudire il tuo più grande desiderio…perché tu sei forte! -
    Il volto di Raoul si illuminò in un sorriso.
    Poco dopo una figura femminile entrò nella stanza portando due vassoi di cibo e Toki, sorpreso, la riconobbe: - Ma tu sei… -
    - Sì. Mi chiamo Kira…vivo qui e mi occupo del palazzo. Mi sto prendendo cura io del piccolo Kenshiro. Il Maestro Ryuken mi ha inviato da voi nei pressi della grande cascata per prendere il piccolo e portarlo qui al palazzo di Hokuto. -
    Raoul ricordò allora che, alcuni giorni prima, quella donna si era presentata davanti a loro e aveva preso con se Kenshiro dicendo che loro non avrebbero potuto occuparsi di un neonato, con loro il piccolo avrebbe patito il freddo e la fame.
    Raoul non poteva dimenticare la promessa fatta a Hio, aveva giurato di proteggere Ken e per questo motivo non si era opposto al volere della donna.
    - Non preoccupatevi il bimbo sta bene, ma adesso mangiate…dovete essere affamati. -
    Dopo aver consumato la cena i due ragazzi furono accompagnati da Kira nella stanza che lei stessa aveva predisposto come la loro camera da letto. I ragazzi mentre camminavano si resero subito conto di quanto doveva essere grande quel palazzo, ovunque c’erano enormi stanze e lunghi corridoi. Kira mostrò loro anche la sua camera dove al momento era stata disposta la culla in cui il piccolo Kenshiro stava riposando beato.
    La loro era una stanza molto ampia, con una grande finestra che si affacciava sull’enorme giardino che circondava il palazzo.
    Quella notte, la costellazione dell’ Orsa Maggiore brillava più del solito nel cielo.
    Raoul dal suo letto guardava la finestra e fu come incantato dallo splendore delle Sette Stelle. Si girò a guardare il fratello che si era già addormentato, gli sembrava così fragile e indifeso, ma non c’ era ragione di preoccuparsi, ci sarebbe stato lui a proteggerlo per sempre!
    Un ultimo pensiero, prima di sprofondare nel sonno, lo dedicò alla sua terra, a suo fratello maggiore Caio e a sua sorella Sayaka, infine pensò anche a Hio e alla sua promessa.
    Fu con il volto illuminato dalla luce della luna e delle Sette Stelle che piano piano cadde nel sonno.



    CAPITOLO 2:
    Spirito guerriero


    Toki aveva deciso che se il Maestro Ryuken gli aveva permesso di rimanere al palazzo di Hokuto offrendogli da mangiare e da dormire, lui si sarebbe dato da fare per guadagnarsi il suo posto all’interno del palazzo, avrebbe guadagnato il suo rispetto e non lo avrebbe mai fatto pentire di quella scelta.
    Nelle settimane passate aveva legato molto con Kira, adorava quella donna che aveva un gran carisma, si faceva in quattro per portare avanti i lavoretti di ogni giorno al palazzo e, nei suoi confronti e in quelli di suo fratello Raoul, era sempre molto premurosa. Toki spesso sorrideva al pensiero di quanto suo fratello, invece, si lamentasse delle costanti attenzioni che la donna rivolgeva a entrambi.
    Da quando Raoul aveva iniziato le sue lezioni con Ryuken, loro non avevano più molto tempo da trascorrere insieme e per Toki i momenti migliori della giornata erano quando la sera Raoul gli raccontava quello che aveva imparato con Ryuken (anche se le loro discussioni duravano sempre poco perché il più delle volte il fratello era stremato dalla stanchezza e molto presto piombava in un sonno profondo) o quando insieme a Kira si occupava del piccolo Kenshiro… al quale era molto affezionato.
    Da parte sua Kira apprezzava tantissimo il suo aiuto e si era rassegnata a sentir parlare del Paese degli Shura perché per tutto il giorno Toki non faceva che raccontare di come lui e i suoi fratelli avevano trascorso la vita prima della terribile guerra che aveva messo in ginocchio la loro terra e aveva indotto il Maestro Jukey a organizzare la loro partenza.
    Kira amava quel ragazzino, nutriva per lui un amore quasi materno, lo considerava un po’ come quel figlio che il cielo aveva deciso di negarle.
    Non c’ era angolo del palazzo che Toki non conoscesse, lo aveva esplorato in lungo e in largo e nell’ immenso giardino che lo circondava aveva scoperto un angolo di prato nascosto da grandi alberi dove andava a riposare quando si sentiva stanco. Solo lui e Raoul conoscevano quell’angolo di paradiso.
    Durante la giornata il più delle volte il suo pensiero era rivolto a suo fratello maggiore e spesso si recava di nascosto nei pressi della palestra…per osservarlo durante i suoi allenamenti con Ryuken.
    Accidenti… ma come poteva Raoul sopportare tutti quei colpi?si chiedeva.
    Un giorno mentre stava aiutando Kira ad occuparsi di Ken...
    - Kira…ma l’addestramento alla Divina Scuola di Hokuto è davvero durissimo…-
    La donna si voltò verso di lui accigliata…le mani poggiate sui fianchi:- Non dirmi che sei di nuovo andato a spiarli…Toki…se il Maestro Ryuken ti dovesse scoprire…-
    Toki la interruppe:- Lo so…è che non capisco come faccia mio fratello a sopportare tanto…-
    - Non chiedermelo…Ryuken dice che è un ragazzo molto forte…il suo orgoglio è smisurato...non si arrende mai..-
    - Sì..il suo desiderio più grande è quello di diventare l’uomo più forte del mondo…dice che presto la guerra coinvolgerà anche queste terre e ci sarà da combattere…secondo te ha ragione?-
    Kira sospirò profondamente:- E’ possibile…per quel che ne so io i conflitti non accennano a diminuire…-
    Entrambi stettero qualche secondo senza parlare eToki si accorse che gli occhi della donna erano diventati lucidi. Kira poco dopo prese kenshiro fra le braccia dicendo: - ora se non ti dispiace… tenterei di farlo addormentare…-
    Toki decise di andare in giardino…il suo umore era cambiato…aveva bisogno di stare solo…parlare della guerra e pensare alla sua terra piegata da quei violenti scontri lo faceva sentire triste e angosciato…si diresse quindi verso il suo angolo di paradiso nascosto…arrivato lì si distese sul prato sotto l’ombra degli alberi…Ma perché esisteva la guerra? Che senso avevano tutte quelle battaglie?...a cosa avrebbero portato se non ad altri conflitti?Lui proprio non riusciva a capire…
    Improvvisamente qualcosa vicino a lui catturò la sua attenzione…notò a pochi passi da lui un pappagallo agonizzante… con una zampa ferita…lo raccolse e si avviò a grandi passi verso il palazzo…quando vide Raoul venirgli incontro: - Eccoti finalmente…ma che stai combinando?-
    - Guarda Raoul… è ferito…-
    - Si lo vedo…che vuoi fare?-
    - Curarlo naturalmente…-
    Raoul lo guardava incerto:- Curare un pappagallo…ma sei sicuro?-
    - Certamente…vediamo se riesco a fasciare questa zampa…-
    Toki si avviò velocemente verso l’entrata del palazzo, Raoul scoppiò a ridere e seguì il fratello.
    Poche settimane dopo il pappagallo era in grado di volare…la zampa era guarita e ormai Toki lo teneva sempre con se…lo aveva chiamato KoKo e i due erano inseparabili.
    Una mattina come tante Kira chiese a Toki di andare al fiume per lavare alcuni panni sporchi…più tardi…nella sua stanza si stava occupando di Ken quando improvvisamente si accorse che Raoul dalla porta la stava osservando…la guardava sempre con aria minacciosa…a volte le pareva che quel ragazzo la controllasse…forse non si fidava di lei? Raoul si accorse di essere visto e dopo averle lanciato un' occhiata fulminante se ne andò.
    Kira iniziò allora a riflettere su quei due fratelli...sembravano andare molto d’accordo...come potevano essere così legati pur essendo tanto diversi?
    Toki era un po’ più basso di suo fratello maggiore…aveva un viso pulito, sincero…con grandi occhi azzurri, aveva i capelli castani lunghi fino alle spalle, tenuti leggermente indietro da una fascetta azzurra che portava sulla fronte. Lei considerava Toki un ragazzo davvero speciale…sempre cordiale, disponibile…e soprattutto di una bontà infinita.
    Raoul aveva invece i capelli corti e occhi neri come il carbone, era un ragazzo molto schivo e taciturno…con lui non era riuscita a stabilire nessun tipo di rapporto…ormai erano passati alcuni mesi da quando erano arrivati al palazzo…ma le poche parole che lui le aveva rivolto erano sempre state fredde e distaccate. Eppure… l’affetto che i due ragazzi mostravano l’uno per l’altro era inimmaginabile…cosa avevano in comune quei due?
    Lo capì poche ore più tardi…
    Quel giorno un uomo senza cuore ne anima aveva ucciso il pappagallo di Toki per puro divertimento... il ragazzo aveva reagito scatenando tutta la sua furia… sotto gli occhi di Ryuken e di suo fratello maggiore.
    Ryuken spalancò la porta della grande cucina dove Kira stava lavorando…
    - Kira…d’ora in avanti Toki non avrà più tempo per aiutarti nelle faccende…inizierò da domani ad addestrarlo alla Divina Arte…-
    Kira sgranò gli occhi…forse aveva capito male…
    - Oggi ho visto in quel ragazzo grandi potenzialità…ho colto in lui la giusta rabbia… un legittimo spirito di vendetta…e una discreta abilità nel portare i colpi…sospetto che abbia spiato le esercitazioni di Raoul in palestra…-
    Kira era incredula…aprì la bocca per parlare ma non riuscì a dire nemmeno una parola mentre osservava Ryuken uscire dalla cucina.
    Quella sera Raoul saltò la cena…nella stanza da letto rifletteva…ancora non riusciva a credere a quello che aveva visto…dunque suo fratello era in grado di combattere…gli pareva assurdo…e non solo…un giorno loro due avrebbero dovuto battersi per la successione di Hokuto…
    In quel momento Toki entrò nella stanza.
    Il suo sguardo era basso…non lo stava guardando negli occhi… Raoul si chiese il perché…non aveva fatto nulla di male…anzi…
    - Ho colpito quel balordo perché mi ha fatto arrabbiare…io… ti giuro…non ho mai provato tanta rabbia…KoKo era diventato mio amico…-
    Aveva pronunciato quelle parole come per giustificarsi…ma nel suo cuore non era affatto pentito…lui voleva imparare a combattere!! Ma involontariamente il suo volto si rigò di lacrime…
    - Hai fatto bene a colpirlo…se l’è cercata…certa gente non merita nessuna pietà…Toki ricordati di proteggere sempre tutto quello a cui tieni davvero!-
    Toki lo guardò asciugandosi le lacrime, poi disse:- Come tu hai sempre fatto con me?-
    - Si ma ora diventerai in grado di proteggerti da solo…-
    Ora Toki aveva un’espressione divertita e sorridendo disse:- Già… e chissà se saprò proteggermi anche da te…-
    Raoul ridendo rispose:- Non esagerare fratellino…sono comunque tuo fratello maggiore!-
    Poi… con occhi seri aggiunse: - Adesso promettimi che se un giorno dovessi commettere qualche errore tu mi verrai a cercare per fermarmi in tempo!-
    - Te lo giuro…Raoul! - Fu la risposta di suo fratello.
    Toki sperava che Raoul non si fosse ancora addormentato quando dal suo letto disse: - Hey Raoul…la vedi la Costellazione dell’Orsa Maggiore? Secondo me è la costellazione più bella del cielo… -
    Dopo qualche istante Raoul rispose:- L’ ho sempre pensato anche io!-
    Entrambi erano consapevoli che il loro destino aveva cambiato il suo corso…un giorno…loro sarebbero stati avversari e quello scontro sarebbe stato all’ultimo sangue…evidentemente questa era la volontà di Hokuto.



    CAPITOLO 3:
    Due nuovi rivali


    Ryuken (Ramon Kasumi), 62° successore della Divina Scuola di Hokuto, non era sicuro di aver preso la decisione giusta.
    Questo non era affatto un buon segno perché da tutti coloro che lo conoscevano lui era chiamato il Saggio Ryuken…
    Quel pomeriggio percorreva avanti e indietro il salone del Palazzo di Hokuto tenendo in mano il messaggio che il compagno d’arte Jukey (Maestro della Scuola di Hokuto Gemmy) gli aveva inviato qualche anno prima da quell’isola che era chiamata il Paese degli Shura.
    Quella terra stava diventando scenografia di una terribile guerra fra gli Shura, maestri di una potente arte assassina, e le altre scuole di arti marziali…tutto questo avveniva per ottenere la supremazia e il totale controllo dell’ Impero.

    “Ryuken…come avevi previsto gli Shura hanno iniziato la loro rivolta contro le altre Scuole…il loro accanimento è disumano…lottiamo contro Demoni…è con grande rabbia e dolore che ti informo di un attentato avvenuto ieri sera al Palazzo della Dinastia principale di Hokuto…questo ha causato la perdita di molte persone care a Hokuto tra cui Leda (madre di Caio, Raoul, Toky e Sayaka). Noi la ricorderemo sempre per il suo grande gesto di amore e coraggio…ha perso la vita per salvare dalle fiamme del Palazzo i piccoli Hio e Kenshiro!
    Ryuken, ho deciso di inviarti al di là del mare Raoul, Toki e Kenshiro... non possiamo permettere la fine di 1800 anni di storia e tradizioni…Kenshiro, come suo fratello Hio appartiene alla Dinastia Principale di Hokuto e deve al più presto iniziare l’addestramento…ti sottolineo anche le potenzialità del piccolo Raoul…potrebbe diventare un grande allievo.
    Il mio consiglio è quello di addestrare più di un allievo…al fine di designare un successore che, essendo abile nell’arte marziale più potente al mondo, avrà il compito di porre fine ai massacri e riportare ovunque la pace!
    Questa guerra sta diventando una minaccia per il mondo intero…il nostro compito è quello di continuare a combattere…se è vero che presto solo la violenza potrà rendere giustizia…L’ Hokuto regnerà sovrano…è questa la nostra speranza! “

    Ryuken conosceva bene le regole della sua Disciplina e le aveva sempre rispettate…la Divina Scuola di Hokuto aveva bisogno di un unico successore…l’arte doveva essere tramandata di padre in figlio…ma lui non aveva eredi!
    Ricordava ancora il giorno in cui aveva lasciato quel Paese andando contro il consiglio di Jukey, preoccupato per le sorti dell’Hokuto, aveva portato con sé due orfani, Jagger e Kim, i quali erano però ancora troppo giovani per iniziare l’addestramento, così Ryuken, una volta arrivato nel continente, li aveva affidati a una famiglia di sua conoscenza in attesa che fosse arrivato il momento opportuno.
    Ora il momento era giunto!
    Tuttavia la situazione da allora era cambiata…da qualche anno aveva iniziato ad addestrare Raoul e in seguito Toki ed entrambi si stavano rivelando ottimi allievi…inoltre, come Jukey aveva sottolineato nel suo messaggio, Kenshiro apparteneva alla famiglia principale di Hokuto e DOVEVA essere addestrato.
    Jukey in quel messaggio confidava tutte le sue preoccupazioni per quella guerra che stava diventando un pericolo per il mondo intero… ma sarebbe stata la scelta giusta addestrare cinque ragazzi, rendendoli portatori di una tecnica assassina potentissima, per poi scegliere un solo erede? Di questo Ryuken dubitava…
    In quel momento un uomo aprì la porta del grande salone: - Maestro…sono arrivati! -
    Ryuken, riponendo il messaggio di Jukey in un cassetto, si voltò verso l’uomo: - Capisco…falli entrare! -
    I due ragazzi entrarono nel salone…
    Jagger, il più grande dei due, era un ragazzino abbastanza robusto, aveva i capelli biondo platino e in quel momento sembrava a disagio.
    Kim, di costituzione più minuta del primo, aveva occhi e capelli castani, i lunghi capelli erano raccolti in un codino.
    Erano già passati due anni da quando anche Toki aveva iniziato i suoi allenamenti, ora, molte persone lavoravano al Palazzo di Hokuto… c’era chi si occupava del giardino, chi delle faccende domestiche e chi preparava i pasti. Kira organizzava tutto il lavoro e si occupava personalmente dell’educazione e della crescita di Kenshiro.
    L’allenamento di Raoul e Toki durava per quasi tutto il giorno, nella grande palestra, dove più spesso Ryuken teneva le sue lezioni, a volte in giardino, dove era situata un’ arena adibita agli scontri e alle sfide tra allievi.
    Dalla porta della palestra si accedeva in un grande androne dove si trovavano due enormi statue di pietra che rappresentavano il grande spirito di Hokuto, protettore e forza vitale di tutti i Maestri di Hokuto, era lì che spesso gli allievi tenevano le loro sedute di meditazione…oltre l’androne si scendeva una breve scalinata per accedere alla palestra vera e propria, un ambiente molto ampio con pavimento di pietra, dove avvenivano le esercitazioni e i combattimenti. In fondo a quest’area si trovava un grande portone che permetteva l’accesso alla parte del giardino dove era situata l’arena.
    Quel giorno nonostante la lezione di Ryuken fosse finita da un pezzo Raoul e Toki erano ancora in palestra…
    Quel calcio era arrivato talmente velocemente che Toki non era neanche riuscito a vederlo…, senza sapere come, aveva sbattuto la schiena contro il muro e ora si ritrovava con la faccia sul freddo pavimento di pietra…riuscì ad aprire gli occhi in lacrime per guardare il fratello.
    Raoul si avvicinò a lui, lo prese per i capelli sollevandogli il viso: - Toki smettila di piangere!…lo capisci che non serve a nulla…se vuoi diventare forte asciugati quelle maledette lacrime e trasforma la tua rabbia in forza! Altrimenti rimarrai sempre un debole! Io ho completamente dimenticato il pianto! -
    - Sì…hai…hai ragione Raoul… -
    - Avanti alzati! Attaccami ancora! – Lo incitò Raoul…
    Toki si alzò in piedi a fatica, sollevò il pugno per colpirlo ma si fermò quando vide Ryuken fare il suo ingresso in palestra, al suo fianco, i nuovi arrivati, Jagger e Kim.
    - Da domani Jagger e Kim inizieranno l’addestramento insieme a voi…ricordate la regola…solo uno di voi potrà ereditare la successione di Hokuto…se questa non è la vostra ragione di vita potete anche abbandonare il Palazzo! Essere il successore della Divina Scuola di Hokuto non è un peso che chiunque possa portare! -
    Con quelle parole uscì dalla palestra lasciando soli i quattro ragazzi…
    Raoul fissò qualche istante i due nuovi rivali…quello che lo colpì fu lo strano ghigno che si era disegnato sul volto di Jagger alle parole del Maestro.
    Raoul si avvicinò a lui: - Non so neanche il tuo nome…ma non mi interessa…vediamo di cosa sei capace! -
    Sferrò un pugno potentissimo su quel ghigno che lo aveva così infastidito…Jagger cadde a terra, il viso gonfio e il naso sanguinante. Sorpreso Toki si fece al suo fianco: - Raoul ma che stai facendo?-
    - Non c’è problema Toki... non credo che dovremo preoccuparci di loro! - disse Raoul prima di voltare le spalle e andarsene.
    Jagger si alzò in piedi, la mano sul naso che ancora sanguinava, guardò Raoul terrorizzato…quel ragazzo faceva sul serio…
    Kim si avvicinò a Jagger: - Tutto a posto? Ti ha fatto male? -
    - Ma quale male idiota! - Disse Jagger seccato e spingendo Kim da una parte, poi seguì Raoul correndo fuori dalla palestra finché non lo raggiunse: - Hey…ma come diavolo hai fatto? Sei stato velocissimo! -
    Raoul si voltò verso Jagger…gli occhi colmi di rabbia: - Perché ti sorprendi tanto?…io sono qui per questo!…forse ti è sfuggito qualcosa del discorso di Ryuken?…non tutti possono diventare successori della Divina Scuola…io non permetterò a nessuno di impedirmi di diventarlo! Ora non mi seccare! -
    Jagger realizzò in quel momento che sarebbe stato meglio andare d’accordo con lui se voleva arrivare al termine dell’addestramento.
    Il giorno dopo Ryuken iniziò l’allenamento dei nuovi arrivati, prima di prendere la decisione finale, voleva esaminare le abilità individuali dei ragazzi.
    Jagger mostrava una forte determinazione e una discreta resistenza fisica, Kim, notò subito, era meno smaliziato del primo e appariva sinceramente spaventato, ma Ryuken si disse che la rabbia necessaria sarebbe venuta fuori al momento opportuno, come era avvenuto in passato per Toki.
    Quando anche Raoul e Toki arrivarono in palestra li fece esercitare a coppie, Raoul con Jagger, Toki con Kim…li osservò a lungo dalla cima della scala.
    L’Hokuto Shinken al momento era l’arte assassina più potente al mondo e si stava avvicinando un’epoca in cui solo la violenza avrebbe potuto fare giustizia…la minaccia di un conflitto mondiale si stava facendo reale…Ryuken non poteva permettere la fine della sua Disciplina …pur non essendo inizialmente d’accordo con l’amico Jukey doveva ammettere che le sue preoccupazioni non erano del tutto prive di senso.
    Il successore della Divina Scuola di Hokuto avrebbe dovuto portare il peso della tristezza di un mondo intero!…Sì aveva preso la sua decisione!…la corsa verso la successione di Hokuto avrebbe visto le sfide tra Raoul, Toki, Jagger, Kim e Kenshiro…tra loro lui avrebbe scelto il suo erede.



    CAPITOLO 4:
    Una luce per due stelle


    Aeroporto di Tokyo 1975.
    Damah, ultimo Generale di Nanto, insieme ai suoi figli adottivi, Ryuga e Giulia, si apprestava ad ultimare le operazioni di ceck-in per l’ imbarco, solo pochi minuti mancavano al decollo.
    -Ryuga, Giulia! Sbrigatevi!- disse ai bambini rimasti indietro. Improvvisamente notò che la piccola Giulia si stava allontanando di corsa…seguita da suo fratello.
    -Ryuga! Giulia!- gridò sorpreso.
    -Aspettate un momento per favore…è possibile sospendere il decollo?.. Ho un brutto presentimento!- disse alla donna che stava controllando i loro biglietti.
    -Sospendere il decollo? Ma lei sta scherzando…!- rispose incredula la donna. Damah seguì allora i due bambini.
    Giulia, poco fuori dall’ atrio, era inginocchiata a terra e si copriva il volto con le mani.
    -Ma cosa ti succede? Hai paura di volare?... A me puoi dirlo…- chiese Ryuga posandole una mano sulla spalla.
    Giulia sollevò il viso per guardare il fratello…nei suoi occhi il terrore!
    In quel momento il loro aereo decollò. –Accidenti è già partito!- disse Ryuga guardando l’aereo alto nel cielo, ma improvvisamente ci fu un fortissimo boato e l’aeroplano che avrebbero dovuto prendere esplose. Il cielo si oscurò di una nube nera di fuoco e fumo da cui piovevano parti incandescenti.
    -Un altro segnale dal cielo…- sussurrò Ryuga spaventato, poi osservò la sorella… ora tremante.
    Nell’ aeroporto si scatenò il panico. Qualcuno aveva organizzato un attentato! Forse nel mirino dei terroristi…proprio la Sacra scuola di Nanto!
    Damah, impietrito, si avvicinò ai figli: -Giulia…tu l’avevi sentito!- la piccola si abbandonò ad un pianto disperato.
    -Non devi piangere…questo è il mio destino e non lo posso evitare…anche tu hai ricevuto questo dono dal cielo…un giorno il perché ti sarà chiaro!... Non avere paura…fino a quel giorno…io prometto di proteggerti!- Damah alzò il suo mignolo per stringere quella promessa.
    Giulia…con il volto bagnato da lacrime che ormai le era impossibile trattenere...alzò a sua volta il mignolo e i due srinsero la loro solenne promessa!

    Il sole splendeva alto nel cielo mentre Kira e Kenshiro passeggiavano tra gli alberi del giardino che circondava il palazzo di Hokuto dove, quasi a disturbare il piacevole suono del canto degli uccelli, risuonavano le grida provenienti dalla palestra.
    Lì, il grande Maestro Ryuken dominava, maestoso e imponente come sempre, in piedi, al centro del pavimento di pietra, attendendo gli attacchi dei suoi giovani allievi.
    Raoul, con il volto sanguinante, prese una lunga rincorsa per scagliare il suo attacco ma Ryuken, velocissimo, con un solo gesto della mano, lo respinse scaraventandolo a terra…l’ impatto col pavimento gli fece quasi perdere i sensi.
    Toki tentò di attaccare il Maestro alle spalle… ma Ryuken, pronunciando le parole "Muso Insatsu" (colpo vincente dell’ ombra senza pensiero), fermò il suo attacco con un violento calcio indietro che lo colpì allo stomaco.
    Jagger provò a imitare Toki ma anche lui fu spazzato via e sbatté violentemente la schiena contro la scalinata all’ ingresso della palestra.
    Poi fu la volta di Kim che correndo verso Ryuken fece un grande salto per attaccarlo con la gamba tesa… niente da fare… il Maestro, dopo avergli bloccato la gamba con una mano, lo colpì con forza tale da fargli sbattere la faccia sul pavimento di pietra, ora intriso di sangue.
    Ryuken, ancora al centro della palestra, aveva uno sguardo freddo e impenetrabile…sembrava che non si fosse mai mosso…attendeva il prossimo attacco…ma nessuno dei quattro ragazzi era ancora riuscito a rialzarsi.
    In quel momento un uomo interruppe la lezione:- Maestro Ryuken… siamo stati avvisati che Ryaku, una delle cinque forze di Nanto, si sta dirigendo verso il palazzo per incontrarvi!-
    Ryuken sembrava sorpreso di ricevere quel messaggio, forse Ryaku portava importanti notizie sulla situazione dell’ impero nel paese degli Shura!
    -Bene! Grazie Jay…- congedò frettolosamente l’ uomo con un cenno del capo e riportò la concentrazione sulla lezione dei suoi allievi.
    Dopo qualche istante di attesa si rese conto che nessuno di loro poteva più continuare, così decise di porre fine all’allenamento e abbandonò la palestra lasciando i quattro ragazzi ancora a terra.
    Toki si aggrappò al muro per rialzarsi, sulla sua tempia scorreva un rigagnolo di sangue, all’ improvviso sentì un forte grido di dolore e si voltò di scatto in direzione del grido.
    Jagger, ora in piedi, aveva appena colpito brutalmente Kim alla gamba. Poi, come se niente fosse, lo aveva lasciato a terra andandosene.
    Toki, aiutando Kim a rialzarsi, si rese conto che quest’ ultimo faticava a stare in piedi, così lo accompagnò fino alla sua stanza dove lo fece distendere sul letto.
    Kim aveva subito un duro colpo e la ferita aperta continuava a sanguinare… decise allora di medicarlo: - Ma che diavolo ha quello nella testa?… Dobbiamo fare in modo che non si infetti Kim! Cerca di sopportare il dolore… -
    Kim si coprì il volto con le mani e iniziò a piangere…il dolore era così intenso da non permettergli di respirare.
    Pochi minuti dopo Jagger spalancò la porta di quella stanza tanto violentemente che i due sussultarono…il suo era uno sguardo crudele: - Povero Kim… stai piangendo? Fa male vero? Cosa credevi di fare con la gamba tesa? Credevi forse di riuscire a colpire Ryuken?
    Toki inorridì…cosa voleva dimostrare Jagger con un tale atteggiamento? Vide che Kim non accennava a nessun tipo di reazione e decise di intervenire: - Si può sapere chi ti credi di essere? -
    Jagger gli si avvicinò tanto che Toky ebbe la sensazione di ricevere una testata… pochi centimetri separavano i loro visi… poi Toki incassò un violento spintone che gli fece picchiare la schiena contro la finestra… Jagger, avvicinandosi a grandi passi, alzò il pugno per colpirlo al volto… ma in quell’ istante, Raoul, arrivato alle sue spalle, con una mano gli bloccò il polso.
    -Fermati idiota! Non lo capisci che se solo Toki volesse ti distruggerebbe?
    Jagger, vedendolo, cambiò completamente espressione e, liberandosi dalla sua presa, gli si rivolse come se l’episodio di un istante prima non fosse neanche accaduto: - Raoul! Dove diavolo sei finito dopo l’allenamento? -
    - Perché dovrei dirlo proprio a te! Io continuo ad allenarmi anche dopo la lezione di Ryuken!
    -Ma… potrei seguirti… così mi alleno anche io…- propose Jagger.
    -Io non ho bisogno di nessuno per allenarmi! - Poi Raoul si allontanò seguito da Jagger che tentava in tutti i modi di convincerlo.
    Qualche ora più tardi, Ryaku, forza del mare, una delle 5 forze Nanto che avevano il compito di proteggere l’ultimo Generale della Sacra Scuola di Nanto, veniva scortato all’ interno del palazzo di Hokuto dove, nel grande salone, Ryuken lo attendeva con impazienza. Non appena Ryaku fece il suo ingresso nel salone i due si scambiarono un abbraccio fraterno…da sempre le loro scuole erano unite da un profondo e reciproco rispetto e più di una volta avevano combattuto fianco a fianco per la grandezza dell’imperatore.
    -Ryaku! Cosa ti porta da me? Notizie dell’ impero?
    -Ryuken, amico mio… purtroppo le notizie che ti porto dall’ isola sono drammatiche… l’ imperatrice è tenuta prigioniera dagli Shura in un luogo non noto neanche alla Scuola di Gento! Quasi tutti i Maestri di Nanto hanno abbandonato ormai l' isola… la città imperiale è stata distrutta!...-
    Ryuken poteva leggere chiaramente sul volto dell’ amico tutta la sua tristezza e angoscia, Ryaku era noto per essere un ottimo intuitivo e già da qualche tempo gli aveva riferito di vedere chiari segni di una possibile degenerazione per quella guerra, nata dalla brama di potere degli Shura, antichi abitanti di quell’ isola.
    Tuttavia, percepì nel suo sguardo che quello non era il reale motivo della sua visita.
    -Dimmi Ryaku... è per riferirmi questo che sei venuto?
    -No Ryuken…sono qui per avvisarti che l’ erede di Damah è stato prescelto…-
    Ryuken ebbe come un sussulto:- Il Generale è malato?-
    -No… ma le stelle hanno chiaramente indicato il suo erede…sì e sarà Giulia! E’ solo una bambina ma condivide il suo stesso destino…ella ha il dono di leggere i segnali del cielo!
    -In tal caso, sono impaziente di conoscere questa bambina! riferì Ryuken.
    Il giorno successivo Ryuken aveva voluto ugualmente Kim in palestra… sebbene il ragazzo non riuscisse nemmeno a camminare… gli aveva detto che continuare a combattere sopportando il dolore ed imparare a fare a meno di una parte del corpo dolorante, durante la lotta, faceva parte del loro addestramento!
    Quel giorno per Kim fu terribile… nelle esercitazioni a coppie Jagger non perdeva occasione per infierire sul suo punto debole costringendolo il più delle volte ad arrendersi. Finalmente arrivò la fine di quell’ allenamento che a Kim pareva interminabile e si ritirò subito esausto nella sua stanza.
    Toki, ancora nella palestra, si rivolse a suo fratello maggiore: - Raoul ho promesso a Kira che oggi mi sarei occupato di Ken così lei va a riposare… vieni anche tu?
    Raoul, ancora a terra, si alzò in piedi sentendo le sua gambe cedere per l’ affaticamento: - No Toki… per me l’ allenamento non è finito… io continuo in giardino! - Si diresse verso l’ uscita… ad ogni passo le sue gambe tremavano per il dolore.
    Lo faceva spesso… quando Ryuken li congedava, lui continuava a esercitarsi per qualche ora ancora e il suo posto ideale era quell’angolo di giardino nascosto, lontano dagli occhi di tutti! Una volta arrivato lì iniziò a tirare calci e pugni al vuoto, a ogni movimento il dolore e la fatica si facevano sempre più insopportabili, ma lui resisteva… doveva continuare! Prima provava una posizione di attacco e poi la rispettiva di difesa.
    Poco dopo vide arrivare Toki con Kenshiro per mano.
    -Toki lo sai che non voglio essere disturbato!...Adesso anche il piccoletto conosce questo posto! – disse scocciato.
    Toki scoppiò a ridere: - Ma non credo che ci saprebbe arrivare da solo…e poi noi non ti disturbiamo…ti guardiamo e basta…-
    -Piuttosto…dovresti allenarti anche tu!- lo rimproverò Raoul.
    -Per oggi non mi va di esagerare con gli allenamenti e poi ho promesso di occuparmi di lui! -
    Il piccolo ken si mise in mezzo ai fratelli, ma il suo sguardo era rivolto a Raoul: - Lo faccio io! Vuoi vedere che lo so fare?
    La risata di Raoul risuonò per tutto il giardino, ma il sorriso scomparve dal suo volto quando vide il ragazzino guardarlo molto determinato…nei suoi occhi nessun ripensamento. Lo stava sfidando?
    Raoul, dapprima sorpreso, iniziò a trovare la cosa eccitante… dopotutto di li a poco kenshiro avrebbe potuto iniziare l’addestramento con loro… non poteva esserci nulla di male ad iniziare con qualche semplice tecnica! Iniziò ad insegnargli alcune basilari posizioni di difesa, sotto gli occhi di Toki che lo guardava come se fosse impazzito. Tutti e tre rimasero là fino a tarda sera, fecero ritorno al palazzo solo quando nel cielo erano ormai comparse le prime stelle.
    Qualche settimana dopo… il sole iniziava a farsi strada tra le folte chiome degli alberi del giardino, Ryuken era lì, in attesa dell’ arrivo dell’ ultimo guerriero di Nanto.
    Damah avanzava verso di lui tenendo per mano una bambina.
    Quando furono abbastanza vicini fu Ryuken il primo a parlare: - Damah! Siete il benvenuto…è questa la bambina? -
    -Sì Ryuken…è Giulia! La piccola è stata scelta dal cielo per diventare l’ultimo guerriero di Nanto…ha ricevuto il dono della premonizione...purtroppo però ha perso i genitori quando era molto piccola... per tale ragione…ella ha chiuso il suo cuore agli altri!…sembra che abbia sigillato le proprie emozioni… forse questo è troppo per una bambina della sua età… -
    Ryuken osservò la bambina con attenzione… la piccola teneva fra le mani una pallina colorata… era di una bellezza straordinaria, aveva i capelli castani lunghi fino alle spalle e grandi occhi azzurri… il suo sguardo però era totalmente assorto e inespressivo.
    -Ho capito… è davvero molto triste!- riuscì a dire Ryuken provando una grande tristezza nel cuore.
    Dopo qualche istante di silenzio Damah continuò a parlare:- Ryuken ho pensato che una vicinanza con Hokuto le potesse giovare…Nanto e Hokuto in fondo sono le due facce della stessa medaglia…se le profezie dicono il vero…questa guerra non sarà breve…e potrà avere fine solo se la forza delle nostre Scuole rimane unita!
    Ryuken rifletté su quelle parole… era così da sempre… Nanto e Hokuto rappresentavano insieme l’ equilibrio perfetto delle cose! L’erede di Hokuto si sarebbe unito a lei, ultimo guerriero di Nanto… dalla loro unione sarebbe potuta nascere una nuova era…forse un’ era piena di speranze e di pace!
    -Venite Generale vi faccio strada! – disse scortando il guerriero verso il palazzo.
    Mentre percorrevano la strada per raggiungere l’ ingresso sentirono delle grida provenienti dall’ arena… non era orario di allenamento… Ryuken si chiese chi poteva essere!
    Quando raggiunsero la breve scalinata che conduceva all’ area adibita agli scontri videro Raoul e Kenshiro impegnati in una sorta di combattimento.
    Ryuken, adirato, si rivolse a Raoul: Sai bene che Kenshiro non ha ancora il mio permesso per entrare in palestra! Raoul! Vuoi andare contro le mie disposizioni?
    Raoul, senza dare troppo peso alle parole del suo Maestro, alzò le spalle in segno di totale menefreghismo: - Secondo me invece dovrebbe iniziare già ora ad allenarsi… non possiede un gran talento! - Poi… , inspiegabilmente, fu colpito da quella bambina e rivolse a lei il suo sguardo penetrante... Chi era?
    Giulia in quel momento fu percossa da un brivido… un misto di angoscia e terrore le attraversò il cuore… la pallina colorata che teneva fra le mani cadde e rotolò giù dalla scalinata… rimase come impietrita a guardare Raoul che ancora la fissava… quasi non si accorse che Ken aveva raccolto la sua pallina e gliela stava porgendo: - Tieni! - ripeteva il piccolo Ken.
    Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Kenshiro…il suo cuore fu come scaldato da un raggio di sole e finalmente sul suo volto apparve il primo, bellissimo, sorriso.
    Ryuken e Damah non credevano a quello che avevano appena visto… era appena accaduto qualcosa di straordinario… forse un miracolo! Giulia aveva appena ritrovato le sue emozioni… lo spirito interiore di Raoul l’ aveva scossa dal suo stato…quello di Ken le aveva riempito il cuore.
    -Non temete Generale! Questa bambina è intelligentissima…ha solo bisogno di trovare la fiducia negli altri per permettere al suo cuore di riaprirsi completamente! Furono le parole di Ryuken.
    Egli non potè fare a meno di considerare che il destino si stava disegnando un’ altra volta… Raoul e Kenshiro…entrambi possedevano un forte spirito...potevano essere loro i figli di Hokuto?...ma due stelle erano troppe per Hokuto…quale delle due avrebbe potuto, un giorno, risplendere della luce di Nanto?.



    CAPITOLO 5:
    La Triade


    Per molti secoli la Scuola di Nanto e la Scuola di Hokuto avevano lottato fianco a fianco sotto la stessa bandiera, quella dell’ Imperatore Celeste.
    Egli era considerato da tutto il mondo il messaggero sulla terra del volere degli astri e il suo immenso potere aveva guidato l’ intera umanità fin dalle origini.
    Il Paese degli Shura, da millenni sede del suo grande Impero, ultimamente era stato messo a dura prova dalla ribellione dei suoi antichi abitanti e quando fu chiaro che la fine di quell’ impero sarebbe stata inevitabile anche molti dei Maestri di Nanto furono costretti ad abbandonare quell’ isola maledetta tentando una riconciliazione con Hokuto nel Continente.
    La Sacra scuola di Nanto vantava 108 stili di lotta a cui appartenevano anche i Sei Sacri Pugni di Nanto che avevano il compito di proteggere i sei portali della città imperiale. L’ ultimo Generale, ovvero l’ ultimo dei Sei Sacri Pugni, disponeva invece della protezione delle cinque forze di Nanto.
    Tutto sembrava ora non avere più alcun senso, nessuna città imperiale era più da proteggere e con ogni probabilità l’ ultima Imperatrice era stata selvaggiamente uccisa dai suoi più antichi difensori, gli Shura.
    Le due discipline che insieme rappresentavano l’ equilibrio perfetto di ogni sistema erano di nuovo unite e non troppo distante dal Palazzo di Hokuto si ergeva ora l’ imponente Castello di Nanto.

    Coscienti di un antico divieto sancito dall’ Impero che non permetteva scontri tra queste due Scuole e consapevoli delle conseguenze che la violazione di tale divieto avrebbe portato, i Maestri di entrambe le discipline talvolta organizzavano sfide tra i propri allievi.
    Tali sfide non erano ufficiali ma avevano lo scopo fornire un semplice addestramento.
    L’ arena del giardino di Hokuto era la sede scelta per le sfide di quel giorno…
    Attorno al muraglione che delimitava l’ area stabilita per gli scontri vi erano numerosi allievi di entrambe le discipline intenti ad osservare, imparare e valutare ogni singola mossa dei due contendenti al centro dell’ arena.
    Jagger, la schiena appoggiata al muraglione e le braccia incrociate sul petto, osservava il combattimento di Toki contro un ragazzino biondo molto più piccolo di lui che, nonostante la grande abilità, non aveva potuto nulla contro l’ esperienza e la precisione dei suoi colpi.
    Il potere dell’ Hokuto si basava sulla capacità di colpire punti segreti (chiamati Tsubo), presenti sul corpo dell’ avversario, la cui precisa pressione causava la distruzione interna dell’ organismo.
    Loro erano ancora troppo giovani e inesperti per provocare tali danni ad un uomo ma, nonostante questo, Toki sembrava individuare con sappienza la maggior parte dei punti segreti fino ad ora svelati dalle lezioni di Ryuken e in poco tempo vinse quella sfida.
    Jagger da quel giorno iniziò a temerlo, in effetti doveva ammettere che, come spesso Raoul gli aveva ricordato, Toki era molto preciso ed eseguiva in maniera quasi perfetta le tecniche sino a quel momento imparate.
    Osservò poco dopo la sfida di Raoul contro Eishi, aspirante allievo di Nanto.
    Raoul non si era accontentato di batterlo ma, nonostante questo si fosse arreso quasi subito, aveva continuato a colpirlo riducendolo ad una maschera di sangue.
    Ryuken aveva dovuto porre fine a quello scontro e il malcapitato rischiava l’ espulsione dalla scuola di Nanto da parte del suo Maestro.
    Il ragazzo che aiutò Eishi a rialzarsi guardò Raoul con aria arrogante:- Dovevi proprio esagerare vero Raoul?...non era sufficiente per te la vittoria…no... tu dovevi umiliarlo! Questo è tipico di chi ha bisogno di dimostrare qualcosa…- si permise di dire e senza attendere alcuna risposta se ne andò ridacchiando.
    Raoul, sentendo le sue giugulari pulsare di irritazione, si rivolse a Jagger:-E quello chi sarebbe?-
    -Si chiama Yuza!- rispose prontamente Jagger.
    Dal momento che Ryuken gli aveva impedito di assistere alle sfide, Kenshiro, affranto e sconsolato, si trovava vicino alla grande cascata, seduto sull’ argine del fiume meditava su quanto avrebbe voluto essere con i fratelli e si malediceva per essere il più piccolo di tutti.
    Improvvisamente sentì gridare il suo nome da lontano e si alzò in piedi di scatto.
    -Ken!..Kenshiro!- Giulia stava correndo verso di lui.
    -Finalmente ti ho trovato…devo assolutamente farti vedere una cosa! Vieni!- gli disse ansimando quando fu vicino. Ken non ebbe il tempo di dire una parola perché si ritrovò preso per un braccio e iniziò a correre trascinato da lei.
    Giulia scortò Ken poco distante dal Castello di Nanto e arrivati di fronte a un grande portone lo incitò ad entrare. Ken si ritrovò in una stanza buia e solo dopo che lei aprì leggermente una finestra riuscì a guardarsi intorno…ovunque vi erano casse di legno e polvere, sembrava un magazzino.
    -Tutto quì? Un deposito?- Chiese ancora affannato per la lunga corsa, Giulia non rispose ma si limitò a sorridere.
    Poco dopo, da dietro una delle casse di legno, Ken vide sbucare il muso di un cane.
    -Vieni Maya…senza paura…Kenshiro non ti farà del male…- disse lei allungando la mano verso il cane che si fece coraggio e si avvicinò a Ken.
    -Ti piace? L’ho trovata vicino alla cascata…è molto dolce…- gli chiese con un sorriso che lasciò Ken incantato.
    -E’ bellissima…- rispose lui, senza sapere se quel complimento era davvero rivolto al cane.
    -Perché la tieni qui?- le chiese, accarezzando affettuosamente il muso di Maya.
    -Perché qui può stare al sicuro e al caldo…vedi deve avere i piccoli…e se l’ avessi lasciata dove l’ ho trovata forse sarebbe morta di freddo e i cuccioli… oh Ken…io spero che nascano…- rispose Giulia intristendosi.
    -Nasceranno vedrai…ne sono sicuro…- la rassicurò lui prendendole la mano e riuscendo a far tornare il sorriso sul suo viso.
    -Sarà meglio che ritorni al Palazzo…Kira mi starà sicuramente cercando…- Ken si pentì immediatamente di aver pronunciato quelle parole e pensò che sarebbe volentieri rimasto lì con lei per sempre.
    Il giorno successivo, nella palestra di Hokuto l’ allenamento era appena terminato.
    Solitamente, Raoul era il primo a rialzarsi per continuare da solo o con Kenshiro ma, questa volta , il confronto con Ryuken lo aveva sfinito, era rimasto a terra, ormai solo, senza avere neanche la forza per aprire gli occhi.
    Il viso sul pavimento gelido, sentiva il calore del sangue che scendeva dalla sua fronte, conosceva fin troppo bene quella sensazione, tuttavia qualcosa non andava.
    Sebbene il cervello gli dicesse di rialzarsi era come se il suo corpo si rifiutasse straziato dal dolore…rimase lì incapace di reagire per alcuni minuti, poi, inaspettatamente, sentì il dolore diminuire lentamente fino a scomparire del tutto…era come se il suo corpo per una strana ragione avesse riaquistato vigore ed energia. Cosa stava succedendo? Si chiese se fosse opera di un miracolo.
    Sforzandosi riuscì ad aprire leggermente gli occhi e una figura annebbiata gli apparve davanti:- Non riesco a vederti…chi sei?- riuscì a sussurrare…poi lentamente la sua vista si fece più nitida e riuscì a distinguere la figura di Giulia. La bambina, semplicemente appoggiando le sue mani sul suo corpo, aveva alleviato tutto il suo dolore.
    -Sei…Giulia…mi hai salvato…- disse con un filo di voce.
    Giulia era in piedi di fronte a lui e sorrideva, i suoi occhi brillavano di una luce calda e intensa, Raoul ne rimase stregato e ancora a terra continuò ad osservarla, giurò a se stesso che fosse la cosa più bella che avesse mai visto.
    Qualche settimana dopo, Kira stava impartendo alcuni ordini ad un gruppo di donne che lavoravano al palazzo quando sentì il rumore di un vaso frantumarsi sul pavimento, preoccupata si diresse verso il grande salone dove Raoul sembrava in preda ad un attacco di nervi.
    Kira si avvicinò lentamente:- Raoul sei stato tu? Cosa succede?- Provò a chiedere con calma.
    Raoul la squadrò dall’ alto verso il basso:- Lasciami perdere! – gridò lui dirigendosi verso le scale che portavano alla propria stanza.
    Una volta arrivato lì, ripensò a quanto era appena accaduto nel bosco. Solo pochi minuti prima Toki aveva notato sul ramo di un albero un nido con delle uova, nonostante si fosse arrampicato fino a raggiungere quel ramo, non era riuscito a prenderle e lui, vedendolo in difficoltà, aveva abbattuto l’ albero con la forza del suo pugno. Poi… si erano resi conto che le uova erano sparite ed era comparso Yuza che le teneva in mano sorridendo. Quel ragazzo dall’ aspetto scarmigliato e dallo sguardo ribelle, con arroganza, lo aveva preso in giro per aver abbattuto l’ albero solo per prendere quelle uova. Non solo… si era preso gioco di lui lanciandogli un uovo che l’ aveva colpito in piena fronte e quando lui era pronto a massacrarlo questo era scomparso ed era arrivato Ryuken.
    Il Maestro gli aveva consigliato di non arrabbiarsi dicendo che non sarebbe servito a nulla e aveva sottolineato il talento di Yuza.
    Al ricordo di quella scena, Raoul avvampò di collera, sferrò un potente pugno contro il muro causandone un evidente crepa, gocce di sangue macchiarono il pavimento della camera.
    Nonostante il sangue zampillasse dal suo braccio, la rabbia che provava era tale da impedirgli di sentire il dolore.
    Come aveva potuto quel pazzo prendersi gioco di lui? Come aveva osato farlo di fronte a suo fratello e, cosa ancor più grave, sotto gli occhi del suo Maestro? Un giorno quel verme l’ avrebbe pagata cara! si disse.
    Il giorno successivo Raoul era ancora di pessimo umore e mentre Jagger ne faceva constatazione a sue spese Toki e Kim decisero che era meglio girare alla larga, così dopo l’ allenamento andarono in giardino a fare una passeggiata. Lungo il cammino Toki non potè fare a meno di notare la tristezza dell’amico che da alcuni giorni era più silenzioso del solito.
    -Kim che ti succede? E’ per colpa di Jagger vero?- gli chiese seriamente preoccupato.
    -No Toki non è per questo…vedi lui può anche umiliarmi quanto vuole…ha sempre fatto così…si diverte con chi è più debole e si lega a chi è più forte…è evidente che è un probema suo. Ma io non riesco a dimenticare la mia famiglia...ho visto morire i miei genitori poco prima che Ryuken mi prendesse con sé…in quel momento ho giurato che un giorno avrei vendicato la loro morte… adesso più che mai ho paura che non ne sarò mai in grado…- i suoi occhi erano gonfi e bruciavano per le lacrime che si imponeva di non far scendere.
    Toki rimase in silenzio e con la mente provò a ritornare a quella maledetta sera in cui il Palazzo delle Dinastia principale venne messo a ferro e fuoco e in cui anche lui aveva perso per sempre sua madre. I suoi ricordi erano però troppo vaghi e confusi.
    -Toki ti prego ho bisogno di stare solo…non sopporto di farmi vedere così!- ormai il volto di Kim era bagnato dal pianto. Dopo avergli lanciato uno sguardo carico di tutta la sua comprensione, Toki decise di lasciarlo solo e di ritornare verso il palazzo.
    Kim era sul punto di svenire, sentiva le gambe tremare, i suoi nervi stavano crollando, si sedette sul prato e strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie sui palmi delle mani.
    -Tutto per questa stupida guerra!- sibillò a denti stretti assalito da una rabbia incontrollabile.
    -Non dovresti parlare così ragazzo!- disse una voce severa alle sue spalle.
    L’ uomo che aveva parlato era Baiko, il fratello di Kira, l’ unico superstite della sua famiglia.
    Era un uomo alto, con lunghi capelli neri legati indietro da una treccia, il corpo muscoloso e atletico, sul suo volto era evidente una profonda cicatrice, da qualche mese lavorava al Palazzo di Hokuto ma tutti sapevano che un tempo era stato un valoroso guerriero Shura.
    -Che vuoi dire?- chiese Kim tentando di asciugarsi il viso, ma le lacrime continuavano a scendere senza controllo.
    -Questa guerra non è affatto inutile…ognuno di noi ha perso su quell’ isola delle persone care…ma credimi un giorno la loro morte sarà vendicata…comprendo più di chiunque altro i tuoi sentimenti…tutta la mia famiglia ha pagato con la vita la mia ribellione alla causa Shura…solo io e mia sorella siamo riusciti a partire con Ryuken… e molti Maestri hanno definito codardia la nostra fuga… - Baiko era di fronte a lui e lo guardava con espressione seria.
    -Credi che io sia pentito per essermene andato? Cosa sarebbe accaduto a mia sorella?- chiese a Kim.
    -No io…non lo so…- Kim non sapeva sinceramente che risposta dare, impaziente di conoscere le cause di tale sofferenza azzardò:- Baiko tu sei stato un guerriero Shura…come ha avuto inizio questa tragedia?-
    -La presunzione dell’ essere umano… vedi ragazzo…rendere un uomo invincibile può essere la causa della sua perversione…- disse guardando Kim negli occhi.
    -Non ti capisco…che vuoi dire?- rispose il ragazzo un po’ confuso.
    -Vedi…tutto ha avuto inizio quando è stata formata la Triade per difendere L’ Imperatore… - disse l’ uomo con la consapevolezza di non essere compreso.
    -L’ Imperatore?...Cosa è la Triade?- chiese allora Kim curioso.
    Baiko si sedette sul prato al suo fianco e iniziò il suo racconto:- L’ Imperatore Celeste è una persona il cui potere è indiscutibile e universale, agisce sempre per il bene di tutta l’ umanità e la sua forza di spirito ha per secoli garantito un certo equilibrio in tutto il mondo, per tale ragione, le grandi potenze mondiali, segretamente e in comune accordo, si sono sempre sottomesse al suo potere quasi divino.
    Per garantire una certa riservatezza e una sua difesa adeguata fu stata scelta quell’ isola disabitata e insignificante del Pacifico come Sede dell’ Impero, lì si sviluppò nel corso del tempo una società guerriera il cui unico scopo era quello di creare uomini abili in tecniche assassine potentissime e invincibili, gli Shura. Questi guerrieri dovevano garantire la difesa dell’ Imperatore.
    I secoli passarono uno dietro l’ altro e man mano venivano sviluppate tecniche di lotta sempre più efficaci e distruttive, così naquero le tre grandi scuole…la prodigiosa Scuola di Gento fu la prima, poi il Nanto e L’ Hokuto.
    La Triade, così era chiamata l’ unione di queste grandi scuole, era infinitamente superiore allo stile di lotta del vecchio Shuratan e formava sempre più guerrieri. Tuttavia un gran numero di Shura tradizionalisti, mal sopportando la superiorità della Triade, da anni avevano iniziato a creare in segreto un esercito di guerrieri che, un giorno, si sarebbe ribellato, guidato dalla propria superbia.
    L’ Imperatore, naturalmente all’ oscuro di tutto, aveva nominato a propria difesa le tre grandi scuole e la scuola Imperiale di Gento ufficiale difensore della propria persona. Questo non fece che incrementare le diatribe e poco prima che voi nasceste iniziarono i primi segni di una possibile rivolta…a quel tempo io seguivo ancora la loro causa e mi stavo addestrando per diventare un temibile Shura…quando mi fu chiaro il loro obiettivo decisi di unirmi alla Triade e rivelare il loro piano…non mi credettero…anche i Maestri della Triade, peccando di presunzione, non diedero peso a questa rivolta organizzata da guerrieri che loro stessi consideravano inferiori. - Baiko fece una pausa e socchiudendo gli occhi disse fra sè e sè “questo fu il grande errore di tutti”.
    Il cielo si fece improvvisamente grigio e tetro come se fosse in lutto, gocce di pioggia iniziarono a cadere sul prato del giardino.
    -Ti prego continua…cosa è accaduto alla tua famiglia?- chiese Kim non curante della pioggia che li stava bagnando.
    Baiko decise di assecondare quella richiesta:-La mia famiglia è stata massacrata dagli Shura non appena hanno scoperto il mio tradimento e non ti sto a descrivere le atroci torture a cui mia sorella è stata sottoposta a causa mia...inoltre, l’ ultima Imperatrice, in quel periodo aveva rivelato una profezia che citava una possibile guerra mondiale e nella quale veniva indicato un discendente della dinastia principale di Hokuto come possibile Salvatore. Ryuken crede che l’ attentato al Palazzo di Hokuto sia stato organizzato da Shura consapevoli di quanto riportato nella profezia, con l’ obiettivo di eliminare gli ultimi eredi di Hokuto… Hyo e Kenshiro…ovviamente la Triade non era pronta a una simile rivolta e molti maestri sono stati costretti ad abbandonare il Paese degli Shura per salvaguardare la propria disciplina… ora sappiamo solo che l’ Imperatrice è prigioniera e che il Maestro Jukey e alcuni dei Maestri della Scuola di Gento stanno cercando il luogo in cui si trova…ammesso che sia ancora viva… gli Shura non si fermeranno e la loro lotta non è solo contro Hokuto…il loro obiettivo è l’ estinzione della Triade e la fine dell’ Impero in modo da poter essere padroni assoluti del mondo…- concluse Baiko.
    La pioggia ora iniziava a bagnare fastidiosamente entrambi.
    Kim, dopo aver riflettuto un pochino, chiese con rabbia: -Perché il resto del mondo non reagisce? Si tratta anche della loro Imperatrice!-
    -Dobbiamo sperare che non intervengano mai…Kim sai cosa significa una società che da secoli non fa altro che formare guerrieri… anzi Maestri di potentissime arti marziali omicide?...forse ora sei troppo giovane e non hai idea del potere che un giorno ti conferirà la tua disciplina…nulla possono fare carri armati e bombe di fronte a tali tecniche!- Baiko fece una pausa, non era sicuro che il ragazzo avesse capito realmente la situazione…poi continuò:- La cosa più giusta che possa accadere è che una volta salvata l’ Imperatrice…quella dannata isola sprofondi negli abissi e venga dimenticata per sempre dal resto del mondo!- concluse serrando il pugno.
    Kim rimase in silenzio, ormai era calata la sera, lampi e fulmini illuminavano a giorno il giardino.
    -Forse è meglio che rientri…scommetto che mia sorella sarà già abbastanza allarmata per non averti visto a cena, sono lieto di vedere che ti senti meglio- disse Baiko stringendogli l’ occhiolino.
    Kim, che senza sapere il perché si sentì improvvisamente più forte e sicuro di sé, iniziò a correre verso il Palazzo sotto una pioggia che stava ora scendendo copiosa.


    CAPITOLO 6:
    Gli occhi di un Diavolo


    Pioveva ininterrottamente da diverse settimane.
    Il Cielo di quei giorni sembrava aver dimenticato il chiarore del sole, così, in un’ alba che era arrivata senza luce, Raoul e Kenshiro si avviavano verso il giardino per un nuovo, emozionante, confronto.
    Raoul era sicuro che lì Ryuken non li avrebbe mai trovati e quella parte di giardino sembrava il luogo ideale per l’ addestramento “non ancora ufficiale” di Ken.
    Intorno a loro l’ insolito buio di quella mattina era alternato dalla luce provocata dai lampi del temporale.
    Bagnati entrambi, come se avessero appena fatto un bagno nel fiume, si fronteggiarono in un silenzio
    spezzato solo dal fruscio delle chiome degli alberi, mosse dal vento, e dallo scrosciare della pioggia incessante.
    Dopo qualche istante di reciproca immobiltà, fu Ken ad attaccare per primo con un pugno.
    Raoul schivò quel colpo che dopo avergli sfiorato il viso, finì la sua corsa contro il tronco di un albero.
    Kenshiro provò ancora, ma anche al secondo tentativo, le sue piccole mani saggiarono la dura consistenza di quella corteccia, non fece in tempo a voltarsi nuovamente verso Raoul che un violento calcio lo colpì al viso aprendo una ferita sulla sua fronte.
    Dopo poche ore, aveva il viso gonfio dai colpi subiti, le mani ferite sanguinavano per i tentativi di attacco falliti, ma senza esitazione continuava a provare.
    Tentava in tutti i modi di causare almeno un graffio sul corpo del fratello, ma a ogni tentativo di attacco da parte sua incassava un colpo e una nuova ferita si apriva sul suo volto.
    Sentiva le sue mani inutilizzabili e decise di provare a colpire Raoul al petto con un calcio, ma anche questa volta il piede sbattè contro l’ albero, egli ebbe la sensazione di essersi rotto la caviglia e, provando un forte dolore, si inginocchiò nel fango di quella terra.
    -Anche questa ti è andata male, direi che ora possiamo rientrare !- lo sbeffeggiò Raoul guardandolo dall’ alto.
    Kenshiro, rialzandosi, prese fra le dita una pietra e con una gesto velocissimo la scagliò contro il rivale ferendolo alla tempia, poi, una volta in piedi, lo sfidò nuovamente con lo sguardo.
    Raoul, asciugandosi il sangue con la mano, lo guardò sorpreso:- Che cosa? Vuoi continuare?-
    -Certo!- rispose Ken sollevando le braccia in un’ altra posizione di attacco.
    -Come preferisci! Sei tu a chiederlo!- Raoul, questa volta, dovette faticare parecchio per evitare i suoi veloci pugni ma, nonostante questo, non gli permise di avvicinarsi.
    Le ore passarono velocissime e i due continuarono a scambiarsi innumerevoli colpi, finchè, dalla fame, decisero di fare ritorno al palazzo, ormai totalmente fradici e ricoperti di fango.
    Sotto un cielo che continuava a rovesciare cascate di acqua, Kira, infuriata come mai prima d’ ora, attendeva con impazienza il loro ritorno e davanti al portone d’ ingresso del Palazzo scrutava il giardino sperando di vederli ma la pioggia che scendeva impetuosa le oscurava la vista.
    Aveva il cappuccio del mantello tirato su a coprirle il capo, finalmente i suoi grandi occhi verdi furono attraversati da un lampo di luce quando li vide apparire.
    Quando i due ragazzi le furono davanti, Kira notò le vistose ferite sul volto di ken ed ebbe un sussulto.
    -Kenshiro va ad asciugarti!- ordinò e, immediatamente dopo, posò gli occhi su Raoul, mettendosi di fronte a lui gli impedì l’ ingresso nel palazzo.
    Fu un istante, con una rapidità incredibile assestò un sonoro ceffone sul viso di Raoul che impreparato non riuscì ad evitarlo.
    -Tu devi essere impazzita!- gridò lui sconcertato.
    La donna lo fissava con sguardo glaciale:- Che diavolo stai tramando? Tu stai infrangendo le regole ed io lo so bene! Bada Raoul che fino ad ora non ho detto niente! Quali sono i tuoi piani? Vuoi ucciderlo?- era furibonda, aveva il viso paonazzo e gonfio d’ ira.
    -Ah… così è questo quello che pensi! Ti consiglio di non intrometterti!- Raoul non aveva alcuna intenzione di continuare quella discussione, spinse la donna da un lato facendola cadere ed entrò nel palazzo.
    Kira si rialzò in piedi a fatica e sistemandosi il mantello gridò: -Kenshiro è ancora sotto la mia protezione! Non ti permetterò di fargli del male!- poi con voce sottile aggiunse:- Posso farti cacciare da Ryuken!- convinta di aver colpito l’ orgoglio di Raoul.
    A quelle parole Raoul si voltò nuovamente verso la donna e con voce minacciosa quanto il suo sguardo disse:-Vedi di lasciarmi in pace… o te ne pentirai!- quelle parole suonarono taglienti come una lama affilata.
    Kira vide l’ odio nei suoi occhi e non riuscì più a dire una parola.
    Perché quello sguardo? Perchè tutto quell’ odio nei suoi confronti? Se avesse continuato quella discussione lui l’ avrebbe uccisa, ne era certa.
    Con la mente lei ritornò a quando, nella terra degli Shura, aveva subito minacce e indescrivibili torture, un brivido di terrore le attraversò il corpo e solo dopo qualche minuto ritornò alla realtà accorgendosi di essere rimasta ormai sola davanti al portone d’ ingresso.
    Nei giorni seguenti finalmente la pioggia smise di cadere, ma il cielo rimase per un lungo periodo grigio e tetro, quasi a voler preannunciare quello che di lì a poco sarebbe accaduto.
    Nessuno aveva mai osato minare la tranquillità del Palazzo di Hokuto fino a quel giorno...
    Toki, sdraiato sul letto nella sua stanza, era intento a studiare un manuale di anatomia trovato nella biblioteca del grande salone, quando ad un tratto sentì un gran frastuono provenire dal giardino.
    Posando il tomo, si diresse curioso verso il terrazzo che si affacciava proprio sul giardino e rimase a bocca aperta, la scena che gli si presentò sotto gli occhi era di un orrore indescrivibile.
    Un gigante, alto più di due metri, avanzava a gran passi verso il palazzo.
    Molti degli uomini che lavoravano al palazzo si avventavano contro quel gigante nel tentativo di fermarlo ma venivano letteralmente schiacciati sotto i suoi passi o uccisi dai suoi potenti colpi, lasciando pozze di sangue sull’ erba del giardino. Le donne correvano e urlavano disperate.
    Scioccato da quanto appena visto, Toki rientrò velocemente nella stanza e chiuse la finestra senza sapere cosa fare, in quel momento Kim e Jagger entrarono dalla porta terrorizzati.
    Kim chiuse a chiave la porta e si girò pallido verso i compagni:- Dannazione! Chi diavolo è quello?...-
    -Per una volta hai detto bene…quello è il Diavolo!- aggiunse Jagger tremando.
    -Accidenti…dove sono Raoul e Ken?...- chiese Toki a bassa voce come se avesse paura di farsi sentire da quello che pareva a tutti gli effetti un mostro gigantesco.
    -Sono sicuro che Raoul fosse in palestra con Ryuken…e Kenshiro…sarà sicuramente con Kira…ultimamente non lo perde di vista…- rispose Jagger mantenendo anche lui un tono di voce tanto bassa che gli altri due furono costretti ad avvicinarsi per sentirlo.
    Il gigante, ormai entrato nel Palazzo, faceva strage di vite umane, il grande salone appariva come un campo di battaglia, ovunque vi erano cadaveri o parti di essi e laghi di sangue.
    Scese al piano inferiore raggiungendo la palestra, lì due uomini si inginocchiarono ai suoi piedi:- Ci arrendiamo…tu sei troppo forte per noi…- dissero all’ unisono.
    -Tsz!…non siete degni avversari per me!- fu la risposta del gigante, che non li degnò nemmeno di uno sguardo.
    Ryuken si avvicinò a quella montagna umana con un autocontrollo che solo lui poteva possedere e chiese:-
    Hey…tu che ti fai chiamare Fudoh…che valore ha per te la vita?- le sue parole erano calme e tranquille.
    Raoul era a fianco al maestro, inginocchiato a terra e osservava l’ uomo alto più di 2 metri.
    -La vita? Cosa vuoi che me ne importi…non so chi siano i miei genitori…che ne so della vita!- rispose Fudoh.
    -Sei un fallito…mi fai pena!- Ryuken sperava di ferire l’orgoglio del gigante ma questo rispose alla sua provocazione con una risata.
    -Ryuken! mi prendo l’ oro e i viveri…la regola è questa!- aggiunse Fudoh, senza ottenere risposta dal Maestro di Hokuto.
    Raoul, che era rimasto immobile, si chiese a quale regola quel gigante si riferisse, poi trovò da solo la risposta “la regola del più forte”, come se il gigante avesse capito i suoi pensieri posò su di lui il suo sguardo minaccioso: Che vuoi tu?- lo provocò.
    D’ istinto Raoul lo guardò con ferocia, avrebbe voluto affrontalo, ma non riuscì a muoversi, si rese conto di essere totalmente impotente davanti a tutta quella forza. Era diventato pallido alla vista di quegli occhi.
    Gli occhi del Diavolo lo lasciarono incapace di reagire. Rimase immobile, mentre il sudore gelido del terrore bagnava vistosamente il suo viso.
    Fudoh, dopo averlo osservato qualche istante, voltò la schiena e uscì dalla palestra.
    Raoul, ancora scosso per quanto accaduto, ebbe la consapevolezza che quell’ uomo non lo aveva neanche considerato come probabile avversario, le parole di Ryuken furono per lui una conferma.
    -Povero Raoul…non riesci a muoverti vero? Lui è troppo per te…- Non era un rimprovero, era la verità.
    Raoul provò una frustazione incredibile, proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno tutta la sicurezza che aveva di sè lo aveva abbandonato, lasciandolo incapace di reagire.
    Poco dopo Kira, in lacrime, entrò nella palestra, Baiko e Kenshiro erano al suo fianco:-Ryuken…mio Dio ma chi è quel mostro?- chiese spaventata.
    -E’ un Demonio…- fu la risposta del Maestro.
    -Maestro…perché non lo avete ucciso? L’ Hokuto Shinken è l’ arte suprema, voi potevate!- chiese Raoul.
    -Che senso ha dimmi…privare un uomo della vita…quando per lui questa non ha alcun valore- rispose Ryuken, poi, aggiunse:-Fudoh è molto forte…io non posso rischiare di perdere la vita in uno scontro di cui non conosco l’ esito certo, se prima non ho designato un erede!-
    -Maestro! Toki, Jagger e Kim erano al sicuro…ma molti dei nostri uomini sono stati uccisi- disse Baiko.
    -Capisco…Baiko dobbiamo scoprire dove è diretto! Potrebbe uccidere altri innocenti!- Dopo quelle parole di Ryuken entrambi si diressero all’ inseguimento del malvagio gigante.
    Fudoh, non soddisfatto della razzia di cibo e oro al palazzo di Hokuto si diresse verso il deposito nei pressi del Castello di Nanto.
    Fece per aprire il portone del deposito, ma si fermò quando vide una bambina mettersi di fronte a lui a braccia aperte per impedirgli di entrare.
    -Signorina Giulia venga qui!…quello è un Demonio!!- gridò un soldato di Nanto a terra ferito.
    Giulia non si mosse, era disposta a morire per proteggere la sua cagnolina Maya, guardò quel Diavolo senza alcuna esitazione.
    -Non hai paura di morire?- tuonò il gigante, poi sollevò il braccio, deciso a colpirla e farla a pezzi.
    -Togliti!- in un istante partì il colpo, ma quel pugno gigantesco si fermò a pochi centimetri dal viso di Giulia che, immobile e senza timore, era disposta a riceverlo.
    Fudoh rimase spiazzato e per la prima volta nella sua vita tentennava:-Vuoi proprio morire!...cosa c’è lì dietro?- gridò scaraventando Giulia a terra con uno spintone e spalancò il portone.
    Non credeva ai suoi occhi, davanti a lui, su una coperta adagiata su delle casse di legno, dei cani.
    -Cosa?... Cani?- disse con voce roca di stupore.
    -Cani! Oh…sono nati!- urlò Giulia eccitata, correndo verso la cagnolina Maya e i suoi piccoli.
    “Perché questa bambina era disposta a morire per proteggere dei cani?”si chiese Fudoh confuso, poi Giulia prese un cucciolo e lo posò sulla sua mano enorme. Il gigante aveva gli occhi spalancati ed esitante avvertiva la debolezza di quell’ essere fragile sulla sua mano.
    -Guarda…è vivo! E’ caldo…questa è la vita! Anche noi siamo nati, proprio come lui!- le parole di Giulia suonarono dolci e rasserenanti come quelle di una madre, sì la madre che il gigande non aveva mai avuto.
    -La vita…- ripetè Fudoh.
    Si era fermato…in quell’ istante capì che la sua vita fino a quel giorno era stata priva di significato, aveva ucciso e fatto stragi di innocenti con la sua forza e non si era mai reso conto del grande senso della vita.
    Ryuken e Baiko, che avevano assistito alla scena non credevano ai loro occhi.
    Giulia, una bambina, aveva fermato il Diavolo! Questo era il grande potere dell’erede dell’ Ultimo Generale Nanto.
    Da quel giorno Fudoh decise di seguire per il resto della sua vita la stella dell’ amore materno, Giulia, l’ ultimo guerriero di Nanto e di combattere per difendere la vita degli innocenti.
    Proprio in quel deposito decise di sigillare quell’ armatura da Diavolo e diventò una delle cinque forze Nanto, Fudoh la forza della montagna.
    Nei giorni seguenti, ogni volta che qualcuno piangeva le vittime dell’ attacco di Fudoh, o riparava oggetti rotti durante quell’ invasione, Raoul non faceva che ricordare il terrore che l’ aveva assalito davanti a quegli occhi assetati di sangue e, per quanto si sforzasse, non riusciva a perdonarselo.
    Niente, pur essendo il più grande fra gli allievi di Hokuto, non era riuscito a fare niente!
    Questo pensiero non abbandonava mai la sua mente e, ad un tratto, prese una decisione, doveva incrementare i suoi allenamenti! Se voleva divenatare il più forte di tutti doveva sacrificarsi in misura ancora maggiore e pretendere di più da se stesso!
    Dopo il consueto allenamento di Ryuken non si recò come al solito in giardino ma si allontanò dal palazzo raggiungendo la catena montuosa a nord.
    Dopo alcune ore di solitario allenamento arrivò l’ occasione per mettersi alla prova, una bambina correva disperata, inseguita da un branco di lupi.
    Tou, la figlia di Ryaku del mare, aveva ormai raggiunto un precipizio e quasi certa di finire sbranata dai lupi gridò coprendosi il volto con le braccia. Un lupo le si avventò contro ma, in quel momento Raoul, con una violenza incredibile, scagliò contro la bestia una piertra e la uccise.
    In un istante la preda dei lupi divenne lui e, ormai circondato, attese impaziente la loro aggressione, con rapidità e perfezione dei suoi copli li uccise uno ad uno, poi, soddisfatto di sé, guardò giacere sul suolo i loro cadaveri.
    Tou rimase affascinata dalla semplicità con cui il suo salvatore aveva finito quelle bestie.
    -Ciao, tu chi sei? Io sono Tou…grazie mi hai salvato la vita…- disse la bambina, sentendo le sue guance avvampare di emozione ed imbarazzo.
    -Mi chiamo Raoul, no ti sbagli…non l’ ho fatto per salavarti, se sono riuscito ad ammazzare quelle belve significa che i miei colpi diventano sempre più precisi e potenti, questo fa parte del mio allenamento!- rispose freddamente Raoul e se ne andò.
    Tou, colpita da quel ragazzo tanto determinato che le aveva appena salvato la vita, continuò a seguirlo con lo sguardo quando lui scese verso la valle per fare ritorno al palazzo di Hokuto.
    Nei giorni che seguirono, la piccola Tou non perdeva occasione per andare a spiare Raoul quando rimaneva solo nella palestra per continuare il suo allenamento, lo osservava di nascosto in giardino e, talvolta, lo seguiva anche sulla montagna dove lui continuava a recarsi sperando di incontrare altri lupi.




    CAPITOLO 7:
    L’ allievo più piccolo


    -E’ soltanto un ragazzino!- le parole di Kira risuonavano alte nel grande salone.
    Ryuken, seduto su un ampia poltrona di pelle, la guardava con espressione dura, non era per nulla sorpreso di sentire gridare quella donna ostinata e dal temperamento che lui conosceva fin troppo bene.
    -Anche gli altri Kira… anche gli altri erano solo dei ragazzini!- spiegò cercando di farla ragionare.
    -Ryuken, ascoltami…lui lo merita per diritto di nascita!- gli ricordò lei avvicinandosi e cercando di tenere un tono di voce più pacato.
    -Non basta! Kira per me questo non è sufficiente, non cambierò la mia idea!- chiuse la questione il Maestro senza ammettere altre repliche.
    Ormai consapevole di aver superato il limite e di non poter, in alcun modo, cambiare le cose, Kira aggiunse:- Perdonami… io non ho il diritto di intromettermi, solo che quel ragazzo è… - non riuscì a concludere quella frase perché Ryuken la interruppe:- Quello che è e quello che sarà lo vedremo! Capisco quello che intendi dire, non dimenticare che posso avvertire lo spirito interiore delle persone! Tuttavia la mia decisone è presa e questa discussione è finita!-
    Questa volta Kira ebbe proprio la sensazione di essere stata congedata e si limitò solo a dire:- Ryuken tu sei un Saggio e sai sempre come meglio agire…- guardandolo negli occhi sperava di ottenere la conferma di quelle parole nel suo sguardo.
    Il Maestro trattenne a fatica una risata e percependo ancora preoccupazioni sul viso della donna tentò di tranquilizzarla:- Non temere… non gli accadrà nulla di male, so quanto tieni a quel ragazzino ma devi fidarti, sulla questione ho riflettuto a sufficienza ed è giusto così!- ora lui aveva un espressione sicura di sé e dopo qualche istante di riflessione Kira rispose con un cenno di assenso del capo e decise di uscire dal salone e lasciarlo ai suoi pensieri.
    Sebbene Kenshiro appartenesse alla Dinastia Principale di Hokuto, Ryuken non era convinto che questo fosse un valido motivo per iniziare anche con lui l’ addestramento, avrebbe potuto non avere il talento necessario e lui era abituato a mettere sempre alla prova i propri allievi, in un modo o nell’ altro.
    Ricordò di averlo fatto anche con Jagger e Kim affidandoli a persone che, messe al corrente dello scopo, avevano spesso fatto trovare i ragazzini in situazioni di difficoltà e poi avevano riferito a lui il comportamento di entrambi.
    Kenshiro avrebbe affrontato la stessa prova di Raoul e Toki!

    In quello stesso momento, il giovane Ken, ignaro di quello che il destino stava disegnando per lui, correva spensierato fra gli alti alberi del bosco.
    Nonostante la stagione autunnale fosse giunta alla sua conclusione, la giornata era splendida e i caldi colori ambrati che la natura mostrava in tale periodo dell’anno lo emozionavano e riempivano il suo cuore di una vitalità incredibile.
    Presto sarebbe arrivato il clima rigido dell’ inverno e lui aveva intenzione di godersi il più possibile il generoso e ultimo sole di quelle giornate.
    -Ken aspetta! Non correre così veloce…!- a queste parole di Giulia, lui si bloccò di colpo.
    -Hai visto che giornata? Come si fa a stare chiusi nel palazzo in una giornata come questa!- le chiese Ken con un sorriso.
    -E’ vero… però se continui a correre così, temo di non riuscire a starti dietro…- rispose Giulia tirando il fiato.
    -Hai ragione… scusami… riposiamoci un po’ - propose lui sedendosi su un angolo di prato.
    Giulia sorridendo gli si sedette accanto, stare vicino a ken la faceva sentire bene, lui aveva il potere di farle dimenticare, anche se per brevi momenti, le sensazioni di angoscia e inquietudine che spesso le attraversavano il cuore senza che lei ne capisse il motivo.
    -Giulia…Toki dice che presto potrò iniziare l’addestramento di Ryuken! Ti confesso che non vedo l’ora di allenarmi assieme ai miei fratelli - quella frase a lui sembrava una semplice considerazione, ma si accorse che Giulia aveva cambiato espressione e che gli occhi con cui lo guardava erano diventati improvvisamente tristi.
    -Ho detto qualcosa di male? Io non…- chiese senza essere in grado di trovare le parole giuste per continuare a parlare.
    -No… niente… è solo una delle mie solite sensazioni, ti prego… non farci caso…- Giulia non riusciva a spiegarselo, ma all’ improvviso fu come se il suo stomaco fosse stretto in una morsa, tuttavia non aveva intenzione di farlo notare a lui, così aggiunse: -Però sono un po’ triste… perchè non avrai più tempo da trascorrere insieme a me…-
    -Non devi preoccuparti… io troverò sempre tempo per le nostre passeggiate… specie in giornate come questa!- disse Ken rialzandosi e, dopo essersi stiracchiato, le tese la mano per invitarla a rialzarsi.
    -Me lo prometti? Io… mi sento bene quando sono con te… - i suoi grandi occhi azzurri, nuovamente sorridenti, brillavano di una luce che Ken trovò incantevole.
    -Non ne devi dubitare! – la rassicurò.
    Si scambiarono un intenso sguardo e per qualche istante entrambi rimasero in silenzio, pareva che nessuno dei due volesse rovinare quel momento con le parole.
    Tuttavia, qualcuno spezzò il silenzio, una voce inopportuna, poco distante dai due: Eccoti! Kira non ha di meglio da fare che mandarmi a cercare te! E tu che fai? Passi il tuo tempo a giocare con lei!- disse Jagger con disprezzo e rivolgendo a Giulia il suo sguardo adirato.
    Prima che lei riuscisse a parlare, Jagger si rivolse nuovamente a suo fratello minore:- Vedi di rientrare!.. e la prossima volta invece di venire a cercarti… dirò semplicemente a Kira che sei morto!- Jagger sputò per terra e sul suo viso si disegnò il solito ghigno irritante.
    Kenshiro avrebbe voluto rispondere in malomodo a quello che, a tutti gli effetti, considerava un fratello maggiore ma, forse per il troppo rispetto che nutriva verso lui, si limitò a prendere Giulia per mano ed entrambi si avviarono correndo verso il palazzo.
    La mattina successiva Kenshiro si svegliò molto presto con l’ intenzione di godersi un’altra splendida giornata all’ aperto, da quel che ne sapeva lui, Kira non avrebbe avuto alcun motivo per impedirglielo.
    Scese nella grande cucina in attesa di fare colazione, lì, Kira e altre due donne erano già al lavoro.
    -Già in piedi Kenshiro?...Bene! Va subito da Ryuken…ti stà aspettando.- disse la donna senza riuscire a guardarlo negli occhi per paura che lui percepisse la sua ansia.
    -Aspetta me?-chiese Ken sorpreso.
    -Sì, coraggio vai! E non fare domande… - gli ordinò.
    Ken non fece quasi in tempo ad uscire dalla cucina che Ryuken gli era già di fronte.
    -Ma…Maestro…-balbettò.
    -Kenshiro… ormai anche per te è giunto il momento di iniziare il tuo cammino nell’ Hokuto Shinken, tuttavia, c’è ancora una cosa che prima devi fare…seguimi!- disse Ryuken.
    Ryuken lo scortò nei pressi della grande cascata e, dopo averlo fatto avvicinare al ciglio di un burrone, sferrò un potente calcio contro la roccia creando una spaccatura del terreno sotto i piedi di Ken.
    Il ragazzo, sentendo mancare il suolo sotto di lui, non riuscì ad evitare di cadere e precipitò urlando sul fondo del burrone.
    Sorpreso di sentire il suo cuore continuare a bettere dopo quel terribile colpo sul suolo, Ken riuscì ad aprire gli occhi e alzando lo sguardo riconobbe la figura annebbiata del suo Maestro che, dall’ alto di quella roccia lo osservava.
    -Perché Maestro…?- chiese Ken sul punto di perdere i sensi.
    -Kenshiro arrampicati fino qui!…bisogna essere forti per diventare Maestri di Hokuto! - lo spronò Ryuken.
    Il Maestro rimase qualche istante ad osservare quel ragazzino inerte, che ora appariva svenuto, improvvisamente, si accorse di Toki, arrivato in quel momeno al suo fianco.
    Toki vide Kenshiro sanguinante sul fondo del burrone e spalancò gli occhi sorpreso.
    -Kenshiro!-gridò
    -Non aiutarlo Toki… se non riuscirà a risalire questa roccia non avrà alcuna possibilità…questa è la regola!- chiarì subito Ryuken.
    -Ma sta male!- disse Toki preoccupato, subito dopo si precipitò giù dalla scarpata e in breve raggiunse Ken, lo sollevò leggermente da terra prendendolo per le spalle:-Coraggio… fatti forza!- lo implorò, ma si accorse che era privo di sensi.
    Sollevandolo completamente lo prese fra le braccia e riuscì a portarlo in cima alla roccia, di fronte a Ryuken.
    -Perché l’ hai fatto? Salvandolo gli hai dato la possibilità di diventare un Maestro…significa che un giorno combatterai contro di lui!- disse serio il Maestro.
    -L’ ho fatto perché è mio fratello. Raoul ha fatto lo stesso per me! Quando mi ha salvato non ha fatto calcoli… il nostro destino si compirà solo quando saremo costretti a combattere!- rispose Toki sicuro di sè e, tenendo Ken fra le braccia, si diresse verso il palazzo.
    Ryuken ricordò il giorno in cui Raoul aveva scalato quella stessa roccia, aiutandosi con un solo braccio, per non essere separato da suo fratello e notò anche che spesso Toki emulava le gesta del fratello maggiore che considerava come un esempio da seguire.
    Ryuken si soffermò a lungo sui suoi pensieri, come ipnotizzato dal movimento dell’ acqua della cascata che scendeva impetuosa, riflettè su quell’ insolito destino.
    Appariva ora chiaro che quel destino voleva Kenshiro tra i suoi allievi, per la sua successione diretta e per amore dei suoi fratelli.
    Lui non si sarebbe opposto al volere del fato… se questo era quello che il cielo aveva deciso… così sarebbe stato e Kenshiro il giorno successivo avrebbe iniziato il suo lungo addestramento come aspirante successore di Hokuto.

    Troppo veloce, quel movimento di Ryuken era stato troppo rapido perché Ken lo vedesse.
    Eppure, Kenshiro era certo di aver mirato al volto, nel tentativo di colpirlo, come aveva potuto allontanarlo senza neppure muoversi? Ryuken doveva essersi mosso per forza, si disse.
    Senza porsi altre domande Ken provò ancora, prese la rincorsa e con un salto a braccio alzato mirò ancora una volta al viso del suo Maestro che, con un gesto rapido e continuo del braccio, tracciò un cerchio luminoso nell’aria e lo respinse scaraventandolo a terra.
    I suoi fratelli più di una volta avevano provato a descrivergli il dolore che si provava sbattendo la schiena sul pavimento di pietra della palestra, ma fino a quel momento Ken non era stato in grado di immaginarselo.
    Il dolore era insopportabile e le fitte che sentiva al torace gli impedivano di recuperare un normale ritmo del respiro.
    Cercò di rialzarsi, non poteva e non voleva deludere il suo Maestro che, ora, aveva un’ espressione fredda e impenetrabile.
    Ryuken appariva immenso rispetto a lui che era il più piccolo e il più basso dei suoi allievi.
    -Kenshiro! Se fai attendere così tanto il tuo avversario prima di attaccare… finisce che attacca lui e tu perdi la vita!- le parole di Raoul furono seguite dalla risata sprezzante e acida di Jagger.
    Ken si voltò a guardare i compagni, tutti e quattro arrivati in quel momento, per un istante ripensò ai suoi allenamenti con Raoul “accidenti la corteccia degli alberi che era abituato a colpire non era per nulla paragonabile alla durezza della pietra di quel pavimento” pensò, provando a respirare più profondamente sperando di sentire meno il dolore.
    Quella distrazione gli costò cara perché Ryuken lo colpì nuovamente e questa volta il suo viso picchiò contro il muro.
    -Prima regola Kenshiro! Non sono ammesse distrazioni durante una lotta!- disse Ryuken in tono severo.
    Jagger esplose in una risata sonora che si interruppe quando il Maestro lo guardò adirato.
    -Voi quattro iniziate i vostri esercizi e affrontatevi con il solito sistema… voglio vedere l’ individuazione degli Tzubo! Non attaccate l’ avversario a caso…oggi mirerete al petto!- a quell’ ordine i quattro ragazzi iniziarono il loro allenamento.
    Kenshiro era nuovamente di fronte a Ryuken, questa volta fu il Maestro a fare la prima mossa, Ken vide quella mano arrivare vicinissima alla sua fronte e indietreggiò come d’istinto ad occhi chiusi, sentì lo spostamento d’aria di quel colpo sollevargli i capelli, quando aprì gli occhi vide la mano di Ryuken a pochi millimentri dal suo naso.
    In quell’ istante Raoul, che era in procinto di colpire Jagger al petto, si fermò rilassando il pugno e di scatto si voltò a guardare Ken e il Maestro.
    -Bene Ken! Hai avvertito e anticipato il mio attacco…questo è molto importante!- disse Ryuken un po’ sorpreso e allo stesso tempo soddisfatto.
    -Maestro ma come…voglio dire…non so come ho fatto- chiese Ken incredulo.
    -Istinto…hai saputo affidarti all’istinto!Non tutti i combattenti della tua età sono in grado di farlo…in genere la paura impedisce di seguire l’istinto, evidentemente non ne hai molta…- spiegò il Maestro assumendo ora un’ espressione più amichevole, poi aggiunse :-Direi che per oggi può bastare! Con te ho finito...- Ryuken lo congedò e si concentrò sugli esercizi degli altri quattro ragazzi.
    Raoul riflettè su quelle parole di Ryuken “Sì la paura…quella che aveva fermato lui di fronte a Fudoh” pensò.
    -Che fai? Ti distrai…Yahhh!- Jagger lo colpì in quel momento approfittando della sua distrazione e Raoul si accasciò a terra portandosi una mano al petto.
    Ryuken rimase a lungo ad osservare i suoi allievi, nonostante Kenshiro fosse il più piccolo era stato l’ unico ad evitare un suo attacco alla prima lezione, nessuno fra Raoul, Toky, Jagger e Kim aveva dimostrato tanto talento.
    Raoul stava diventando forte, rabbioso in maniera giusta e mostrava una determinazione che negli altri allievi non riusciva a scorgere, Toki era senza dubbio colui che portava le tecniche in maniera più precisa ed era sempre alla ricerca della perfezione nell’esecuzione dei movimenti.
    Riflettè su Jagger, anche lui mostrava determinazione, forza fisica e una discreta conoscenza delle tecniche imparate sino a quel momento, anche se non badava alla precisione durante la loro esecuzione, infine Ryuken si soffermò sull’ osservazione di Kim.
    Era sicuramente il più debole, appariva sempre spaventato e nonostante il grande impegno faceva fatica a stare dietro ai compagni.
    In quel momento Kim che era impegnato in uno scontro con Toki, ai suoi occhi appariva inesperto, sempre colto di sorpresa quando riceveva gli attacchi e quando era lui a colpire si percepiva una totale mancanza di rabbia, quella rabbia che a Ryuken pareva indispensabile nell’apprendimento di un’ arte marziale omicida.
    -Bene! Per oggi basta!- ordinò Ryuken ai ragazzi lasciando la palestra.
    Finalmente era arrivata la fine di quella giornata che era stata dura per tutti loro, l’ unico che a tarda notte ancora non riusciva a prendere il sonno era Kenshiro.
    Affacciato al terrazzo della sua stanza, osservava il giardino e continuava a pensare alla giornata che aveva appena trascorso.
    Finalmente aveva iniziato l’ addestramento con i suoi fratelli e non era andata affatto male, pensò a Giulia e a quanto gli sarebbe piaciuto condiviere quella gioia assieme a lei, poi alzò gli occhi al cielo stellato e si soffermò sulla costellazione dell’ Orsa Maggiore.
    Le sette stelle, che rappresentavano l’ emblema della sua Scuola, sembravano brillare solo per lui quella notte.

    Edited by alexange - 25/8/2010, 23:17
     
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  4. la scuola imperiale di cento
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    complimenti!è davvero bellissima...ma è finita?se non è così spero di leggere il prossimo capiitolo il + presto possibile...
     
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  5. alexange
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    Grazie ragazzi! S' è vero..è un lavoro immane ma è da quando sono piccolina che lo voglio fare e ad un certo punto ho trovato l'ispirazione. Forse ci sono un po' di incongruenze con la storia vera... ma è dovuto ai tantissimi errori di doppiaggio italiani (a volte sembra che quì in Italia abbiamo visto un' altra cosa.. che rabbia!).
    No no la storia non è finita... questo è solo l'inizio e si concluderà con la successione di Ken all'Hokuto Shinken.
    Giuro che la finirò... grazie mille per i vostri complimenti (mi danno lo stimolo per continuare) :)

    Edited by alexange - 1/2/2009, 19:50
     
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    sI DIFATTI COME HO DETTO IN ALTRI POST IN ITALIA FACCIAMO SEMPRE CAGARE
     
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  7. alexange
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    CITAZIONE (Renero70 @ 16/1/2009, 14:06)
    sI DIFATTI COME HO DETTO IN ALTRI POST IN ITALIA FACCIAMO SEMPRE CAGARE

    Quoto!
     
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    molto bella .. complimenti!!
     
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  9. alexange
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    Grazie mille ^_^
     
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    ho appena finito di leggere questa meravigliosa storia
    brava davvero spero che continui presto
     
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  11. alexange
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    CITAZIONE (Urameshi79 @ 19/1/2009, 03:03)
    ho appena finito di leggere questa meravigliosa storia
    brava davvero spero che continui presto

    Grazie! :)
    Continua continua..solo che il tempo è quello che è e vado lentamente...
     
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    Io sto aspettando che la concludi per gleggermela tutta d'un fiato.
     
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  13. alexange
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    CITAZIONE (Squalo Densetsu @ 22/1/2009, 22:43)
    Io sto aspettando che la concludi per gleggermela tutta d'un fiato.

    Azz..sono previsti 20 cap...non riesco proprio a farne di meno..altrimenti condenso troppe cose assieme...ci vorrà un po' ma giuro che la finirò! :P
     
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    Ma Gli Anni Perduti.. li hai letti?
     
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    Alex è inutile che ti dico cosa penso ! E' ovvio che aspettiamo tutti con ansia, prenditi tutto il tempo che vuoi tranquilla !!
     
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