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Questa curiosità mi è balenata in mente ieri, all'improvviso. In tutti i manga e anime commerciali che riesco a ricordare, a parte qualche disabilità fisica o qualche malattia terminale, non mi pare venga mai affrontata la disabilità a livello mentale. La domanda sorge spontanea: perché? E' per caso un argomento taboo per i giapponesi?
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Nemmeno io ricordo di aver mai letto nessun manga su questo tema. Potrebbe essere anche che semplicemente in Italia non sia mai stato portato niente ma che magari esistano lo stesso in Giappone. Una volta a Tokyo sono stato in un negozio dove c'era un itero piano dedicato a manga erotici esclusivamente gay. Almeno uno con tema disabili se lo saranno inventati credo.
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CITAZIONE (Darkwil @ 30/7/2016, 00:42) Almeno uno con tema disabili se lo saranno inventati credo. Il fatto è che, pure se fossero due o tre ma misconosciuti al grande pubblico, implicherebbe comunque che, nel semi-infinito panorama delle produzioni nipponiche, l'argomento è passato praticamente sotto silenzio. La cosa mi stupisce ancor di più se penso che l'occidente ha invece trattato spesso l'argomento anche con produzioni famose (soprattutto cinematografiche). Basti pensare a Rain Main, solo per citarne uno, ma vi sono comunque tanti esempi che si potrebbero fare. Un film italiano che ho visto in TV per un puro caso lo scorso inverno (ahimé, buttato nel palinsesto di Raidue a notte fonda, c'è da dirlo), dal titolo "Pulce non c'è", riusciva ad esempio a trattare il problema di una grave forma di autismo e a costruirci intorno una trama mai patetica ma in grado invece di dare parecchi spunti di riflessione. Le dinamiche che si sviluppavano non ruotavano solo attorno alla bambina protagonista, ma coinvolgevano l'intera famiglia. Questo per dire che, se si vuole, dei prodotti interessanti si fanno anche con un argomento molto spinoso e, essendo manga e anime una forma di comunicazione molto potente, potrebbero veicolare ancora meglio certe tematiche anche tra i più giovani.
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Bella domanda, considerando che negli anni '80 e '90 era taboo creare opere con protagonisti "stranieri" (motivo per cui molti protagonisti anche videoludici di quegli anni erano mezzosangue), non mi stupirebbe che ve ne sia uno riguardante l'argomento disabilità mentali.
Anche perché, almeno dal mio punto di vista, richiederebbe una sensibilità non comune sia da parte dell'artista sia da parte del pubblico e, francamente, in una rivista-contenitore non so quanto un seinen del genere potrebbe venir apprezzato.
Wonderweiss di Bleach sembra comunque mostrare una forma di autismo, per quanto venga detto che sia più un atteggiamento dovuto alla "giovane età" del personaggio e in Rete si possano trovare i soliti simpaticoni che preferiscono definirlo affetto dalla Sindrome di Down.
Se poi in disabilità mentali si voglia inserire anche il solo deficit "socio-relazionale" (facente parte comunque dell'insieme che compongono il ritardo mentale nei suoi vari livelli), penso che la lista potrebbe anche allungarsi.
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Ma il troppo sempliciotto per essere cattivo non va in quella direzione? Ad esempio Bu versione ciccione benevolo in Dragonball.
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Francamente, non lo definirei individuo con disabilità mentali, considerando poi la natura stessa del manga.
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CITAZIONE (vota DC @ 2/8/2016, 18:12) Ma il troppo sempliciotto per essere cattivo non va in quella direzione? Ad esempio Bu versione ciccione benevolo in Dragonball. Beh, no. Io parlo proprio di storie in cui esista almeno un personaggio (non per forza il protagonista) con handicap mentali conclamati.
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6 replies since 28/7/2016, 15:02 307 views
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