MAD MAX - The videogame

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  1. Squalo Densetsu
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    Le impressioni di gamerepublic.it dal Gamescom 2013

    - articolo di Raffaele Giasi -

    Avevamo già incontrato Andreas Gshwari (Lead Level Designer di Avalanche) nel corso dell’ultimo E3. Già allora il talentuoso sviluppatore ci aveva offerto la sua visione del mondo di Mad Max anche se, a ben vedere, non c’era ancora molto di cui parlare visto che il gioco era praticamente fresco di annuncio. Ora, in occasione della Gamescom 2013, abbiamo potuto re-incontrare Gshwari nel corso di un evento a porte chiuse in cui ci è stata presentata una prima demo giocata di Mad Max. Da fan della serie… non potevamo assolutamente mancare!

    Come preannunciato, Mad Max sarà sostanzialmente un titolo open world, ambientato su di un pianeta Terra ormai in preda della violenza post-atomica. Come nel film originale, la Terra ormai è una landa brulla e polverosa in cui sopravvivono solo i più forti e i cui residui di umanità si possono trovare in poche e sparute baraccopoli. All’inizio del gioco ci troveremo, dunque, a controllare un Max solo e “debole”. Attaccato da alcuni banditi, il nostro si troverà senza famiglia, senza auto e completamente perso nel deserto. Il nostro compito sarà dunque quello di “ricostruire la vita di Max” partendo proprio dalla sua automobile.

    “Non può esistere un Mad Max senza un’auto da guidare – ci dice Andreas -, e certamente molti saranno attaccati alla cara e vecchia Interceptor, tuttavia abbiamo dato ai giocatori la possibilità di creare la propria auto in base a quelli che sono i gusti e gli stili di gioco.”

    E a ben vedere non ci racconta frottole. In Mad Max avremo infatti la possibilità di rubare le poche auto funzionanti rimaste sul pianeta per raccattarne i pezzi utili a formare il nostro personalissimo bolide. Proprio su questo concetto si è quindi basta parte della demo vista a Colonia ove il team si è infiltrato oltre le linee nemiche per derubare alcuni banditi di un prezioso e potente drugster.

    “Rubarlo non basterà – aggiunge Andreas -, dovrete infatti stare attenti a non danneggiarlo troppo perché questo influenzerà la qualità dei pezzi che ne ricaverete!”

    Saltato sul dragster Max si è quindi prodigato in un combattimetno su quattro ruote, complice il forsennato tallonamento dei banditi che, armati e equipaggiati, si sono messi alle calcagna del nostro eroe. A questo punto una parentesi: il gioco è visivamente accattivante e molto, molto fluido. Mostratoci su PS4, Mad Max è una piccola perla grafica. Il mondo di gioco, nonostante la desolazione, gode di una variegatura e di una minuzia notevole. Tale ricerca stilistica si riflette non solo nella varietà della miscellanea ambientale, ma sparatutto nella costruzione dei diversi modelli poligonali che, soprattutto per ciò che concerne le auto, godono di una discreta varietà. Tornando alla nostra demo, Max è riuscito a non capitolare grazie a tutta una serie di trovate che, partendo dallo speronare le auto sino a ribaltarle con un apposito arpione, gli hanno permesso di portare a casa la pellaccia. I combattimenti in auto sono una bella trovata, non c’è dubbio. Il team ci ha riflettuto come si deve ed ha confezionato un’esperienza ludica notevole. Costruire l’auto dei propri sogni, perfezionandola in ogni dettaglio per poi portarla su sabbia e usarla per combattere è un qualcosa che titoli come Borderlands avevano solo parzialmente percepito e forse mai veramente confezionato a arte.

    Qui le cose sono diverse. Le auto di Max, perfezionabili nell’estetica e nella meccanica, sono dei gioielli da combattimento intrisi del demone della velocità. Recuperati i pezzi avremo la possibilità di montare l’auto secondo i nostri gusti presso l’officina di Jeet rinforzando le debolezze e lavorando su caratteristiche come velocità, resistenza, aderenza e chi più neha più ne metta. Montare pezzi a caso non servirà a nulla, se non a peggiorarne le caratteristiche vedendo determinati coefficienti precipitare verso il basso. Una balaustra d’acciaio su un’auto dalla carlinga leggera, ad esempio, ne appesantirà le sospensioni rendendola poco maneggevole e lenta. Al contrario il medesimo assetto su un’auto più massiccia creerà un ariete a quattro ruote. Le opzioni, in tal senso, sono molteplici e configurano un’esperienza tutt’altro che superficiale.

    Non mancheranno, poi, combattimenti corpo a corpo violenti quanto basta, un’interazione ambientale di buon livello (potrete, tanto per dirne una, far crollare le torri su cui si annidano i cecchini piuttosto che perdere tempo a stanarli!), nonché tutta una serie di trovate perfette per un titolo open world ma ad ora, purtroppo, solo accennate. Parliamo ti feature come quest, collezionabili e, ovviamente, incontri e obiettivi randomici con cui scegliere liberamente se interagire o no. La traversata nel deserto è ancora lunga, non c’è dubbio, eppure all’orizzonte si staglia l’alba di un’operazione forse, a oggi, sottovalutata. Non sappiamo che senso abbia rebootare a livello cinematografico un’icona come Mad Max, fatto sta che il titolo di Avalanche Studio si configura come un’esperienza interessante e potenzialmente vincente. L’aderenza con il brand di Mad Max, unita a un mondo open world di spessore, rende il lavoro del team di Just Cause un qualcosa da tenere d’occhio.
     
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10 replies since 15/7/2013, 20:55   241 views
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