La Leggenda di Oda saburo Nobunaga vol.1 - Recensione ed intervista a Tetsuo Hara

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  1. Squalo Densetsu
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    Nella recensione, almeno per questo primo volume, ho voluto lasciare spazio alle parole del maestro Hara (e ringrazio ancora Musashi per l'immensa disponibilità nonostante i suoi gravosi impegni), ma qui nel forum mi sento di aggiungere qualche parere in più.
    Per prima cosa il tratto stesso del maestro.
    Forse io non faccio testo perché QUALSIASI disegno di Hara, che appartenga ai primi anni della sua carriera o sia dell'altro ieri, è capace di esaltarmi. Non ho mai nascosto che la sua evoluzione, maturata su Souten No Ken e infine riversata proprio qui, su Ikusa No Ko. mi piace tantissimo. Come dicevo anche quando parlavo di Last Piece, sono lontani i tempi in cui Hara citava Frazetta e altri artisti: l'Hara odierno ha ormai sviluppato uno stile molto personale e basato su una sua precisa logica estetica volta a dare un'aura "mitologica" agli eroi dei suoi racconti. Poi c'è quel taglio cinematografico che rende determinate scene veramente esplosive, basta vedere la parte finale del primo volume, con il provvidenziale intervento di Cisco: una sequenza di vignette di grande impatto. Ma la cosa che in fondo mi ha colpito di più, è che ho avuto la sensazione come di una seconda giovinezza per Hara. Una sorta di ritrovato entusiasmo che traspare dalle espressioni facciali di Kipposhi.
    Chiaramente, non parlo solo da fan del maestro, ma da cultore di fumetti di ogni tipo, che ha ancora una soffitta piena di manga, comics e Bonelli sparsi: Ikusa No Ko, per me, è una commistione ben riuscita tra ciò che ci si aspetta tradizionalmente da un fumetto di Hara e tutta una serie di nuovi elementi, ma d'altronde non ci si poteva aspettare niente di meno, visto che alla sceneggiatura c'è Horie, che da trent'anni è l'uomo che, pur restando nell'ombra, ha sempre decretato il successo delle opere di Hara.
    L'unica perplessità, lo dico sinceramente, riguarda proprio l'età del protagonista. Ikusa No Ko non è uno shonen manga, tant'è che nasce su una rivista, Comic Zenon, rivolta principalmente ad una fascia di pubblico in età lavorativa. Di conseguenza, è difficile pensare di potersi identificare con il protagonista dodicenne e fare quel processo che il maestro si augura, ovvero trovare i punti in comune. Per dirla in parole povere, se con Keiji Maeda o il Kenshiro Kasumi di Souten No Ken mi sentivo più in sintonia, con Kipposhi non è proprio la stessa cosa. E' un bel personaggio, non dico sia brutto, ma se hai una certa età, lo "vivi" dall'esterno. Puoi ammirarlo, puoi trovarlo pieno di vita e di altre caratteristiche, ma difficilmente ti puoi mettere nei suoi panni.
    Hara non è uno sprovveduto e, sicuramente, avrà calcolato anche questo. Forse voleva proprio che, per tentare di immedesimarsi in Kipposhi, si andasse in cerca dei ricordi e dei sogni della propria giovinezza. In fondo, quello che dice nell'intervista, lascia intendere che egli stesso stia attraversando un momento di "riscoperta" del suo io più "puro".
    Chissà, forse l'aver ormai superato i cinquant'anni lo ha spinto a riconsiderare certi aspetti della sua vita. Quello che è certo, è che qualsiasi processo mentale o emozionale ci sia dietro a questo manga, il risultato è entusiasmante, quindi il mio consiglio resta quello di comprarlo ad occhi chiusi. :)
     
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7 replies since 12/3/2015, 10:05   283 views
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