199X Generazione Hokuto

Posts written by >>Nyarlathotep<<

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    Girando in rete, ho trovato scans tradotte in inglese su ulteriori episodi dello spin-off Kin’yoku no Garuda (resto in attesa degli admin per sapere se si posson mettere link diretti da qui o meno ;) ).

    Purtroppo, si riconferma l'impressione avuta nel primo episodio: una storia che sa abbastanza di "già visto" (alcune scene, come in Rei Gaiden, danno molto l'idea "copia-incolla" dal manga originale).

    Forse l'unico punto a favore potrebbe essere la caratterizzazione del protagonista, abbastanza in bilico tra bene e male (vorrebbe uccidere e prendere il posto dell'Ultimo Generale di Nanto non tanto per ambizione, ma perchè trova che l'inattività del Generale non sia d'aiuto alla salvezza del mondo).
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    Rihaku fa una comparsa nel gaiden di Garuda, in cui combatte e mi pare faccia pure una figura migliore di Hyui e Shuren.

    Essendo lui il leader dei Goshasei, è molto facile che sia presente anche negli altri gaiden, e che quindi il suo coinvolgimento sia risultato "sufficiente". D'altro canto la sua età più avanzata fa si che in racconti sulla sua giovinezza sarebbero assenti altri personaggi di HNK. Resterebbero guerrieri della vecchia generazione come Ryuken o Jukei, immensamente più popolari di lui che potrebbero quindi indurre i lettori a pensare "ma non era meglio che fossero loro i protagonisti invece che Rihaku?"
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    Concordo al 100% con l'importanza di capire il messaggio che gli autori volevano dare all'opera, in modo di interpretarla nel modo giusto. Senza conoscere certi aspetti, un personaggio come Kenshiro può essere degradato a un killer sanguinario e basta, quando la realtà a monte è molto più profonda.

    Per quanto riguarda le traduzioni approssimative, direi che diventano quasi una "mancanza di rispetto" all'opera e al lavoro svolto dagli autori, che si sono "smazzati" nel cercare termini dal significato particolare e molto "preciso". E' vero che da quel punto di vista il giapponese è una lingua molto complessa, dato che un singolo termine può racchiudere diversi concetti, però la cosa si può risolvere con un "glossario" a fine volume.
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    In questi ultimi giorni, ho scoperto un passo molto interessante nel Sutra del Loto (è uno dei testi più importanti nell'enorme corpus della letteratura del Buddhismo Mahāyāna), ovvero il racconto del capitano chiamato Mahasattva.

    Per salvare i cinquecento passeggeri imbarcati sulla sua nave egli uccide il perfido Sakti. Mahasattva compie questo atto anche per evitare a Sakti di rinascere nei reami inferiori per scontarvi gli esiti karmici dell’atto estremamente negativo di togliere la vita. L’azione di per sé negativa dell’omicidio viene qui trasfigurata dalla forza della motivazione compassionevole. Come ebbe ad esprimersi in più occasioni Tzong Khapa: “la motivazione determina ogni cosa”.

    Tutto questo mi ha fatto venire in mente la tecnica più rappresentativa dell'opera (in particolare, la tecnica più usata da Kenshiro): l'Hokuto Hyaku Retsu Ken. Il "retsu" che, oltre che "distruttivo" può esser tradotto come "purificatore". Kenshiro quindi uccide i malvagi non solo per salvare gli inermi, ma anche per far si che questi non macchino ulteriormente il loro spirito con ulteriori azioni negative (accumulando così karma negativo e allontanandosi sempre più dal raggiungimento dell'illuminazione).

    Sapendo quanto gli autori hanno preso dalla dottrina orientale per creare il "Salvatore della Fine del Secolo", penso che non sia una semplice coincidenza che il suo colpo più famoso possa tradursi anche come "100 pugni purificatori di Hokuto".
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    Appoggio al 100% l'idea di ridare "movimento" al forum.

    Condivido l'idea di vota DC di continuare la divertentissima rubrica con gli errori del doppiaggio storico.

    Da parte mia a breve vi aggiornerò con la cronaca della campagna al gdr che sto per iniziare (userò proprio l'avventura "i giorni del condor" come introduzione).

    Poi per il resto, penso potrebbero esser interessanti ulteriori approfondimenti sui personaggi, soprattutto in relazione con la tradizione orientale (in modo da aver chiari aspetti dell'opera abbastanza "oscuri" alla nostra ottica), in modo simile all'interpretazione che è stata data qui in passato alle azioni di Ryuga (che m'ha chiarito un sacco di cose XD).
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    Bellissimo articolo! E bentornato :)
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    Verissimo, in effetti la paura è il terzo fattore con cui i numerosi aspiranti dominatori del mondo post-atomico cercano di tenere in pugno le genti.

    Come abbiamo visto però la paura, pur essendo il mezzo più comune usato per avere il potere, è il più "fragile", come l'esempio da te citato dei soldati di Raoh che lo abbandonano al villaggio di Mamiya.

    Lo stesso Sanga, il dittatore di Last Land, spiega bene il "limite" del controllo basato sulla paura, e su come il vero dominio si raggiunga attraverso il controllo dell'anima del popolo (e da lì la sua idea di creare la fede in un falso dio nell'eccelso Doha).
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    Anche secondo me per i Goshasei il confine devozione-fanaticismo è veramente sottile.

    Un personaggio in cui imho vediamo bene i due aspetti è il Colonnello dei Golan. Racconta a Kenshiro che prima della guerra nucleare i berretti rossi erano uomini con una fede, ovvero la lealtà nei confronti del loro paese. Quella imho era effettivamente devozione (traspare che non si trattava di un uomo che agiva mosso dal profitto). Poi però, tale devozione viene spazzata via nel fatidico rapporto al Generale, in cui si accorge com'era realmente la classe dirigente del paese che tanto amava.

    Distrutta tale devozione poi, il resto è storia: sopravvissuto alla guerra nucleare, si convince che lui e i suoi soldati sono una "razza eletta" scelta da Dio, e lì si dà il via al fanatismo.
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    Tra i vari elementi messi in contrapposizione nel dualismo (elemento chiave dell'opera) di Hokuto no Ken, trovo sia molto interessante mettere a confronto appunto la devozione ed il fanatismo.

    Due elementi molto vicini, soprattutto perchè il fanatismo può essere la diretta conseguenza di una devozione troppo cieca.

    Ad esempio, trovo che i Goshasei che affrontano morte certa senza la minima esitazione, direi si possa vedere chiaramente la loro devozione all'ultimo Generale di Nanto.

    Anche i soldati di Blanca affrontano la morte senza la minima esitazione, continuando a combattere anche quando i loro corpi sono quasi a pezzi, eppure nel loro caso direi che assistiamo a un chiaro caso di fanatismo.

    Secondo voi quali sono i più fulgidi esempi di devozione e fanatismo nell'opera? E dove la devozione è effettivamente diventata fanatismo?
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    Notizia interessantissima: il picchiaduro della Arc System era decisamente bello.

    Il neo maggiore imho era il roster piuttosto ristretto. Se davvero lo riproponessero in HD, sarebbe fantastico cogliessero l'occasione per inserire anche solo un paio di nuovi personaggi (direi Shu e Juza).
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    Penso che la cosa si riallacci a un altro messaggio degli autori, ovvero che i grandi maestri, alla fine risultino essere grandi uomini. Magari individui che hanno perso la "retta via" come Souther o Kaiou, ma alla fine della loro vita vengono "redenti".

    So che in Giappone danno molta enfasi al modo in cui muore un personaggio, per mostrare come sia veramente (in Death Note ad esempio, gli ultimi momenti di Light Yagami, davvero patetici, vogliono mostrarne appunto la bassezza morale).

    Se ci pensiamo in HNK quelli che muoiono implorando d'esser risparmiati e senza cercar pentimento sono i crestoni o persone moralmente abiette come Jagi e Amiba.

    Per quanto malvagio, lo stesso Kaiou non è di quella pasta. Una sua scena che secondo me in modo bizzarro fa intuire che un filo d'onore ce l'ha pure lui è (solo nel manga) quando dà a Lynn un pugnale e le dice che se non vuole metter al mondo i suoi figli è meglio che si suicidi. Da una parte assistiamo alla sua crudeltà e alla sua insofferenza per la vita altrui, ma dall'altra vediamo che Kaiou non si abbassa a comportarsi come una bestia e violentare una donna (non viene mai detto esplicitamente, ma dubito che uno come Jagi non abbia stuprato la povera Aily).

    Edited by >>Nyarlathotep<< - 15/1/2016, 14:17
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    CITAZIONE (Kerigmatico @ 1/7/2015, 15:41) 
    Personalmente avrei preferito, più che far raggiungere a Raoh il Musou Tensei, un finale più drammatico, con Raoh che immola definitivamente la propria umanità consacrandosi a Satana

    Non si tratta proprio di un consacrarsi a Satana, ma a pensarci il primo pensiero di Raoh, dopo la batosta presa al castello di Nanto, è proprio quello di diventare un demone: rinunciare al titolo di "re del pugno" per assumere quello di "re demoniaco".

    Sappiamo poi a cosa l'ha portato: alla sconfitta morale contro Fudo e alla presa di coscienza che doveva intraprendere un'altra strada per scontrarsi alla pari con il Musou Tensei.

    Un atto scaturito dall'odio (attaccare Fudo minacciando di far giustiziare i suoi figli) ha portato a una seconda sconfitta, mentre uno scaturito dall'amore (arrestare il decorso della malattia di Julia consentendole di vivere più a lungo) ha portato al raggiungere il Musou Tensei.

    Messaggio simile a quello che abbiam visto quando Fudo, ancora un "orco", aveva paralizzato dal terrore il giovane Raoh, ma è stato "sconfitto" dalla piccola Julia.
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    Per quanto valoroso, Rei non potrebbe mai essere il "grande albero" che avrebbe potuto portare salvezza nel mondo postatomico. Penso anche che Ryuga intuirebbe che Rei non passerebbe mai dalla parte del Re del Pugno, quindi sarebbe determinato a sconfiggerlo in modo che Rei non sia d'ostacolo all'avanzata di Raoh.

    Tenendo conto dei legami che Rei ha con Mamiya, Aili, ecc., di certo Rei sarebbe determinatissimo a dare tutto per proteggere il villaggio. Allo stesso tempo penso che Rei, pur mancando dell'empatia di Kenshiro, intuisca che Ryuga non sia un uomo malvagio.

    Da ambo le parti abbiam quindi due guerrieri determinati, che tuttavia combattono senza odio reciproco e possano avere anche una certa stima dell'avversario. Vedrei anche in parallelo al combattimento lo scontro ideologico tra i due per il loro "senso del dovere".

    Tecnicamente poi i due mi sembrano molto simili come abilità, ed hanno pure una tecnica abbastanza simile.
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    Senza voler divagare su convenzioni imho MOLTO discutibili dell'attuale mondo occidentale (riassumiamo con la banale frase "perdita dei valori"), anch'io credo nell'esistenza del "diritto naturale", e di come certe norme di condotta siano "universali".

    La difficoltà sta appunto nel riuscire a mantenere questa morale anche in casi estremi. Se ci pensiamo in molte opere come Violence Jack o Battle Royale, in cui i protagonisti sono isolati dalla "società" (e le norme comportamentali che questa detta), emerge sia il lato peggiore che quello migliore dell'animo umano.
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    E' difficile rispondere nella più completa onestà a una domanda simile: la realtà del mondo post-atomico è così "estrema", che immagino solo vivendola si possa comprendere appieno.

    Di certo, da un punto di vista morale, sarebbe sicuramente la scelta da fare: sarebbe più facile cercar di prender con la forza quel che ci serve da chi è più debole di noi, ma si sa cosa ci suggerirebbe di fare la coscienza.

    In breve, il dilemma tra lo scegliere quel che è semplice o quel che è giusto (cosa, imho, che realmente "consacra" come eroi tutti i personaggi di HNK che non abbandonano la loro morale)
151 replies since 18/6/2007
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