Ken il guerriero - Un adattamento ragionato

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    Con questo topic, per una volta, vorrei proporre qualcosa di nuovo rispetto a quanto fatto fino ad ora. Se spesso, infatti, si è discusso degli errori di traduzione ed adattamento di Ken il guerriero (sia per quello che riguarda l'anime ma anche per le diverse edizioni del manga), mai si è pensato di buttar giù delle linee guida per un vero adattamento che sia sì rispettoso dell'originale giapponese ma anche anche "digeribile" dal pubblico nostrano e coerente dal primo all'ultimo episodio.
    E allora l'idea che mi è venuta è proprio questa, cioé portare avanti un confronto con altri appassionati in cui, volta per volta, cercherò di isolare dei punti e spiegare il mio punto di vista su un tema che ritengo abbastanza complesso.

    "HOKUTO NO KEN" (北斗の拳)
    Partiamo proprio dal titolo.
    Giustamente, dopo una vita che faccio notare che le sette stelle di Hokuto corrispondono all'asterismo del Grande Carro (che è solo una parte della costellazione dell'Orsa Maggiore, che comprende molte più stelle), qualche genio è andato su Wikipedia ed ha scritto che la traduzione è "Pugno del Grande Carro".
    Giusto?
    No.
    Ma manco per sogno.
    Perché quando dico che la costellazione che in Giappone è conosciuta come Hokuto corrisponde al nostro Grande Carro, questo assolutamente non implica che abbiano un significato equivalente.
    È come dire che, per esempio, che l'Odino dei miti celtici corrisponde, come figura, al greco Zeus. Sicuramente hanno entrambi una valenza molto simile, ma è anche vero che attorno ad essi ruotano leggende diverse. Lo stesso discorso vale per l'astronomia orientale e quella occidentale.
    Come ho spiegato sul sito già diversi anni fa, Hokuto è una costellazione che in oriente ha tutto un suo significato. Un significato che ben poco c'entra con quello del nostro Grande Carro.

    Quindi, almeno su questo, possiamo essere categorici: Hokuto resta Hokuto. Non va tradotto o adattato. Niente Orsa Maggiore o Grande Carro (o, peggio, Mestolo del Nord, che sarebbe la traduzione letterale).

    Passiamo quindi a quel "Ken" (拳) che, sempre letteralmente, si potrebbe tradurre e/o adattare nei modi più disparati: Colpo, Arte (marziale), tecnica (di combattimento), scuola (di lotta) o, in maniera molto più sintetica, diretta ed evocativa... "Pugno".
    È un termine, questo, che nella sua semplicità racchiude tutto. Io ci vedo, allo stesso tempo, la pratica dell'arte marziale (quindi un pugno "forgiato" dal continuo allenamento), la lotta stessa (nella nostra lingua si usava, un tempo, il termine "pugna") e, ultimo ma non meno importante, un pugno che scende come giudizio divino. Perché in fondo è di questo che parliamo: il Pugno di Hokuto, nell'opera, è espressione del volere del Cielo. Il vero protagonista è l'Hokuto. E Kenshiro non è semplicemente un suo praticante. Lui stesso È "Il Pugno di Hokuto", l'Hokuto incarnato.

    In definitiva, una volta stabilito che ormai, giocoforza, "Ken il guerriero" è assurto a titolo italiano ufficiale, sarebbe interessante usare "Il Pugno di Hokuto" almeno come sottotitolo. Perché, come spiegato poco sopra, già questo mette in luce un aspetto che troppo spesso passa in secondo piano, ovvero la natura "divina" del protagonista in quanto vero e proprio "giudice" inviato dal Cielo.

    Per ora mi fermo qui ed attendo i vostri commenti.
     
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    Sono passati quasi due mesi da quando ho aperto questo topic. Speravo onestamente in qualche commento e qualche spunto di discussione, ma è anche vero che di carne al fuoco ne ho messa poca. Probabilmente la seconda tematica che andrò a trattare sarà capace di smuovere maggiormente gli appassionati, perché particolarmente controversa...

    I NOMI DEI PROTAGONISTI

    Da sempre - specie da quando in Italia si sono fatte largo differenti edizioni del manga e (ahimé) da quando internet, fansubber e scanlators hanno dato l'illusione che basti sapere due cose (o credere di saperle) per sentenziare sulla giustezza o meno di una traduzione da una lingua così complessa come il giapponese - tra i fan circolano idee più disparate circa il modo corretto di chiamare i protagonisti della serie.

    Partiamo allora proprio da Kenshiro. Quando è stato creato, negli episodi pilota, il suo nome era scritto così: 霞拳四郎, ovvero Kasumi 霞 (che è il cognome) e Ken 拳 (Pugno) Shi 四 (Quattro) Ro 郎 (Figlio). Quelli usati sono kanji ed hanno ognuno un significato (come riportato tra parentesi).

    CITAZIONE
    Piccolo appunto: il suo nome, letteralmente, potrebbe intendersi come "Quarto figlio del Pugno" (dettaglio che, in seguito, Buronson userà furbescamente per imbastire l'arco narrativo della faida tra i 4 fratelli di Hokuto) ma che, in realtà, nasconde un gioco di parole che ce lo fa intendere con un più appropriato "Figlio del Pugno della Morte", come egli stesso dichiara alla fine del secondo degli episodi pilota. Difatti, benché si scrivano con kanji differenti, "quattro" e "morte", in giapponese, si pronunciano entrambi "shi" (e i fan di JoJo dovrebbero saperlo bene). Ovviamente NESSUNO, a nessuna latitudine del globo, chiamerebbe mai suo figlio con un nome che includa al suo interno qualcosa che faccia anche solo lontanamente riferimento alla morte, figuriamoci i giapponesi che sono particolarmente superstiziosi. Ecco il perché dell'escamotage linguistico. In ogni caso, il quattro è ritenuto da loro un numero sfortunato (proprio per l'assonanza di cui vi ho appena parlato) e, anche in questo, non si può dire che il protagonista non abbia tenuto fede al suo nome. <_<

    In questo caso specifico è chiaro che il nome di Kenshiro è tipicamente giapponese. Non si scappa.

    Poi però inizia la serie regolare e le cose cambiano non poco. Ambientata in un futuro che, almeno in quel momento, è ancora distante (ricordiamoci che siamo nel 1983, mentre nella serie i fatti si svolgono in un'ipotetica data tra il 1990 ed il 1999, come buona parte delle produzioni che, in quegli anni, cerca di descrivere possibili scenari di futuri distopici). Qui, tutti i protagonisti hanno il nome scritto in katakana, ovvero un alfabeto che, nella stragrande maggioranza dei casi, in Giappone viene usato per trascrivere parole straniere o adottate da altre lingue.

    Il Kenshiro della serie regolare ha quindi il nome scritto così: ケンシロウ

    Dice "e che cambia?"

    Tutto.

    Il suo nome, scritto così, non ha più un significato come il precedente (a meno che non glie lo dia l'autore, chiaro) perché l'alfabeto utilizzato è semplicemente fonetico e, soprattutto, come già detto, dal giapponese medio viene percepito come qualcosa di "straniero". Per farla breve, è come se, negli episodi pilota, il personaggio si fosse chiamato Paolo ed ora si chiamasse Paul. E' lo stesso nome ma declinato in una maniera "internazionale". Più volte gli autori hanno dichiarato che la scelta è stata fatta proprio per dare all'opera un sapore più futuristico, che descrivesse un mondo in cui le barriere geografiche non hanno più senso. Io aggiungerei che, essendo Hokuto No Ken fortemente influenzato dalle maggiori produzioni hollywoodiane del tempo, l'intento fosse anche di creare dei personaggi che richiamassero gli eroi d'oltreoceano.

    E qui, finalmente, la mia idea per un adattamento ragionato ma anche rispettoso delle intenzioni di Buronson e Hara: rendere i nomi più "occidentali".

    Chiaramente Kenshiro resta così, non è che ci puoi girare intorno ma, per esempio, alcuni nomi sarebbero:
    バット Bart (e non Bat, Batto e via dicendo)
    リン Lynn
    シュウ Shew
    ユリア Julia (e non Yuria)
    e così via.

    Ovviamente, come in tutte le cose, serve buonsenso. Rei (レイ), per dirne una, non lo faremmo diventare "Ray", se non altro perché nel caso specifico gli autori stessi hanno dichiarato che il suo nome significa "Bellezza" (麗).

    Ora so già che la prima obiezione di una fetta dei fan sarà che, ascoltando l'audio giapponese dell'anime storico, i diversi protagonisti li si sente chiamare "Kenshirò", "Raò", "Tokì", "DEBIRU REBISU" ( :D ), "Rin", "Sauza", ecc... ecc...

    Ecco, il punto è proprio che è inutile proprio parlarne. Perché è OVVIO che un giapponese pronuncia certe parole in un certo modo. Primo perché la loro è una lingua in cui l'accento viene messo su ogni sillaba e non è quindi umanamente possibile pensare di fare un adattamento verso l'italiano mantenendo tale caratteristica. Secondo (e forse più importante), tornando al discorso del katakana, è bene ricordare che questo alfabeto serve a rendere "masticabile" certi nomi stranieri ai giapponesi. Praticamente è esso stesso un processo di adattamento alla loro lingua. Ecco perché, ad esempio, Batman (バットマン) lo pronunceranno Battoman. Che, fatte le debite proporzioni, è la stessa cosa di quando, ancora oggi, in Italia andiamo a vedere un film degli Avengers e c'è Hulk pronunciato "ulk" piuttosto che "halk".

    Bene, spero che stavolta ci sia più partecipazione. Nel frattempo vi saluto ;)
     
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    Premessa, non so come abbia fatto a non notare il topic.
    Ipotizzo sia perché "Sono solo un povero vecchio. Le mie gambe non ci vedono, i miei occhi non ci sentono e le mie orecchie non si piegano." (ho sempre voluto trovare l'occasione di citare Mattia di Brian di Nazareth" :lol: )


    Tolto ciò, io mi sono sempre chiesto per quale ragione, almeno qua in Italia, si pensasse (e utilizzasse, visto che tuttora avviene specialmente in certi lidi) Ray come nome per Rei.
    Perché, ok che è il diminutivo di Raymond, ok l'assonanza con la parola inglese che sta per raggio, però davvero non mi capacito del perché di questa convinzione.
    Ma sarà anche perché, sentendo il nome Ray la mente va a lui 25c0e2
    tanto quanto penso a lui sentendo il nome Raymond
    Tutti_amano_Raymond
    :lol:

    Scherzi a parte (ma nemmeno troppo, a voler essere onesti), con il passare del tempo mi sono reso conto di mal tollerare tanto i pressapochisti quanto i presunti puristi che stigmatizzano tutto ciò che, dall'alto delle loro presunte conoscenze, reputano errato in quanto non conforme a (passami il termine, lungi da me usarlo con intento dispregiativo) lo scimmiottamento delle pronunce dei nomi non nipponici che sentono. Anzi, a voler essere onesti, trovo alquanto fastidioso che un occidentale si ostini a spacciare per giusto qualcosa che, neanche per i giapponesi, lo è.
    Vedasi chi ancora si ostina a dire che lo Stand di Dio Brando si chiami "Za Warudo" solo perché troppo scemo per capire che quella non è altro che la pronuncia nipponica delle parole "The World"
    Però, oh, gli stronzi siamo noi se glielo facciamo notare :lol:
     
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    CITAZIONE (Don Zauker @ 14/12/2020, 16:04) 
    Vedasi chi ancora si ostina a dire che lo Stand di Dio Brando si chiami "Za Warudo" solo perché troppo scemo per capire che quella non è altro che la pronuncia nipponica delle parole "The World"
    Però, oh, gli stronzi siamo noi se glielo facciamo notare :lol:

    Una cosa che ho capito con il tempo è che esiste una buona fetta di pubblico delle produzioni nipponiche (non solo di Ken) che, secondo me, parte dall'errato presupposto che tutto ciò che è stato tradotto e adattato tra gli anni '80 e '90 in Italia sia necessariamente da buttare. Di contro, basta che un qualsiasi editore pubblichi anime in home video con la dicitura "sottotitoli fedeli al giapponese" per credere ciecamente che il lavoro svolto sia stato fatto da un professionista.
    La verità, per come invece la percepisco io, avendo a che fare anche con alcuni addetti ai lavori, è che magari è tutto il contrario. Ovvero, un tempo, quando c'era una società che aveva bisogno di tradurre o adattare, con ogni probabilità si andava a cercare qualcuno che un pezzo di carta ce l'aveva. Oggi, invece, pur di risparmiare, tante case editrici vanno ad affidare il lavoro a gente che quel pezzo di carta non solo non ce l'ha, ma fonda le sue certezze su presupposti spesso errati.
    Poi è ovvio che la differenza più grande tra un adattamento di oggi e uno di prima la fa il richiedente.
    Prendiamo per esempio un anime che amo tanto: Pollon. L'adattamento Mediaset fa spaccare dalle risate e la recitazione dei doppiatori è la ciliegina sulla torta. Di certo, all'epoca, avranno modificato tante cose, ma lo spirito della serie è rimasto. Oggi, volessero ridoppiarlo, sono sicuro che i dialoghi non sarebbero dello stesso livello e mi ci gioco quello che vuoi che andrebbero ad inseguire una supposta "fedeltà" a scapito della scorrevolezza.
     
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    Ola, spero di poter rispondere al topic, pur non essendo un'assidua frequentatrice di questo forum (più una stalker silenziosa, diciamo).
    Dato che al momento la discussione verte sulla traduzione, e dato che ho fatto BEN 6 CREDITI di linguistica all'università (e tutti insieme, quindi occhio, eh! XD), mi è venuta voglia di dire la mia.

    Considerando il fatto che stiamo parlando di nomi propri, alla fine (come già avete detto) si riduce quasi tutto a una questione di scorrevolezza e di fedeltà all'intento degli autori. Non c'è molto da spaziare quando si sceglie una traduzione (a meno che non si tratti di Souther/Thouzer/Sauza/Salsa, lì ormai vedere con cosa se ne escono è quasi una barzelletta.).
    Però, da un certo punto di vista, considerando che si tratta comunque di un'opera che si svolge perlopiù in Giappone (e Cina, pensando alla seconda serie), penso che sarebbe interessante vedere una mediazione tra la traduzione letterale e il nome "occidentalizzato", per aiutare a dare l'impressione di un mondo in cui le diverse barriere sono cadute (appunto), e in cui, di conseguenza, si è fatto una specie di minestrone di elementi provenienti da diverse culture (qui si potrebbe quasi aprire un'altro topic su che tipo di idioma usino "in universe" i personaggi per capirsi. Mi viene da pensare che se ne parlino almeno tre: una specie di Giapponese misto ad altre lingue che svolga la funzione di "linguaggio universale", il Giapponese vero e proprio, e il Cinese per la Terra degli Shura. Ma qui mi sto complicando la vita, quindi per il momento ignoriamo la faccenda.).
    Insomma, per dare un esempio pratico: magari trasformare il nome Yuria in Yulia, anziché Julia. Soprattutto considerando che poi da noi la gente lo pronuncerebbe "Giulia", che risulta poco scorrevole rispetto all'originale, con quel suono duro all'inizio. Ma qui si tratta di questioni perlopiù estetiche e di gusto, e in questi casi mettere tutti d'accordo è un'utopia. Ovviamente, nomi come quello di Shachi (per quanto io adori il suono dell'originale) se possibile, dovrebbero essere tradotti (magari scrivendo Orca e non Ork, che è ridicolo.).
    Tutto questo, ovviamente (considerando che stiamo parlando di una storia che tratta argomenti abbastanza complessi), aggiungendo delle note alle varie traduzioni, come in ogni opera letteraria decente, che spieghino le ragioni di una determinata scelta, magari riportando la traduzione letterale ove sia stato necessario provvedere a una un po' più libera. Un lavoro del genere sarebbe un po' più costoso del normale, sì, ma chi se ne frega, se il prodotto finale merita non vedo perché risparmiare su una cosa del genere e trovarci con Jukei che scopre di aver ammazzato sua figliA nella traduzione planet (e lì ci stava bene "E mio figlio che fine ha fatto?").
    Vabbè...essendo tutto questo un sogno, per ora sto seriamente pensando di buttarmi sull'edizione in inglese che dovrebbe uscire l'anno prossimo, se le recensioni dovessero piacermi.

    P.S. E comunque, sono colpevole anch'io. Sono perfettamente consapevole che lo stand di Dio Brando si chiami The World, ma continuo a pronunciarlo Za Warudo perché sembra più altisonante. XD
     
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    Intanto hai fatto benissimo a dire la tua. Ho aperto il Topic proprio per avere un confronto con tutti, perché mi rendo conto che l'argomento è spinoso e mi trovo perfettamente d'accordo con te quando affermi che è impossibile accontentare tutti.
    Certo è che anche il fandom di Ken il guerriero, in Italia, è uno di quelli più difficili da accontentare. Perché se una parte ha approfondito meglio la conoscenza dell'opera ed è interessata anche a valutare le nuove produzioni ad essa legata, c'è un'altra parte che invece è strettamente legata all'anime storico e a malapena sa dell'esistenza del manga. Due estremi che veramente non credo troveranno mai un punto d'incontro 😅
     
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    Ma infatti il problema è proprio quello...se i potenziali acquirenti non sono un minimo preparati (ed esigenti, ci aggiungo io), difficilmente le case editrici daranno qualcosa più del minimo sindacale. Ma questo si ricollega ai post che avevi fatto tempo fa sulla necessità di un ridoppiaggio dell'anime...insomma, sì, siamo tutti affezionati alla voce nasale di Shin, al Re di Hokuto, e a Kaioh che millanta di aver consumato con Rin e di sapere dopo appena mezza giornata che la poveretta aspetta un bambino, ma sarebbe pure ora di avere un doppiaggio coerente. L'effetto nostalgia non può far ignorare tutti gli errori che ci sono.
    Che poi, personalmente, penso che tutto questo sia un peccato, considerando la profondità della storia. A tratti sembra un racconto mitologico, una specie di tragedia greca postatomica, e una traduzione così semplicistica e raffazzonata (come l'ultima della Planet, ad esempio...sì, sono particolarmente incavolata con loro, si vede?) fa perdere tutti i rimandi filosofici e culturali che la rendono così interessante. Cioè, se volessi semplicemente un manga in cui si fa a botte, andrei a rileggere Dragon Ball, almeno mi farei due risate.
     
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