199X Generazione Hokuto

Posts written by Squalo Densetsu

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    LA SEQUENZA MADRE
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    Edited by Squalo Densetsu - 6/11/2008, 02:34
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    In questo topic potremmo mettere i wallpapers realizzati dagli utenti.
    Inizio io con questo:
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    Se sistemate le icone del desktop in un certo modo dovreste ottenere un risultato simile:
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    Grazie a Musashi ospitiamo anche questi interessanti commenti di Bronson e Hara che si trovano nei risvolti delle copertine dei volumi originali. Buona lettura! :7stelle:

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    BURONSON
    "Poniamo fine a questa dolce era!!" Non ho certo scritto questo pensando a una cosa del genere con atteggiamento così arrogante; ciò nonostante, se da una parte io stesso mi sorprendo di questa reazione, per altro verso sono convinto, con una certa presunzione, che essa sia la risposta diretta della paura di essere debole che ho dentro di me, l'aspirazione a essere forte, il timore e il desiderio verso la distruzione e la violenza,a quella dei lettori.E' mia ferma intenzione continuare a impegnarmi a fondo insieme con il maestro Hara d'ora in poi. (E poi,lo dico per ogni evenienza. Io non sono cinese) ciao!!



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    TETSUO HARA
    Non sono intorno a tutti noi? Tipi detestabili, tipi furbi, tipi forti e boriosi... Li vorrei ammazzare, però, quando me li trovo davanti, senza rendermi conto finisco col sorridere in modo conciliante... Se fossi magari forte e alto 1,85, già li farei fuori conciandoli per le feste. Perciò, questo modo di pensare è tutto riversato in Kenshiro.
    Insulse canaglie di tutto il mondo!! Subirete la vostra condanna a morte nel manga!!



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    TETSUO HARA
    Una cosa che mi piace moltissimo è quell'atmosfera di speranza o batticuore o inquietudine e trepidazione che c'è nei film e, in particolare, guardando le opere ricche di SFX (effetti speciali), penso a quanto ci sia di sognante in esse.
    Quando mi accingo a disegnare i miei fumetti, voglio sempre farlo con quel tipo di stato d'animo. E penso che sarebbe bello se il fumetto "Hokuto no Ken" potesse un po' diventare il cinema di tutti quanti.



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    TETSUO HARA
    Un mio sogno è quello, in futuro, acquisendo sicurezza in me stesso, di provare a pubblicare, in una serie, un magnifico album di disegni da poter mostrare alla gente. Prima d'allora, voglio acquisire abilità nel disegno, e perciò ogni giorno sto sudando sette camicie. Magari potessi già fare tanti disegni, libero da restrizioni, in cui sia riuscito a catturare in maniera netta drammatiche scene, frementi di vitalità... Riflettendo su questo, se poi penso anche ai manga che oggi, ogni settimana, sto disegnando con tanto zelo in vista di quel momento, credo che me la caverò in qualche modo.



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    TETSUO HARA
    Ultimamente ho bisogno di prepararmi mentalmente per uscire in pieno giorno. Per un qualche motivo non riesco a passeggiare in maniera disinvolta. Sarà perchè per un'intera settimana non metto piede fuori dalla mia stanza e non incontro nessuno? Insomma, il lavoro procede a rilento e perciò mi trovo in questa situazione, e quando occasionalmente esco, la maggior parte delle volte è in piena notte e non c'è molta gente in giro... Devo dire che uno svago unico è ascoltare i discorsi del proprietario della bancarella (n.b.:si riferisce alle tipiche bancarelle ambulanti giapponesi, aperte anche in piena notte che servono cibo e bevande)... Tutto ciò sa di malinconia.



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    TETSUO HARA
    Di recente ho avuto il piacere di ricevere da un certa persona delle fotocopie dei fumetti di Neal Adams (n.b.: famosissimo fumettista americano che intorno al 1969 si occupò di "Batman"), e ciò dopo tanto tempo mi ha dato degli stimoli. Oggi come oggi non è affatto facile riuscire ad avere cose così vecchie!
    Io ho una copia di "Batman" e la versione giapponese per un totale di solo due copie... Perciò, se c'è qualcuno tra voi che ha qualcosa delle sue opere, escludendo le mie due copie, vi prego me le faccia avere anche in fotocopia andrebbe benissimo!



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    TETSUO HARA
    Con l'uscita di questo settimo volume, la serie entrerà nel suo secondo anno. Ho cominciato a 22 anni e ora ne ho 24... beh,e ho perso un po' di vigore fisico.
    Quando i termini per la consegna si avvicinano comincia a circolare per il mio piccolo studio la parola "dis-gra-zia" (n.b.: come dire povero me)E' in quel momento che riesco a sentire le fiamme dell'inferno. E anche adesso questa "dis-gra-zia" sta spiando quello che faccio dalla fessura della porta. "Argh!... Al diavolo!! Prrr!"



    WORK IN PROGRESS....

    Edited by MusashiMiyamoto - 5/2/2009, 22:23
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    LA STORIA DELL'HOKUTO SHINKEN



    "お前はもう死んでいる!"


    - Tu sei già morto - Kenshiro :lol:


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    Ho trovato su wikipedia giapponese un testo relativo alle origini dell'Hokuto Shinken, che ho tradotto per il forum. Non è citata alcuna fonte in merito e non è chiaro da quali elementi si sia partiti per dare questo breve resoconto delle origini. Lo stesso vale per molti altri articoli relativi a ogni aspetto del mondo Hokuto e Nanto, spesso molto esaustivi ma senza una fonte sicura. Tutto ciò che è presente in questo testo è ovviamente fittizio, come ad esempio la città "Ningbo" citata in un luogo del tutto diverso da quello in cui si trova quella autentica.
    Nonostante tutto è un resoconto interessante e potrete, se vorrete, trarre le vostre conclusioni e discutere dell'argomento, attraverso questi pochi elementi che sono pur sempre utili. Se è del caso vedrò di tradurre altri articoli da wikipedia o altri siti, allo scopo di ricavare qualche informazione che possa servire nella comprensione dei fatti.

    Divino colpo di Hokuto - Hokuto Shinken -fonte:wikipedia
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    Riassunto -fonte:wikipedia
    Partendo dal concetto di Yin (il negativo) e Yang (il positivo) (giapp.:In, Yo), si può ritenere l' "Hokuto Shinken" una "tecnica Yin" e il suo opposto, il Nanto, una "tecnica Yang". La sua caratteristica precipua consiste in una trasmissione diretta della tradizione marziale da padre in figlio (giapp.:Isshisoden).
    In circa 1800 anni di storia non è mai stata sconfitta da altre scuole, le tecniche segrete sono state acquisite nel corso dei combattimenti e, da un punto di vista evolutivo, la si può ritenere la "tecnica più potente del mondo". L'essenza dell'Hokuto Shinken risiede, così si narra, nel pervenire a un estremo limite, sia di tristezza, sia di rabbia, e solo chi riuscirà ad addossarsi questi sentimenti potrà apprendere a fondo le tecniche segrete definitive.
    Inoltre, costituisce una forma evolutiva della tecnica dell' "Hokuto Soke".
    In virtù di una singolare tecnica di respirazione si dice, stando al commento di Kenshiro nel primo episodio, che: "Le persone comuni possono utilizzare solo il 30% delle loro capacità potenziali, ma l'Hokuto Shinken ha nell'utilizzo del restante 70% la sua quintessenza".
    A ciò si aggiunga che facendo uso di questa tecnica di respirazione, anche non assumendo cibo per un lungo periodo non vi sarà pressoché alcun declino a livello fisico. Il segreto dell'Hokuto Shinken sta nel colpire i "punti di pressione" (giapp.: Keiraku Hikoo - trad.: punti segreti dei meridiani - I meridiani costituiscono il flusso sanguigno e l'andamento dei nervi e la loro interconnessione, o fulcro, è rappresentata dai "punti segreti", anche detti "tsubo").
    Questi "punti segreti dei meridiani" sono 708 in tutto. Se vengono premuti in profondità, questo causerà un'accelerazione anomala del flusso sanguigno provocando la distruzione delle cellule; al contrario, se la pressione avverrà dolcemente, all'interno del corpo si attiverà una sorta di energia curativa.
    Nel primo caso, l'effetto conseguente è una distruzione a livello fisico che non avviene direttamente all'esterno ma, bensì, all'interno. In altre parole, rispetto al "Nanto Seiken" che attribuisce grande importanza a un'energia distruttiva "fisica" (e direttamente dall'esterno), l'Hokuto Shinken pone l'accento sul flusso dell' "essenza spirituale" (giapp.: Ki).
    Inoltre, su un piano comparativo, anche nel "Nanto Seiken" è presente un' "aura combattiva" (giapp.: Tooki), intesa come un utilizzo del "flusso spirituale" in combattimento e, in una certa misura, relativamente ai "punti segreti dei meridiani (o di pressione)", si può rilevare una trasmissione di conoscenze all'interno dello stesse correnti appartenenti al Nanto: un esempio tipico è quello che vede Rei colpire il punto di pressione di Ken, nel famoso scontro fra i due, e nel caso specifico il guerriero Nanto ha utilizzato la tecnica nota come "Nanto Koharyuu" (trad.: Nanto - La Tigre distrugge il Drago) in risposta alla tecnica utilizzata da Ken "Hokuto Ryuugekiko" (trad.: Hokuto-Il Drago attacca la Tigre), in una perfetta e simbolica dicotomia.
    E' evidente che l'Hokuto Shinken, grazie al quale è possibile ricavare il 100% delle capacità potenziali del corpo umano (una "forza prodigiosa" detta "Kairiki") e che ottiene il massimo risultato dall'utilizzo dell' "aura combattiva", esprima un'enorme potenza distruttiva anche a livello puramente"fisico", la quale, come accennato, è caratteristica imprescindibile del Nanto Seiken.
    L' Hokuto Shinken ha visto svilupparsi, senza soluzioni di continuità, una ricerca approfondita sia del "flusso dell'essenza spirituale" (giapp.: Ki no Nagare), sia della "struttura del corpo umano" (giapp.: Jintai no Koozoo) e, trovando il giusto mezzo, anche un'applicazione di tipo medico è possibile.
    Lo stesso Toki raccontava a Kenshiro, prima dello scoppio della guerra nucleare e nel caso fosse diventato successore della scuola, questa sua idea: "Ho intenzione di utilizzare l'Hokuto Shinken non come tecnica di combattimento, ma come arte medica".
    Il punto d'arrivo ultimo dell' Hokuto Shiken è l' "amore" (giapp.: Ai), inteso come principio, in contrapposizione all' Hokuto Ryuken, che ha nel "male" (giapp.: Aku) il suo principio fondante. Inoltre, a cominciare dal fondatore Shuken, da una generazione all'altra, ai successori viene tramandato il principio di "predicare l'amore" (giapp.: Ai wo toku). L'oggetto di questa predicazione sarebbe proprio l' Hokuto Ryuken, pure quest'ultimo discendente dell' Hokuto Soke.

    *Nota: Relativamente ai "punti di pressione" tramandati nell'Hokuto Shinken, si può affermare che questi non costituiscono tutti gli "tsubo" presenti nel corpo umano (708 punti). Difatti, sono stati scoperti punti di pressione, fino ad allora sconosciuti, sia da Raou, sia da Amiba.

    Storia - fonte: wikipedia
    Questa tecnica di combattimento vede la nascita all'incirca 2000 anni fa e risale al periodo Han (giapp.: "Kan" 206 a.C.-220d.C.).
    A quell'epoca i discepoli buddisti dell'area occidentale, i quali erano ancora un esiguo numero, vivevano un momento di profondi sconvolgimenti.
    Difatti, i capi rivali combattevano per la supremazia e per sopravvivere e proteggere la loro dottrina escogitarono questa tecnica segreta.
    Il fondatore fu Shuken.
    La terra d'origine, il paese di "Shura" (trad.: terra dell' "eccidio o lotta cruenta"); il luogo, il "Taiseiden" (trad.: sala della sacralità e della pace), all'interno di un tempio situato nel deserto occidentale, a Ningbo in Cina (---> l'autentica Ningbo si trova nei pressi della costa orientale).

    Ecco una foto della regione Zhejiang dove si trova l'autentica Ningbo, all'interno della zona gialla.
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    Dapprima, la tecnica riuscì a evolversi sui principi fondanti dell' "Hokuto Soke", la quale a sua volta derivava da una tecnica di combattimento indiana e si radicò circa 2000 anni or sono nel paese di Shura, e poi anche attraverso l'opera dei successori dello stesso Hokuto Shinken, i quali idearono di volta in volta arcani segreti nei periodi di disordine.
    Questa tecnica segreta, così oscura, venne messa al bando quando la pace sopraggiunse, ed etichettata come "tecnica di combattimento della morte".
    Fu così destinata a essere solo tramandata come leggenda fino al 20° secolo.
    Ma Ryuken (nome giapponese "Kasumi Ramon"), subodorando un deterioramento dell'ordine costituito, si trasferì in Giappone dalla Cina e lì diffuse l' Hokuto Shinken.


    Sette e scuole derivanti - fonte: wikipedia
    L' Hokuto Shinken è una tecnica che viene tramandata di padre in figlio e a differenza del Nanto Seiken non presenta un gran numero di scuole.
    Pur tuttavia, in Cina nel periodo dei "Tre Regni" (cinese:Sanguo - giapp.: Sangoku c.a.220 d.C.-280 d.C.) l' "Hokuto Sanka" (trad.: le tre casate di Hokuto), ramo proveniente dall' "Hokuto Soke", era divenuto una setta a sé stante il cui scopo era di proteggere i tre imperatori di Wei,Wu,Shu (giapp.: Gi, Go, Shoku).

    Una mappa del periodo dei "Tre Regni" nel 262 d.C.:
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    Queste 3 casate, che costituivano l' "Hokuto Sanka", presero il nome rispettivamente di "Hokuto Sokaken", "Hokuto Sonkaken", "Hokuto Ryukaken".
    Inoltre, stando alle vicende narrate in "Hokuto no Ken", lo stesso Hokuto Shinken utilizzato da Kenshiro venne definito da Wiggle, capo della prigione di Cassandra, "Ryuka Hokuto Shinken".
    Tra le regole di Hokuto ve n'è una in particolare, secondo cui qualora non vi sia un successore all'interno dell'Hokuto Shinken, questi verrà prelevato dalla corrente Ryuka. In altre parole, si potrebbe dire che sussiste una stretta interrelazione tra "Soke", "Ryuka" e le tre casate ("Sanka").
    Sin dal principio gli arcani segreti dell'arte dell' Hokuto Shinken erano concepiti individualmente dai successori, di generazione in generazione, e non sembrano esserci tecniche che abbiano goduto di una linea di discendenza diretta.
    E' altresì piuttosto raro che i segreti dell'arte, sottoforma di una qualche tecnica, venissero tramandati da un successore ad un altro; ci si limitava, insomma, a tramandare un' "attitudine mentale". Di conseguenza, le tecniche utilizzate da Raou, Toki e Kenshiro differiscono molto l'una dall'altra, tanto da poterle definire ognuna un Hokuto Shinken distinto. Oltre a questo, nonostante vi fosse una qualche "ereditarietà" anche nella successione delle tecniche, il più delle volte si ricorse al metodo che era, fondamentalmente, quello di apprendere le tecniche subendole di persona.
    Fra l'altro, il fatto che le tecniche di Raou siano molto simili a quelle di Kenshiro trova una sua coerente spiegazione: Raou le insegnava al fratello minore, durante dei combattimenti veri e propri (nota del testo: questi combattimenti assunsero molte volte la forma di veri e propri linciaggi).
    A ciò va aggiunto che la tecnica di Raou è tale da "Sopprimere l'avversario con la sua aura (spirito combattivo) schiacciante", e usando le parole di Ryuken si potrebbe affermare che "Non è una tecnica di combattimento vera e propria". Raou utilizza certamente l' Hokuto Shinken, ma fa anche ampio uso di aure di energia in modo sorprendente. Per questo motivo, lo si potrebbe definire un parente più prossimo dell' Hokuto Ryuken piuttosto che del "gemello", l' Hokuto Shinken.


    Hokuto Ryuken -fonte:wikipedia
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    Conosciuta anche sotto il nome di "Hokuto Ryukaken" fa parte delle tre casate di Hokuto (Hokuto Sankaken).
    Il suo fondatore è Ryuoo.
    Il suo luogo d'origine il "Raseiden" situato nel paese di "Shura" (ovvero, la Cina).
    Separatosi dall' Hokuto Soke e divenuto indipendente, così come l'Hokuto Shinken, vive però normalmente adombrato da quest'ultimo e tramandato nella qualità di tecnica demoniaca.
    Similmente all'Hokuto Shinken venne creato circa 1800 anni fa, ed è una tecnica di combattimento che ha nel male il proprio simbolo. L'Hokuto Ryuken è un'arma a doppio taglio e la maggior parte dei propri successori sono privati della propria anima dall'essenza oscura di questa tecnica. In questo modo, l'anima viene contaminata da questo male.
    In seguito, se si supera un certo confine, pare si possa accedere a una sfera demoniaca (un mondo demoniaco, un inferno) privo di qualsiasi amore e sentimento. La quintessenza di questa tecnica si manifesta, principalmente, in un vuoto che si crea spontaneamente e si deforma nell'aura maligna definita "aura demoniaca" (giapp.: Matooki)". L'avversario che sprofonda in questo vuoto perde il senso della propria posizione nello spazio. Inoltre, la distruzione totale del corpo è una delle componenti più rilevanti di questa tecnica e avviene colpendo dei punti noti come Keiraku Hakoo (trad.: Punti di distruzione dei meridiani, che corrispondono ai "Keiraku Hikoo", i punti segreti dei meridiani dell'Hokuto Shinken), il cui numero si ritiene essere intorno a 1109 in tutto.

    N.b.*Il meridiano, nell'agopuntura cinese, è l'interconnessione di vasi e di "collaterali" nei quali scorrono il sangue e l'energia. Quando si incrociano, quel preciso punto è noto come "Tsubo", il punto di pressione.

    In "Soten no Ken" questi punti, noti proprio come "Keiraku Hakoo" nell'Hokuto Ryuken, divengono per una qualche ragione i "Keiraku Hikoo" dell' Hokuto Shinken.
    La tecnica segreta dell'Hokuto Ryuken è nota come "Anryu Tenha" (trad.: Distruzione del cielo della gemma oscura - in realtà, quel "ryu" sta per "lapislazzuli", minerale noto per il suo colore blu, il tutto inserito in questo gioco di parole fra il cielo, la gemma e il blu).
    Questa produce un vuoto antigravitazionale (il vuoto di cui si è parlato poc'anzi), sotto l'influenza della potentissima aura demoniaca, nel luogo in cui viene eseguita e ciò permette di eliminare l'avversario colpendone i "Keiraku Hakoo" o, ancora, con l'effetto a mo' di onda d'urto della sola aura demoniaca.
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    Sacra tecnica di Nanto - Nanto Seiken
    Ora scriverò "qualche" informazione sul Nanto per analizzare la questione in maniera più completa.
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    Riassunto - fonte: wikipedia
    Partendo dal concetto di Yin (il negativo) e Yang (il positivo) (giapp.:In, Yo), la tecnica si può considerare come appartenente alla sfera Yang, in contrapposizione all'Hokuto Shinken, appartenente alla sfera Yin.
    Non esiste una trasmissione della tradizione marziale da padre in figlio (giapp.: Isshisoden), ma per questo suo vincolo con la sfera Yang (la luce), non la si può definire propriamente una scuola segreta, (rispetto all'Hokuto, sfera Yin, quindi oscura, segreta).
    Infatti, viene trasmessa diffusamente e si ramifica in un totale di 108 sette.
    Questa è una delle caratteristiche strutturali.
    Inoltre, vista l'esistenza di scuole (scuole derivate) che hanno origine da altre potenti scuole, il numero di queste è ancor più elevato.
    Con Nanto si fa riferimento a un gruppo di tecniche che trovano la loro esemplificazione nel principio di lacerare l'avversario come se si utilizzasse una lama affilata, tra onde d'urto, tecniche di taglio, per esempio col taglio della mano o, ancora, con la manipolazione del vuoto.
    Però, a seconda della scuola, è permesso anche l'utilizzo di armi.
    Ad ogni modo, comune a tutte le correnti del Nanto è il punto in cui si pone la vera essenza della tecnica, ovvero il concetto "distuggere il tutto, perforando dall'esterno". Questo dimostra quanto il Nanto sia agli antipodi rispetto all' Hokuto Shinken, il quale ha nel cedimento dell'avversario dall' "interno" la sua essenza.
    Inoltre nel Nanto Rokuseiken (i 6 sacri colpi, inizialmente) viene spesso assegnato il nome di un uccello alle scuole più potenti .

    Ecco un'immagine della configurazione di stelle Nanto Rokusei, ovvero 6 fra le stelle che compongono la costellazione del Sagittario, la quale simboleggia in "Hokuto no Ken" i 6 guerrieri di Nanto:
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    E' evidente la somiglianza con l'Orsa maggiore.
    Difatti nell'astronomia orientale rappresenta la costellazione opposta a quest'ultima (Hokuto - Mestolo del nord / Nanto - Mestolo del sud), una sorta di Orsa maggiore del "sud".
    In giapponese all'interno del cerchio rosso nella prima immagine e a sinistra nella seconda immagine, c'è scritto: "Le 6 stelle Nanto (il nome di questa configurazione in astronomia) della costellazione del Sagittario"; accanto è chiaramente distinguibile la costellazione dello Scorpione.

    Luogo d'origine e sette - fonte:wikipedia
    Secondo alcune teorie, il Nanto è uno stile di combattimento che si è scisso dall' "Hokuto Soke" nella terra dei demoni (giapp.: Shura no Kuni). Il suo fondamento è la distruzione fisica e materiale attraverso l'uso di tecniche sferrate da un corpo permeato di spirito combattivo.
    Sebbene sia suddiviso in 108 scuole, se ne pratica lo studio in palestre o centri di addestramento presenti in ogni luogo. Sembra vi siano scambi fra le varie scuole e nell'opera vi sono anche descrizioni come quelle in cui guerrieri di Nanto, appartenenti a rami diversi, si esercitano nello stesso luogo.
    L'esempio più evidente è quello di Rei e Yuda: entrambi si trovano a studiare nello stesso posto. Tuttavia, in mancanza di una descrizione diretta, non possiamo sapere in quali particolari circostanze ognuno di loro abbia appreso le rispettive tecniche. L'unico palese caso riguarda la "Tecnica della Fenice di Nanto" (giapp.: Nanto Hooken) di Souther, il quale similmente all'Hokuto ha appreso in via diretta, da padre (il suo padre adottativo e maestro, Ogai) in figlio, la tecnica segreta (giapp.Isshisoden): il maestro e il proprio discepolo si allenano in scontri diretti, uno contro uno.
    Nel caso delle altre scuole, fatta eccezione quindi per la "Tecnica della Fenice", per divenire legittimi successori è necessario recarsi nel luogo nativo del Nanto e ricevere un sigillo di riconoscimento da un sacra autorità. Una sorta di arcivescovo del Nanto.

    Ecco un fulgido esempio di tecnica Nanto esemplificata da Souther. La fase preparatoria che precede il "Volo Celeste a Croce della Fenice" (giapp.: Tensho-Juji-Ho).
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    *False tecniche di Nanto:
    Tra i seguaci di Shin, nonostante costoro si proclamino di scuola Nanto o anche condiscepoli di quest'ultimo, ve ne sono alcuni che non appartengono a nessun tipo di scuola; neanche quella in cui si ricevevano i primi rudimenti.
    Formule magiche che fanno resuscitare i morti, arti di combattimento che consistono nello sputare fiamme e, nei casi estremi, anche attacchi con dinamite o altro, nella stragrande maggioranza dei casi difficilmente possono definirsi tecniche di combattimento e non sono certamente correnti del "Sacro Colpo di Nanto". Piuttosto, questi seguaci del colpo di Nanto, o sedicenti maestri e praticanti, utilizzano solitamente questo termine, "Nanto", per indicare una qualsiasi tecnica o arma di cui fanno uso (solitamente come prefisso in una definizione), proprio perché sono dei servitori, per esempio, di Shin, il quale è un vero maestro.

    Un tipico esempio di falsa tecnica Nanto in una rapida sequenza di immagini. La tecnica de "I proiettili umani di Nanto" (giapp.: Nanto Ningen Hodan). Notare la presenza, come prefisso, degli ideogrammi indicanti la scuola Nanto (南斗).
    Nell'ultimo fotogramma il colpo con cui Ken farà fuori il capo di questo gruppo di seguaci di Shin, Garekkiy (nella versione italiana: Garenky). In quest'occasione il colpo utilizzato da Ken è il "colpo Hokuto che squarcia il vuoto" (Hokuto Kokuzan).
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    Ecco un altro esempio di falsa tecnica Nanto che vede protagonista l'infame Jackal (nella versione italiana: Sciacallo).
    La tecnica prende il nome di "Colpo Nanto di uccisione con esplosivo" (giapp.: 南斗爆殺拳 - Nanto Bakusatsu Ken). Il sedicente maestro Nanto, come risulta evidente dalla sequenza, non utilizza alcuna tecnica, ma semplicemente scaraventa della dinamite per far fuori il nemico. Il termine indicante questa falsa tecnica viene utilizzato solo una volta nella versione in lingua originale ed è stato reso tale per sottolineare il fatto che questo squallido individuo è al servizio di Shin (a differenza di quanto avviene nella versione cartacea, dove Sciacallo fa la sua comparsa dopo la morte di Shin).
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    ^_^

    Edited by MusashiMiyamoto - 10/7/2010, 15:48
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    古事記



    日本創世記



    Attenzione! Questo è un angolo dedicato alla cultura e caratterizzato da un testo molto lungo. Leggete a vostro rischio e pericolo! :lol:

    PRIMA PARTE



    Il Kojiki (古事記), "cronache di antichi fatti", è considerato il testo giapponese più antico, compilato nel 712 d.C. e presentato alla corte nello stesso anno, al quale seguì alcuni anni più tardi, nel 720, il Nihon Shoki (日本書紀), "cronache del Giappone".
    Il Kojiki riveste un'importanza particolare non solo per la sua antichità, ma soprattutto perché è considerato il libro sacro dello shintoismo e, inoltre, perché costituisce una vasta fonte di informazioni riguardo le credenze antiche agli albori della civiltà giapponese. L'opera, divisa in tre tomi, ha inizio con la narrazione della creazione dell'universo, rappresentato come una sorta di materia primordiale, la quale in seguito a un improvviso congelamento si separa in due parti distinte: il cielo e la terra. Continua con il resoconto della creazione del Giappone, la cui data è tradizionalmente il 660 a.C., e con i regni degli imperatori. Infine, nell'ultimo libro, narra dei fatti più propriamente storici o presunti tali. In ogni caso, la caratteristica principale è il gran numero di leggende, miti e fiabe che il testo riporta, e che possono aiutarci a comprendere meglio quale sia l'origine del carattere e della mentalità propria di questo popolo, almeno in parte.
    Nella prefazione, in uno stile ostentato e con un uso eccessivo di retorica nelle parti relative agli elogi all'imperatore, scritta da Ō-No-Yasumaro (太安万侶), si fa, inoltre, riferimento al modo in cui l'opera è stata scritta, ovvero un giapponese in cui si utilizzavano i soli caratteri cinesi in differenti modi, visto che a quel tempo ancora non era stato inventato l'attuale sillabario; un sistema molto complesso ma, per quanto problematico, efficace.
    Piuttosto, è importante il riferimento alle fonti sulle quali si basa il Kojiki. Difatti, pare esistessero alcuni documenti scritti prima della sua compilazione, tra i quali il Teiki (帝記) , "cronache imperiali", e l' Honji (本辞), "dettami fondamentali", dei quali non è rimasta traccia, che vennero salvati dalle fiamme in un incendio provocato nel 645 d.C. dalla fazione perdente in una lotta per il potere. Questi testi vennero poi memorizzati dall'attendente di corte, il Toneri (舎人), Hieda no Are (稗田 阿礼), per ordine dell'imperatore nel 681 d.C. . Are, che all'epoca aveva 28 anni, è ritenuto un personaggio dotato di una memoria prodigiosa, e conosciuto anche per il fervido dibattito accesosi riguardo al suo sesso. Alla fine si è arrivati a una conclusione, perlomeno la più ragionevole, che Are sia un uomo, basandosi sui documenti riportanti i nomi propri dell'epoca, in cui Are figura come nome prettamente maschile, la cui controparte femminile pare essere Areme (il suffisso -me indica solitamente nomi femminili). In ogni caso, il punto non è stato ancora del tutto chiarito e vi sono altre teorie apprezzabili che danno una diversa interpretazione.
    Comunque, al di là dei punti oscuri riguardanti la compilazione, il Kojiki è un'opera di importanza storica notevole, che venne anche esaltata durante la seconda guerra mondiale come " l'incarnazione dello spirito giapponese", e fu quindi considerata di stampo mascolino, virile, in contrapposizione ad altre opere di tipo femminile come il Genji Monogatari (源氏物語), "Il racconto di Genji", considerata la più alta forma di letteratura giapponese e scritta da una donna. Un aspetto negativo del Kojiki sta nella successione, spesso senza un filo logico, di storie, leggende e altri racconti; cioè, quindi, la mancanza di un'unità, cui si accompagnano spesso contraddizioni e prolissità.
    In altre parole, un'immaginazione molto fertile, quella degli antichi giapponesi, ma decisamente priva dell'intensità che un'opera in prosa richiederebbe. Ciò nonostante, i singoli avvenimenti sono di un interesse unico a cominciare dalla "Genesi", ovvero dalla creazione mitica del Giappone con le sue divinità e le sue vicende, alla quale passiamo subito.
    Qui di seguito un'immagine del Kojiki da un manoscritto di proprietà del tempio buddista Shinpuku (真福寺), considerato un tesoro nazionale. Non è il manoscritto originale, di cui non si sa nulla, ma una copia risalente al 1371 ad opera del monaco Ken'yu (賢瑜).

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    LA GENESI



    La storia s'incomincia, dopo la creazione del cielo e della terra di cui si è già scritto, con la nascita di tre divinità originarie, senza un precisa indicazione di come ciò sia avvenuto. Queste prendono posto nella cosiddetta takama no hara o takama ga hara (高天原), l' "alta piana dei cieli". La terra al di sotto somiglia molto a un fluido che ricorda dell' "olio galleggiante", che si vede "fluttuare come una medusa", come narra lo stesso Kojiki. I primi segni di vita in questo mondo amorfo sono "qualcosa di simile a getti di una canna". Un'immagine, perciò, molto vivida e priva di quell'astrazione propria di altre opere più complesse.
    Successivamente vengono create diverse divinità che prendono il nome di "dei celesti", tra le quali le più importanti e principali protagoniste della creazione: Izanagi (伊邪那岐神) (si legge Izanaghi), la divinità maschile, e Izanami (伊邪那美神), la divinità femminile, in una dicotomia la quale, al di là dell'ovvio simbolismo legato al concepimento e quindi alla creazione della vita, rivela la precisa connotazione dei sessi e nella successiva narrazione una rigida distinzione dei ruoli già evidente nel Giappone del tempo.
    Dunque, le due divinità procreatrici ricevono l'ordine dalle tre divinità originarie di creare e solidificare il fluido amorfo; Izanagi raggiunge il "ponte fluttuante del cielo", ame no uki-hashi (天の浮橋), e da lì immerge nel fluido una lancia gemmata, mescolando e rimestando l'acqua salmastra fin quando, ritratta la lancia, una goccia non ricade nel fluido e dopo essersi ingrandita si rapprende a formare un'isola chiamata Onogoro (淤能碁呂島).

    In questa immagine una raffigurazione di Izanagi che ritrae la lancia:
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    Quest'isola che non è identificabile con nessuna isola attualmente esistente, fungerà solo da palcoscenico per gli eventi successivi necessari al completamento della creazione. La necessità era di portare a termine il compito sulla terraferma. Izanagi e Izanami discendono su questa nuova terra e dopo essersi fermati per un attimo cominciano a guardarsi l'un l'altro; alla fine Izanagi stabilisce che ciò che è "in eccesso" sul suo corpo debba compensare ciò che "manca" ad Izanami. Un riferimento al rapporto sessuale visto in modo simbolico, come la narrazione successiva suggerirà, e che vede dapprima Izanami dall'alto di una colonna salutare Izanagi il quale corre intorno a essa visibilmente infastidito di trovarsi in una posizione d'inferiorità rispetto a una donna, soprattutto in riferimento al fatto che la "donna abbia parlato prima di lui" salutandolo; ciò nonostante, portano avanti il loro compito di procreare. Il primo risultato è una "mignatta deforme", una "sanguisuga", così repellente che i due decidono di metterla su una barca e farla portare via dalla corrente; il tentativo successivo è quello di creare un'isola, ma anche in questo caso il risultato è un vero e proprio aborto e viene scartato.
    La coppia perciò consulta le tre divinità originarie, le quali stabiliscono che l'errore sta nel fatto che Izanami salutando abbia parlato per prima, così come lo stesso Izanagi aveva arguito. Un'allegoria che richiama, come già detto, la rigida distinzione dei ruoli. Perciò, i due discendono nuovamente sulla terra invertendo i ruoli: Izanagi andrà sulla cima della colonna e da lì parlerà per primo salutando la consorte, la quale girerà intorno a lui. Questa volta il risultato è di tutt'altro tenore e ciò che viene alla luce è decisamente ben riuscito: il primo gruppo della progenie è costituito da otto isole fra le quali tre delle quattro isole principali dell'attuale Giappone - Honshū, Shikoku, Kyūshū- seguito da un gruppo di sei di minore importanza.
    Importante l'insistenza sul numero otto, sia quando si tratta di creazione di isole o di nascita di altri dei, in cui questo numero è una costante; probabilmente un numero sufficientemente grande e riconoscibile per definire la nascita di isole, divinità o altro in una certa quantità e dotato di una qualche valenza magica. In ogni caso, un'eccezione alla preferenza dei giapponesi per i numeri dispari, che caratterizza gran parte della loro cultura.
    Con questo si conclude la creazione delle terre, e la narrazione procede con la procreazione delle varie divinità del mare, del vento, delle montagne, della terra e di altri aspetti della natura. Durante questi avvenimenti Izanami muore dopo aver dato alla luce la divinità del fuoco, che nascendo le aveva bruciato l'organo genitale. Dal suo vomito, feci e urine, il tutto causato dagli effetti delle ustioni, verranno al mondo varie divinità, circa 35.
    Izanagi furioso per la morte della consorte, decapita il proprio figlio, dio del fuoco. Il sangue di quest'ultimo, rimasto sulla spada, produce altre tre divinità e prima che il liquido perda il proprio effetto generativo ne vengono fuori altre cinque, ovvero il numero otto a cui si è già accennato.
    Dopo la morte di Izanami, il marito decide di recarsi nel paese di Yomi (黄泉), ovvero la terra dei morti, per ritrovare la propria amata, poiché era necessario portare a termine la creazione e assolvere il compito assegnato. Non appena giunge all'entrata della terra dei morti, Izanagi vede farsi incontro dall'oscurità Izanami, la quale gli impone di allontanarsi, perché avendo mangiato il cibo di Yomi non potrà più tornare in vita. Quest'ultima decide anche di andare a implorare le divinità, affinché le concedano di porter tornare sulla terra ma, non vedendola riapparire, Izanagi comincia a cercarla. Stacca un dente dal pettine che ornava i suoi capelli, ne fa una torcia e si inoltra nel regno di Yomi. Con orrore scopre il cadavere di Izanami che si contorce e ringhia divorato dai vermi, mentre otto divinità del tuono sbucano da varie parti del suo corpo. Izanagi fugge atterrito e inorridito da quella scena.
    Izanami, umiliata, gli lancia contro le "Furie di Yomi" per catturarlo, ma Izanagi, allo scopo di distrarle, estrae la ghirlanda che porta in testa e la scaglia verso di loro; questa si trasforma in una vite selvatica che dà l'effetto sperato: fermare gli inseguitori. Ma non basta. Decide di prendere anche il suo pettine e scagliarlo: il pettine si trasforma in dei getti di bambù che avidamente le Furie raccolgono e divorano, permettendo a Izanagi di continuare la fuga. A questo punto sono gli "ottanta dei del Tuono" che vengono lanciati all'inseguimento, ma Izanagi li fende con la sua spada, e poi lancia contro di loro delle pesche, riuscendo così ad allontanarli. La pesca simboleggia l'aiuto e la fortuna e le sue proprietà sono ritenute magiche. Infine è la stessa Izanami ad avventarsi contro Izanagi, ma questi riesce con un enorme masso a ostruire l'entrata, rinchiudendo per sempre all'interno la sua consorte, ormai furiosa e deforme. L'ultimo loro scambio di parole è rabbioso: Izanami giura che ucciderà mille persone ogni giorno per vendicarsi dell'umiliazione subita e Izanagi ribatte che farà nascere 1500 persone ogni giorno, chiudendo qui la questione.
    Lasciata la cava, Izanagi si reca presso un fiume dove si purifica - l'atto di purificazione è detto misogi ()- della lordura e del sozzume -le impurità vengono chiamate kegare (穢れ)- del regno di Yomi che aveva addosso; e lì ogni parte del suo corpo che viene a contatto con l'acqua si trasforma istantaneamente in una divinità.
    Tre in particolare: Amaterasu (天照大御神), nata dal lavacro dell'occhio sinistro, a cui assegna l'alta piana del cielo, takama no hara; Tsukiyomi o Tsukuyomi (月讀命), nata dal lavacro dell'occhio destro, a cui assegna il regno della notte; e Susanoo (建速須佐之男命), nato dal lavacro del naso, a cui assegna l'oceano. Quest'ultimo è il principale protagonista con Amaterasu delle vicende successive. Tsukiyomi scomparirà quasi immediatamente dalla narrazione, ed è presente solo per completezza e per definire un certo numero, in questo caso il tre (tre divinità). Amaterasu è considerata la principale divinità dello shintoismo e oggetto di riti, culti e leggende.

    Ecco una raffigurazione di Amaterasu:
    Amaterasu_cave_crop

    Con questo si chiude la "Genesi" propriamente detta, con la nascita delle due divinità che daranno vita alla narrazione successiva, l'era degli dei, che porterà alla discesa sulla terra del primo imperatore giapponese, che fino alla seconda guerra mondiale era considerato un dio proprio in virtù di questo suo legame divino di sangue, come afferma il Kojiki.

    ^_^
    Propongo la seconda parte, l' "era degli dei", con una lunga premessa critica sugli elementi propri del primo libro, la "Genesi", per comprendere meglio gli eventi successivi.

    Seconda parte
    L'era degli dei


    La "Genesi" si conclude con la creazione delle divinità, quelle stesse divinità che daranno vita all'illustre progenie, ovvero la casata imperiale giapponese, la quale al di là di ogni leggenda o mito, è quella che al mondo vanta il primato di aver regnato più a lungo di ogni altra e ininterrottamente. Le vicende che caratterizzano la prima fase della storia e della mitologia giapponese presentano alcuni punti di singolare importanza.
    E' indubbio, giusto per citare alcuni esempi, che la visita di Izanagi al mondo di Yomi possa tracciare un parallelo con la vicenda di Orfeo ed Euridice; soprattutto in relazione alla regola secondo la quale a Izanagi viene proibito di guardare il volto della moglie. Un'altra interessante similitudine è rilevabile nella vicenda in cui Izanami riferisce al marito di non poter fare ritorno nel mondo dei vivi, perché ha mangiato il cibo di Yomi; la similitudine é con la vicenda che vede protagonista Persefone rapita da Ade, dio degli inferi, il quale la rapì ancora fanciulla e la portò con sé per farne la sua sposa. In seguito le venne offerta della frutta e Persefone la mangiò: essa era uno stratagemma di Ade. Chiunque avesse mangiato quel cibo sarebbe stato costretto a rimanere negli inferi per l'eternità.

    Un'altra immagine di Izanagi (lett.: colui che invita) e Izanami (lett.: colei che invita)
    izanami
    Vi sono altri paralleli e gli stessi studiosi del Kojiki hanno rilevato molte somiglianze fra miti occidentali e i miti presenti nell'opera. Qualsiasi comparazione però tende a risultare svantaggiosa per il Kojiki. Vicende simili, ma sensazioni del tutto diverse.
    Basti citare la vicenda di Orfeo ed Euridice: Euridice pregò il marito di guardarla in volto e lui, pur sapendo che l'avrebbe perduta, lo fece. Questo porta il lettore a provare compassione in quello che può rappresentare un tipico elemento di pathos, proprio della mitologia greca. Nella simile vicenda del Kojiki, invece, questo elemento è assente e anzi viene rappresentata con un certo cinismo. L'autore non voleva catturare la sensazione del lettore, ma solo presentare i nudi fatti. Il Kojiki era una cronaca nazionale e perciò doveva, innanzitutto, legittimare un passato glorioso per giustificare il potere e il diritto a regnare degli imperatori che ne ordinarono la compilazione. Altri elementi come le pesche, utilizzate come armi, sono da considerarsi piuttosto "eterei", nonostante esse avessero poteri magici; o lo stesso fatto che non sia ben chiaro quale sia il reale potere di Izanagi, il quale essendo una delle divinità procreatrici, ci si chiede, perché mai non avrebbe potuto disperdere i propri inseguitori e sistemare la faccenda con un solo gesto.
    Così come la totale assenza di esseri mortali o presunti tali, in talune vicende, lascia il lettore interdetto e indebolisce l'effetto letterario. E' un po' questo il nocciolo dell'incosistenza della narrazione, seppur immersa in un contesto sicuramente affascinante.
    Vi sono però anche punti del tutto singolari.
    La creazione del mondo avvenuta attraverso la copulazione di due divinità progenitrici è un elemento unico nella mitologia mondiale. Gli studiosi hanno posto l'accento sull'innocenza di questi eventi "sessuali", ma sta di fatto che le isole stesse, come le divinità, furono il prodotto di questo tipo di rapporto e ciò, in parte, giustifica il legame di sangue dell'imperatore con la terra che governa, inalienabile diritto a regnare. Un'implicazione chiaramente politica, ancor più evidente nel Nihonshoki, l'opera storica successiva.
    Izanagi e Izanami, peraltro, non divennero mai oggetto di culto e venerazione popolare come la progenie che generarono. E'piuttosto singolare anche il fatto secondo cui le divinità nate dai lavacri durante la purificazione dalle sozzure di Yomi, abbiano assunto maggiore importanza di quelle nate in seguito alla copulazione, eccezion fatta per le isole stesse generate nel medesimo modo.
    Viene considerata molto importante anche la genesi di divinità da feci e urine di Izanami, che a prima vista può sembrare un evento piuttosto curioso e bizzarro, ma in realtà forse ciò è da attribuirsi al valore che gli escrementi avevano a quel tempo come fertilizzanti agricoli, in una società stanziale e che trovava il principale mezzo di sostentamento nell'agricoltura.

    Vari elementi rendono il Kojiki, nella vicenda che porterà all'era degli dei, un'opera confusa. Molte divinità vengono create per poi scomparire subito dopo. Grande importanza hanno quelle del sole e del mare, mentre quella della luna, Tsukiyomi, non viene più menzionata. Vi è un interesse molto sparuto per piante e alberi, e solo in alcuni aneddoti, peraltro molto significativi, vengono narrate vicende in cui sono protagonisti gli animali.
    Tutte queste contraddizioni, e tante altre, sono ricadute sotto l'accusa di "aggiunte" successive alla compilazione. In realtà quel che manca davvero è la presenza nell'opera di una vera figura centrale o di un eroe, inteso magari nel senso greco della parola, e soprattutto se paragonato a molte letterature epiche del mondo. Vi sono certamente eroi divini o semidei, di cui si tratterà in seguito, ma essi non sono eroi come potrebbero esserlo Achille o Ercole; da una parte per le vicende stesse che li vedono protagonisti, dall'altra per l'inconsistenza della caratterizzazione. L'intensità degli eroi greci e il pathos che ne caratterizza le figure, per citare il parallelo più ovvio, è di una precisione e accuratezza sorprendenti rispetto alle controparti presenti nel Kojiki. Tra l'altro negli eroi del Kojiki la presenza di tratti eroici uniti a qualità molto discutibili sono propri della loro caratterizzazione; ma spesso queste qualità discutibili, a giudicare dalle vicende che ne raccontano le gesta, offuscano totalmente la virtù eroica a tal punto da stravolgere completamente la figura, così come era stata originariamente concepita. Un primo caso esemplificativo di eroe è la divinità Susanoo (建速須佐之男命) e gli eventi che lo vedono protagonista.

    Un'immagine di Susanoo, dio delle tempeste.
    susano

    Susanoo è il primo "eroe", divinità alla quale viene affidato il compito dallo stesso Izanagi di governare i mari. Secondo quanto ci racconta il Kojiki, quando Susanoo ricevette questo ordine scoppiò in un pianto fragoroso tale da "Essiccare le verdi montagne e prosciugare i mari".
    Izanagi sorpreso della reazione di quest'ultimo, chiede perché mai egli stia gemendo e strillando così, invece di regnare sui mari come ordinato. Susanoo risponde che il suo piu'grande desiderio è tornare da sua madre sottoterra.
    E' bene ricordare che Susanoo era venuto al mondo dal lavacro del naso di Izanagi durante la purificazione; perciò, a prima vista,è poco chiaro chi sia questa madre. Il Nihonshoki però dirime la controversia in merito, dicendoci che egli era figlio di Izanagi e Izanami e desiderava recarsi nella terra di Yomi per fare visita alla propria madre Izanami: un viaggio molto pericoloso come sappiamo dal resoconto che vede protagonista lo stesso Izanagi.
    Ciò nonostante, la richiesta di Susanoo fa infuriare Izanagi, il quale senza esitare bandisce il figlio. Questi al momento di accomiatarsi dalla sorella Amaterasu le riferisce che le sue intenzioni non erano certo cattive, e per dimostrarlo le suggerisce di fare insieme un giuramento e mettere al mondo dei figli; se questi figli saranno buoni, ciò sara la piena dimostrazione della sua buona fede.
    La vicenda è sicuramente molto bizzarra e non è un vero e proprio incesto, se non concettualmente, anzi è qualcosa di molto singolare.
    Amaterasu prende la spada di Susanoo, la rompe in tre pezzi e li mastica e, dopo averli sputati, dallo spruzzo vaporoso che viene prodotto nascono tre divinità femminili. A quel punto, Susanoo prende le perle intrecciate nei capelli di Amaterasu, le risciacqua e, dopo averle masticate, le sputa producendo cinque divinità. Anche in questo caso potrebbe sorgere il dubbio se queste divinità siano la progenie di Amaterasu, in virtù del fatto che le perle erano le sue, o di Susanoo il quale le aveva masticate e aveva messo al mondo questi figli.
    Comunque sia, Susanoo reclama la vittoria perché l'esperimento è riuscito e ne è così intossicato da compiere una serie di "gesta" a dir poco eccentriche: abbatte gli argini che separano i campi di riso di Amaterasu, defeca e, successivamente, sparge queste feci in una sala sacra; per coronare le sue nefandezze apre un buco nel soffitto nella stanza del telaio di Amaterasu e cala attraverso di esso un "cavallo pezzato del Cielo, scorticato a rovescio", proprio mentre una tessitrice stava lavorando per tessere le "vesti del Cielo". La poveretta è terrorizzata a tal punto da prendere la spola e trafiggersi il basso ventre, morendo.
    Di eroico in questa serie di eventi non v'è nulla, fatta salva l'intensità crescente che li accompagna. Susanoo, fra l'altro, nella successiva opera dinastica, il Nihonshoki, viene descritto come una divinità dal temperamento feroce e crudele che si compiace della distruzione. Sebbene i comportamenti umani e quelli divini siano ben distinti, in questo caso particolare Susanoo non ha nulla di divino. Tant'è che la sorella Amaterasu, la quale aveva anche giustificato il fratello in seguito ai suoi comportamenti vergognosi, ne rimane così sbigottita da chiudersi in una cava, chiamata Ama no Iwato (天岩戸), gettando il mondo nell'oscurità. E' bene ricordare che Amaterasu vuol dire pressappoco "splendore del Cielo", ed era quindi la divinità preposta alla luce e al sole. Il mondo, sprofondato nell'oscurità, diviene teatro delle gozzoviglia di altre divinità; Amaterasu ode le loro tonanti risate di sollazzo, mentre assistono alla danza lasciva di Ama no Uzume (o Ame) (天宇受売), traducibile pressappoco come "la terribile femmina celeste".
    Il suo scopo è di attirare Amaterasu fuori della cava per ridonare la luce al mondo, in una vicenda che ha dei tratti decisamente sciamanici, soprattutto in relazione alla danza di carattere quasi rituale e all'estasi che pervade la scena, connotata dall'atteggiamento licenzioso della dea danzante. Fatto sta che Amaterasu, incuriosita, decide di uscire dalla cava allettata dalla voce di Uzume, la quale cerca di adescarla dicendole che tutto quel divertimento e quell'allegria sono dovuti alla presenza di una divinità assai superiore alla dea del sole. Uscendo, diffidente, vede la sua immagine riflessa in uno specchio, noto come Yata no Kagami (八咫鏡), ovvero "specchio di otto ata" -un ata è un'antica unità di misura molto usata in passato e in questo caso indica uno specchio il cui diametro è piuttosto ridotto- sorretto da due dei, i quali lo fanno sporgere in avanti affinché Amaterasu veda la propria immagine riflessa.
    La dea ne rimane incantata e mentre si attarda davanti allo specchio, il dio maschio celeste le afferra la mano e la trae completamente fuori. Alle sue spalle la cava viene richiusa, le viene legata una lunga corda intrecciata, lo shimenawa (注連縄), tesa dietro la schiena e le viene detto di non tornare mai più in quella caverna.

    Ecco una raffigurazione dell'evento. Sullo sfondo Amaterasu che risorge dalla cava. In primo piano Ame no Uzume, a sinistra le divinità che sorreggono lo specchio Yata no Kagami, simbolo di Amaterasu e che si ritiene contenga il suo spirito. E' uno dei tre sacri tesori facente parte delle insegne della famiglia imperiale giapponese e simboleggia la saggezza.
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    Qui una raffigurazione di Ama no Uzume considerata una delle divinità piu'importanti nel pantheon shintoista. Simboleggia l'alba, la baldoria, il divertimento.
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    Fotografia di uno shimenawa. E' generalmente in paglia di riso e viene teso orizzontalmente, come narrato nella vicenda del Kojiki. Inoltre dei ciuffi di paglia pendono in giù a rappresentare i raggi del sole, come si vede in un dipinto precedente, che raffigura Amaterasu mentre esce dalla cava immersa in un bagliore di luce. Il significato di shimenawa sta forse per "corda che chiude, limita (il passaggio delle disgrazie)". E' difatti uno degli elementi più usati nel culto shintoista e ha lo scopo di tenere lontano le impurità e gli spiriti malefici. Da notare anche gli shide (紙垂), ovvero le "quattro carte penzolanti", che sono un altro elemento caratteristico e sono generalmente formati da quattro pezzi di carta con profilo a zig-zag. Il fruscio da essi prodotto, quando vengono agitati, ha lo scopo di tenere lontano le divinità malefiche.
    Shimenawa_shrine01

    Tornando al racconto, dopo l'uscita di Amaterasu, le divinità dell'alta piana del cielo decidono di esiliare Susanoo, ma solamente dopo avergli imposto una "multa di mille tavole", di tagliarsi la barba, strapparsi le unghie, e dopo averlo esorcizzato. Una volta disceso sul mondo dei mortali torna a essere un eroe nel senso proprio del termine, uccidendo il dragone, Yamata no Orochi (ヤマタノオロチ / 八俣遠呂智) -una sorta di Idra, un mostro dalle molte teste, otto nel caso di Yamata no Orochi-, che affliggeva la provincia di Izumo (出雲), liberando così la gente da questa disgrazia, e sposando all'occorrenza diverse dame della regione. Il suo comportamento è cambiato così radicalmente, rispetto a quello capriccioso visto precedentemente, da apparire sorprendente. L'associazione di questa divinità con Izumo, così come Amaterasu è associata con Yamato (大和), "la grande armonia" (denominazione della regione centrale del Giappone antico ritenuta la culla della civiltà giapponese), suggerisce che fosse inizialmente una divinità propria di questa regione, poi adottata nel panteon shintoista quando la corte di Yamato estese la sua autorità anche su Izumo, e quindi mantenne le sue origini "aliene".

    Due pitture raffiguranti Susanoo che combatte con Yamata no Orochi. Il drago richiedeva delle vergini in sacrificio con la promessa di non devastare la provincia.
    800px-YamataNoOrochiYoshitoshi_Nihon-ryakushi_Susanoo-no-mikoto

    Un dipinto suggestivo di Yamata no Orochi:
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    Alla vicenda di Susanoo è legata in particolare una poesia, attribuita alla stessa divinità, composta in occasione della costruzione di un palazzo per la sua sposa e tradizionalmente considerata la prima poesia della letteratura giapponese mai composta. Ve la propongo anche in originale e con la trascrizione perché credo che nella sua semplicità sia molto significativa e molto affascinante.

    八雲立つ  Yakumo tatsu
    出雲八重垣 Izumo yaegaki
    妻籠みに Tsumagomi ni
    八重垣作る Yaegaki tsukuru
    その八重垣を Sono yaegaki wo


    Mia traduzione letterale:
    Otto strati di nuvole si elevano.
    Un recinto (o siepe) a otto strati si è formato.
    Un recinto (o siepe) a otto strati in Izumo
    dove tener la mia sposa.
    O splendido recinto (o siepe) a otto strati !


    Traduzione libera(da una vecchia edizione italiana del Kojiki):
    Otto nubi si elevano in Izumo.
    Un'ottupla siepe.
    Per dormire insieme alla sposa
    un'ottupla siepe si è costruita.
    Ah! Quell'ottupla siepe!


    Per ora vi lascio in poesia e con questa mia rima, ovvero che...lo leggiate quanto prima... ^_^ ^_^

    Edited by MusashiMiyamoto - 19/12/2019, 23:24
  7. .
    INTRODUZIONE

    I due tipacci vestiti di pelle e borchie aprirono la porta mezza scassata di quella capanna a pochi passi dal Deserto del Silenzio. Solo un pazzo sarebbe andato ad abitare vicino ad un luogo così, un luogo da cui nessuno è tornato e nessuno è mai arrivato.
    Un pazzo, oppure qualcuno che vuole nascondersi dal loro signore...
    La ragazza sgranò gli occhi e si alzò di scatto dallo sgabello di legno. Nei suoi occhi non c'era un vero terrore: la sua preoccupazione principale era quel misterioso uomo che riposava nel letto e che lei e suo fratello Wang avevano trovato proprio nei pressi del Deserto.
    "Allora, cosa abbiamo qui? Una bella pupa! Vedi che quando ti porto con me ne ricaviamo sempre qualcosa?"
    L'altro rispose: "Hai ragione amico, è un po' di tempo che non faccio questo genere di ginnastica...Hi,Hi...".
    La ragazza, senza timore, si avvicinò a uno dei due uomini, poi, con un movimento fulmineo, lo colpì al volto prendendolo di sorpresa e facendolo cadere a terra.
    "Brutta tr...Aaaaargh!!!" prima che potesse finire la frase, la ragazza lo colpì con il tacco sui genitali con una violenza mai vista.
    L'altro delinquente le si avventò contro ma lei, prevista la mossa come se nella vita non avesse fatto altro che affrontare tipi del genere, lo afferrò per un braccio e glielo spezzò con un colpo secco.
    Le urla dei due malcapitati riecheggiarono nei dintorni mentre fuggivano e, Wang, di ritorno dal vicino villaggio corse subito alla capanna:
    "Cosa è successo Mei Ling?"
    La ragazza, strizzando il fazzoletto intriso d'acqua si voltò verso il fratello e disse:"Nulla, solo due che avevano sbagliato indirizzo".
    Wang le sorrise con complicità ma aggiunse: "Non potremo stare qui per molto, quei tipi potrebbero raccontare tutto al Re degli Spiriti e ci ritroveremmo circondati in men che non si dica".
    Mei Ling, appoggiato il fazzoletto sulla fronte del misterioso viandante, disse: "Non diranno nulla, ne sono sicura".
    Wang sorrise di nuovo:"Sai, non è che dubito di te, solo che come fratello maggiore mi sento responsabile..."
    "Ascolta Wang" disse lei senza togliere lo sguardo dal suo paziente "hai guardato attentamente quest'uomo?"
    Wang smise di parlare e guardò quel viandante privo di sensi:"Beh, cosa dovrei vedere?"
    "Queste". Mei Ling indicò con le dita il petto dell' uomo e scorrendo con il dito le sue ferite, tracciò una precisa figura...
    "Non può essere!" Esclamò Wang"Quelle cicatrici...sembrano...ma cosa significa?"
    "Non lo so' ancora fratellone, ma se non ti sbrighi a darmi quei medicinali forse non lo sapremo mai"
    "Scusa Mei Ling...ecco" Wang aprì lo zaino e ne tirò fuori diverse scatole di medicinali.
    "Certo che chi gli ha fatto questo lavoretto lo ha conciato proprio per le feste"continuò Wang.
    Mei Ling stette in silenzio, poi disse: "Wang, non hai ancora capito?"
    Wang non ci voleva credere. Non era possibile che quelle cicatrici formassero davvero la costellazione dell'Orsa Maggiore....

    CAPITOLO 1 -Il Vuoto-


    L'uomo si svegliò, e si guardò attorno. Era in un letto simile a quelli di un ospedale e, ad un lato una ragazza dai capelli lunghi, neri e lisci, si era addormentata seduta su una sedia e appoggiata al letto.
    La luce della luna filtrava dalla finestra e illuminava quel corpo giovane di una luce bluastra, dando l'impressione che si trattasse più di un angelo che di una persona reale.
    L'uomo, istintivamente allungò la mano per accarezzarla e le scoprì il viso per vederla meglio: vide un viso dolce che poteva aprire il cuore di ogni uomo.
    La ragazza si era presa cura di lui, a giudicare dalle fasciature e dalle pezze bagnate che si trovava addosso... "Perchè?" si chiedeva.
    "Sono forse suo marito? Suo fratello? Il suo uomo?" Nulla...
    Il vuoto più totale regnava nella mente di questo sfortunato viaggiatore.
    Si concentrò ancora per cercare delle risposte e vide immagini sfocate e confuse di sangue e lacrime mescolarsi tra loro. Tuttavia, nel suo cuore c'era come una sensazione di pace. Una pace simile a quella di un uomo che ha trovato il senso della vita.
    Ora però, non riusciva a ricordare nulla...
    "Ci penserò dopo" si disse, poi si alzò lentamente e si diresse, barcollando, verso una porta scardinata e appoggiata all'uscio.
    Uscito fuori, si fermò a guardare la volta celeste.
    Il suo sguardo venne catturato prima dalla luna, poi iniziò a scrutare le stelle..."L'Orsa Maggiore" pensò tra se e se "Sembra essere l'unica cosa che mi ricordo".
    "Finalmente ti sei alzato".
    L'uomo si voltò di scatto e vide un giovane dai capelli lunghi fino alle spalle che lo fissava seduto su una roccia.
    "To..Toki" Questo nome balenò nella mente dell'uomo non appena vide il giovane in viso.
    Ricordava qualcosa.
    "Ti chiami Toki allora..." disse il giovane.
    "N-no.." rispose l'uomo confuso. Il suo fisico e il suo viso gli riportavano alla mente quel nome ma, evidentemente, non si chiamava così.
    "Come ti chiami allora?"
    "Non lo so, non ricordo nulla, tuttavia, appena ti ho visto, mi è tornato in mente quel nome. Sento che è il nome di una persona cara..."
    "Capisco" disse il giovane "Comunque mi chiamo Wang, e la ragazza che si è presa cura di te è mia sorella Mei Ling".
    "Bella ragazza, davvero" disse l'uomo "In un'epoca come questa sarà una bella fatica difenderla dai delinquenti. E' per questo che vivete isolati in questa baracca?"
    Il giovane scese dalla roccia e, avvicinatosi a quello sconosciuto viaggiatore disse: "Sei un attento osservatore per essere uno che non ricorda nemmeno il suo nome".
    L'uomo guardò di nuovo il cielo e, lisciandosi la barba incolta, stette zitto per un po'. Poi disse: "Credo sia il caso che io tolga il disturbo. Per quello che ne sappiamo potrei avere anche qualche nemico che mi sta dando la caccia. Se mi trova qui potrebbe prendersela anche con te e tue sorella".
    Wang rimase sbalordito: quell'uomo si era appena ripreso e si preoccupava per loro invece che delle sue condizioni fisiche e mentali:
    "Non devi preoccuparti, io me la cavo abbastanza bene a menare le mani e Mei Ling ha appreso qualche trucchetto molto utile per difendersi".
    "Sei sicuro di quello che dici?" Chiese l'uomo continuando a fissare l'Orsa Maggiore.
    "Certo, non crederai che mia sorella si sia presa cura di te per poi lasciarti andare via senza che tu ti sia rimesso alla perfezione? Quella mi uccide se viene a sapere che ti ho lasciato andare via così".
    L'uomo sorrise.
    Anche Wang sorrise, poi disse: "Senti, posso farti una domanda?".
    "Dimmi".
    "Quelle cicatrici sul petto e sull'addome... come te le sei procurate?"
    L'uomo, sorpreso, si guardò il petto.
    "Non saprei.." poi, fissò di nuovo il cielo e disse: "Le sette stelle dell'Orsa Maggiore, cosa significa?".
    "Avrei voluto che me lo dicessi tu, anche io e Mei Ling le abbiamo trovate strane".
    "Non lo so, non ci capisco niente... Forse qualcuno che in passato si è divertito a sfregiarmi. Te l'ho detto, non è sicuro che io stia qui."
    "Senti, torna pure a letto, domani ne discuteremo"
    Wang appoggiò la propria mano sulla spalla dello sconosciuto e questi, si sentì immediatamente più rilassato.
    "Va bene, forse hai ragione..." disse l'uomo, poi tornò dentro e, adagiatosi sul letto, si addormentò subito, in maniera quasi innaturale.
    "Scusami" pensò Wang "Ma se te ne vai adesso, non saprò mai la verità".
    Il giovane tornò a sedersi sulla roccia e, fissando l'Orsa Maggiore, assunse la posizione del Loto.
    Un'Aura lucente iniziò a sprigionarsi dal suo corpo, poi, disse:"Stelle di Hokuto, guidatemi vi prego...."


    CAPITOLO 2 -Il Re degli Spiriti-



    Il tempo si era fermato.
    L'uomo dal mantello nero fissava il suo avversario nella piazza di quel villaggio sperso nel deserto.
    Il suo volto era coperto da un elmo chiuso dal quale si intravedevano solo due occhi di ghiaccio.
    La sua cavalcatura era una gigantesca tigre bianca corazzata.
    Era una visione degna di un capitolo dell'Apocalisse.
    La sua Aura si levava minacciosa illuminando gli spettatori innocenti di una luce scarlatta.
    Il suo corpo era un fascio di muscoli ben distribuiti e guizzanti.
    L'avversario, un giovane dai capelli corti e castani, con una cicatrice sul lato sinistro del volto, aveva ancora le mani coperte di sangue, mentre i corpi devastati di alcuni uomini giacevano ai suoi piedi.
    "Cosa vuoi da me?" disse il ragazzo.
    Il colosso non rispose.
    "Fai il duro, eh?" disse. "Non sai con chi hai a che fare. Io sono il Maestro Dao long, depositario dello Stile del Dragone dello Shaolin Kung-Fu".
    L'avversario tirò le redini della sua mostruosa cavalcatura e fece per voltargli le spalle.
    "Cosa c'è, hai cambiato idea?" disse il Maestro.
    L'avversario non rispose.
    "Prima mi fai attaccare dai tuoi uomini e poi te ne vai? Chi sei? Affrontami se hai il coraggio".
    Il Maestro si sentiva sempre più sicuro.
    "Non posso affrontare i morti..." queste furono le uniche parole che uscirono distorte dall'elmo chiuso di quel gigante.
    Il guerriero, infuriato, spiccò un balzo fenomenale sotto gli occhi degli astanti, i quali, stupefatti, rimasero a bocca aperta davanti a un tale sfoggio di tecnica ed eleganza.
    "Volo Estremo del Dragone Shaolin!!!"
    Il giovane guerriero raggiunse il gigante alle spalle e stava per colpirlo con un potentissimo calcio volante, poi, improvvisamente, si fermò a mezz'aria, come se fosse trattenuto da una forza invisibile.
    "C-cosa...Che diavolo sta succedendo?" esclamò il guerriero terrorizzato.
    "Tu sei già morto..." sussurrò il nemico senza battere ciglio.
    Dao Long sentì il sangue ribollirgli nelle vene e vide con raccapriccio il suo corpo iniziare a contrarsi a metà, mentre una sensazione di calore lo investiva.
    "Meimon, il punto segreto di pressione che è chiamato il Cancello della Vita. Tra breve i muscoli della tua schiena si contrarranno così tanto da spezzare in due la colonna vertebrale. Per un guerriero senza spina dorsale come te è una morte più che onorevole".
    "M-ma quando mi hai colpito?" riuscì a chiedere l'uomo trattenendo le grida di dolore.
    "Non ho bisogno di toccarti per ucciderti, io sono il Re degli Spiriti..." rispose il gigante.
    "Non è possibile. Non puoi essere il Re degli Spiriti. Quell'uomo è un regnante giusto che ha riportato la pace in queste terre. Non ha mai compiuto atti simili...AAAAARRRGGHHHH!!!" Dao Long non riuscì a trattenere un grido di dolore mentre si avvicinava inesorabilmente alla fine della sua vita.
    "Quel Re degli Spiriti è morto. Io sono quello nuovo..."
    Il gigante iniziò ad allontanarsi dalla scena mentre, alle sue spalle, il corpo del suo avversario giungeva al suo destino finale spezzandosi a metà e lasciando cadere viscere dappertutto, sotto lo sguardo terrorizzato degli abitanti di quel piccolo villaggio.


    CAPITOLO 3 - Il Pugno dell'Orsa Maggiore -

    Sand Town brulicava di persone: Era una specie di centro commerciale per quella regione, vi arrivavano regolarmente mercanti viaggianti che, in breve tempo, avevano trasformato quel piccolo villaggio in un simbolo di rinascita.
    In un'epoca come quella, pian piano stavano rinascendo le strutture sociali e questi uomini e donne ne erano gli artefici.

    Wang, Mei Ling e il loro misterioso amico, passeggiavano lungo la via principale.
    Wang portava con se delle taniche di benzina che doveva barattare con cibo e acqua. Giunti ad una bancarella gestita da un anziano sorridente e indaffarato, vennero accolti con tutti gli onori: "Benvenuti, cosa posso fare per voi?" chiese il proprietario della bancarella.
    "Ci servono cibo e acqua in quantità, amico" rispose Wang con un sorriso e porgendo le due taniche di benzina al vecchio.
    "Ooohhh... benzina... merce rara di questi tempi..." replicò il vecchio.
    "Beh, allora sarai molto generoso spero..." disse ancora Wang.
    Intanto, il misterioso viandante si guardava intorno in cerca di una risposta.
    Cercava con lo sguardo qualcosa che gli restituisse i ricordi perduti.
    D'un tratto incrociò i bellissimi occhi verdi di Mei Ling. La ragazza lo stava fissando intensamente e, accortasi che lo statuario uomo misterioso ne aveva incrociato lo sguardo, si voltò improvvisamente da un'altra parte e arrossì. La ragazza non aveva mai provato quella sensazione. Quell'uomo sconosciuto le dava un senso di pace e sicurezza che la rilassavano. I suoi muscoli possenti erano pieni di cicatrici più o meno vistose che testimoniavano dure lotte che, probabilmente, lo avevano segnato nel profondo.
    Non aveva spiccicato una parola da quando erano partiti e ciò le dava la sensazione che, nel suo passato, ci fosse così tanto dolore da averlo reso l'uomo silenzioso che era.
    "Mei Ling" disse l'uomo. La ragazza trasalì e, ripresasi dai suoi pensieri, si voltò di nuovo verso di lui.
    "Dimmi" rispose.
    "Guarda laggiù.. non ti sembrano dei tipi loschi quelli?" disse l'uomo indicando con lo sguardo un gruppo di tipacci molto simili a quelli che la ragazza aveva affrontato il giorno prima.
    "Può essere, ma perchè ti interessano?" rispose lei.
    "Sento puzza di guai" replicò il viandante, mentre lentamente si dirigeva verso quegli sconosciuti.
    "Ma cosa pensi di..." la ragazza si bloccò allorchè senti la calda mano del fratello trattenerla. "Fermati Mei Ling, vediamo cosa ha in mente il nostro amico".
    "Ma si farà ammazzare Wang, hai visto quanti ne sono? dobbiamo fermarlo!" rispose Mei Ling mentre cercava di liberarsi dalla presa.
    "Non ti preoccupare, se dovesse accadere qualcosa interverrò io..."




    "Allora, da oggi la legge è cambiata Harold" disse sghignazzando uno dei delinquenti rivolto ad un mercante di frutta.
    "Il Re degli Spiriti ci ha dato carta bianca e possiamo prenderci quello che ci pare. Inizia a darci un bel pò di frutta, non abbiamo ancora fatto colazione, eh eh eh...".
    "Ma non potete chiedermi questo. In tempi simili non è per niente facile ottenere frutta in grandi quantità. Avete idea di quanti villaggi devo girare per poterla comprare e vendere qui? Mi mandereste in rovina" rispose il mercante con i sudori freddi.
    "Quindi non vuoi collaborare, eh?" disse il prepotente punk.
    Gli altri suoi colleghi iniziarono a sorridere in maniera maligna.
    "Bene, vorrà dire che adesso riceverai una punizione esemplare che farà capire a tutti come vanno le cose da oggi in poi..."
    "Co..cosa volete fare?" chiese Harold sgranando gli occhi terrorizzato.
    Uno dei delinquenti, ad un cenno del suo compare tirò fuori un ascia a due mani.
    "Distruggeremo la tua bella bancarella, AH AH AH AH" rispose il punk.
    La scure scese velocemente e, improvvisamente, si sentì un grido disumano di dolore.
    "IIIEEEEEAAAAARRRRGGGGHHHH!!!!"
    Il punk era stato colpito dall'ascia del suo compare, sotto gli occhi sbigottiti di tutti. L'arma era penetrata dalla spalla destra fino giù all'anca.
    "Che cavolo combini?" disse un altro degli uomini confuso e infuriato allo stesso momento.
    "M..ma io... veramente.. ho mirato alla bancarella..." rispose il compare, stupito di quanto accaduto.
    Improvvisamente partì un altro colpo di scure e tagliò la testa di un altro delinquente.
    Tutta la gente che guardava restò paralizzata davanti ad una scena simile.
    Poi si sentì una voce levarsi dalle spalle del delinquente che teneva l'ascia tra le mani: "Non è colpa del vostro amico. In questo momento è sotto l'effetto del Meiken, un punto segreto di pressione che lo ha trasformato in un vero e proprio burattino nelle mie mani".
    Era il misterioso viandante.
    "E tu chi cazzo sei?" disse uno dei delinquenti.
    "Non ho un nome da pronunciare a un vile..." rispose il possente guerriero.
    "Ma io ti ammazzo figlio di puttana!!" replicò il punk mentre, estraendo una pistola di medio calibro, si accingeva a sparare.

    BANG!


    Sotto lo sguardo dei cittadini di Sand Town si presentò una scena mai vista prima: Quell'uomo misterioso era ancora in piedi e, nella mano destra, teneva il proiettile stretto tra l'indice e il medio.
    "La Presa dello Spazio tra le Dita" disse l'uomo, mentre il suo avversario cadeva a terra seduto e con le lacrime agli occhi.
    Gli altri delinquenti si guardarono tra di loro e, con un gesto di intesa si avventarono contemporaneamente su quello sbruffone.
    Egli rilanciò il proiettile con le stesse due dita che lo avevano intercettato e colpì in piena fronte uno degli assalitori, restando sempre calmo e impassibile.
    Uno di questi riuscì a strappargli di dosso il mantello da viaggio che portava, scoprendogli il torso.
    Le sette cicatrici sul petto e sull'addome dell'uomo fecero levare un espressione di stupore tra tutti gli spettatori.
    L'uomo senza proferire parola, replicò all'attacco combinato dei suoi aggressori:"ATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATA!!!!"
    Una violentissima e rapidissima scarica di pugni investì come un treno in corsa tutti i suoi contendenti, i quali vennero sbalzati ad una distanza di almeno 3 metri da lui.
    "Hyakuretsuken, il Sacro Colpo dei Cento Pugni Devastanti di Hokuto" disse l'eroe.
    I suoi nemici si rialzarono da terra e, tirate fuori le loro armi si prepararono a portare un nuovo assalto a quello strano individuo.
    "Non potete più combattere ormai, siete già tutti morti..." disse di nuovo l'eroe.
    "Ma cosa stai dicendo, noi adesso ti ammazziamo per davvero, stronzo!" rispose uno dei punk.
    La scena si fermò. I corpi di quei malviventi iniziarono a deformarsi e gonfiarsi terribilmente davanti allo sguardo atterrito degli astanti.
    Poi, un boato segnò l'esplosione dei corpi di quegli individui: Le loro carni si aprirono vomitando all'esterno organi, ossa e sangue davanti a tutti.
    Il punk che era rimasto a terra, non riusciva a muoversi per il terrore di quanto appena visto.
    "Va', torna dal tuo padrone e digli cosa è accaduto oggi. Digli pure che il Pugno dell'Orsa Maggiore lo sta aspettando" disse l'uomo misterioso al nemico tremante.
    Questi, senza pensarci due volte se la diede a gambe levate tra la folla, la quale era ancora sconvolta per quanto accaduto.
    Il delinquente con la scure in mano, lasciato in sospeso, disse:"Ti prego, risparmia anche me."
    "Ti darò un'altra possibilità" disse l'uomo "Ora ti volterò le spalle, scegli se scappare o tentare di colpirmi alle spalle come ho fatto io con te all'inizio".
    Il malvivente, sorpreso dalle parole dello sconosciuto, pensò che quel tizio doveva essere davvero fuori di testa. La sua espressione di terrore si mutò in un ghigno malefico. "Se ammazzo questo tizio il Re degli Spiriti mi ricoprirà di onori" pensò. Improvvisamente diede un colpo fulmineo con la sua ascia, solo per ritrovarsi un dito del nemico piantato nella fronte:"Hai fatto la scelta sbagliata..."

    CAPITOLO 4 -Il Guerriero del Monte Horai-



    Il Re degli Spiriti giunse, in groppa alla sua mostruosa cavalcatura, ad un fastoso Palazzo, adorno di oro e pietre preziose.
    La luce del tramonto dava a quella imponente costruzione uno splendore quasi sovrannaturale.
    Il gigantesco portone d'acciaio si spalancò.
    L'uomo scese dalla sua tigre bianca e, attorniato di servi in ginocchio, percorse la maestosa navata che conduceva al trono.
    Si sedette e tolse l'elmo dalla testa.
    Lunghi capelli bianchi scesero lungo le spalle. I suoi lineamenti erano quelli duri di un Dio della lotta. Il suo sguardo di ghiaccio si posava sui servi inginocchiati lungo la navata.

    "Qualcuno mi porti la cena..."
    Queste furono le uniche parole che riecheggiarono nella navata del palazzo.
    Subito i servi iniziarono un fuggi fuggi generale per cercare di soddisfare le richieste del loro signore.
    Solo uno di loro rimase immobile.
    "Ti ho stanato..." disse il Re degli Spiriti.
    "Complimenti, hai percepito subito la mia presenza anche se ho occultato la mia Aura combattiva... la tua fama è meritata".
    L'uomo era un anziano dal fisico magro e asciutto.
    Si tolse il mantello da servitore e mostrò una veste ufficiale ornata di tigri e dragoni che si davano battaglia.
    "Comunque, sono io che sono venuto a stanare te. Sono Zang Lo, Maestro della Venerabile Scuola del Monte Horai, e sono venuto fin nella tana del leone solo per eliminarti!" Esclamò il Maestro.
    "Diamo inizio alle danze allora..." disse il Re degli Spiriti.
    I servitori, si fermarono a guardare la scena atterriti.
    Uno scontro terribile si stava preparando e la paura non permetteva loro di fuggire.

    Il Re degli Spiriti fissò intensamente il suo avversario mentre la sua Aura scarlatta saettava ovunque.
    Zang Lo emanò la sua Aura blu elettrico e iniziò a sudare mentre le vene della testa si gonfiavano per losforzo di sostenere uno scontro invisibile che gli astanti non potevano vedere.
    "I tuoi poteri psichici sono molto forti" disse Zang Lo.
    "E' la Scuola Sun di Hokuto che mi permette di combattere senza doverti toccare. Tuttavia, vedo che hai una certa resistenza ai miei colpi invisibili..."
    Replico' il Re degli Spiriti.
    Improvvisamente, Zang Lo sfuggì a quella presa invisibile e si avvicinò fulmineamente al nemico: "Colpo della Cascata Inversa del Monte Horai!".
    Il Re degli Spiriti, subìto in pieno il calcio, venne sbattuto violentemente contro il trono, distruggendolo.
    "Cosa ti è successo Lao Tsu? Perchè stai distruggendo la pace che hai portato tu stesso e stai uccidendo uno dopo l'altro i migliori guerrieri di Arti Marziali del Paese? Tuo padre si rivolterebbe nella tomba". Esclamò l'anziano Maestro all'avversario ferito.

    Il Re degli Spiriti si rialzò:
    "Non sono affari tuoi vecchio, piuttosto pensa a combattere..."


    CAPITOLO 5 - Memorie-

    "Quindi hai iniziato a ricordare..."
    Wang rivolse queste parole al suo misterioso amico.
    "Non so spiegare... appena ho visto quella scena, quei delinquenti che se la prendevano con quel commerciante... è stato come rivedere lo stesso film per l'ennesima volta dopo tanto tempo... tutto ciò che è successo dopo, quello che ho fatto e quello che ho detto, è stato tutto automatico... mi sono ricordato anche il mio nome..."
    Queste furono le uniche cose che riuscì a dire l'eroe.
    "Finalmente, allora, posso sapere come ti devo chiamare?" disse sorridendo Wang.
    "Mi chiamo Kenshiro, ultimo successore dell'Hokuto Shinken" rispose Ken.
    Wang restò per un po' in silenzio.
    "Che ti succede?" chiese Ken.
    Wang alzò lo sguardo al cielo, poi, guardò verso la finestra della loro baracca, al cui interno Mei Ling stava cucinando qualcosa.
    "E' solo che mi sembra impossibile..." sospirò il giovane.
    Kenshiro gli mise una mano sulla spalla: "Spiegati meglio, non conosco ancora il motivo per cui mi trovo in questo posto e come mai ho perso momentaneamente la memoria... forse sei l'unica persona che puo' aiutarmi a mettere insieme i pezzi di questo mosaico" disse.
    Wang abbassò lo sguardo, poi, prendendo fiato, rispose: "Si, forse hai ragione, ti devo qualche spiegazione...".
    "Potresti iniziare con il dirmi chi è che vi sta cercando..." disse Ken.
    Wang rimase stupito di nuovo: quell'uomo sembrava davvero in grado di leggere il cuore altrui.
    "Ma come fai a sapere che qualcuno ci sta' cercando?" disse.
    Ken lo guardò negli occhi: "Per quale motivo dovreste abitare in un luogo così remoto?"
    Wang assunse un'espressione rassegnata, sorrise e sedutosi iniziò a parlare.
    "Si chiama Lao Tsu, l'ultimo successore della Scuola Sun di Hokuto" disse il giovane.
    "Scuola Sun di Hokuto?". Ken rimase sorpreso: "Esiste una sola tradizione dell'Hokuto" replicò.
    Wang lo guardò.
    "Ti sbagli, in un epoca remota, ci furono ben 3 imperatori del Cielo e anche la scuola si scisse... la variante Sun della Scuola di Hokuto è il risultato di una di queste scissioni..." rispose.
    "Non sapevo nulla di questa storia" ammise Ken.
    Wang si alzò di scatto dalla roccia su cui era seduto: "Non senti niente?" disse rivolto a Ken.
    "Odore di Morte" replicò Kenshiro.
    Immediatamente la terra intorno a loro iniziò a smuoversi e sbucarono fuori dei loschi figuri dal volto coperto da maschere anti-gas e coperti di stracci.
    Sul dorso delle mani avevano dei robusti unghioni di metallo, i quali riflettevano la luce del tramonto.
    "Guerrieri Shaolin dello Stile della Talpa" disse Wang.
    "Li conosci?" chiese Ken mentre istintivamente i due si mettevano schiena contro schiena.
    "Sono un gruppo di spie al servizio di Lao Tsu, evidentemente qualcuno di loro sta già tornando a palazzo per riferire che mi hanno trovato. Questi servono per distrarci" rispose pronto Wang.
    "Capisco" disse Ken.
    I guerrieri giravano attorno ai due cercando un punto scoperto nella loro difesa.
    Intanto, Mei Ling uscì fuori dalla baracca.
    "Torna dentro Mei Ling!!" urlò Wang, gettandosi in direzione della sorella senza badare ai nemici.
    Subito due guerrieri Shaolin gli si pararono davanti sorprendendolo.
    I loro artigli avevano raggiunto la testa e il cuore ma...
    "OOOOAAATTTTAAAAA!!!!"
    Kenshiro eseguì un balzo prodigioso roteando tutto il corpo e colpendo i due nemici con il taglio delle mani all'altezza del collo, ricadendo poco più in là.
    "Vai pure Wang, qui ci penso io" disse Ken mentre i due avversari cadevano a terra tramortiti.
    "Grazie Kenshiro" disse Wang mentre si metteva in difesa di Mei Ling.
    "Adesso veniamo a voi" disse Ken rivolto agli altri guerrieri Shaolin che ancora sogghignavano sotto le maschere anti-gas.
    "Tornate pure da Lao Tsu e ditegli che se vuole dare noie a questi ragazzi dovrà vedersela con me" continuò.
    "AHAHAHAHAHAHAHAH" risero in coro gli avversari mentre si lanciavano contro l'eroe.
    Kenshiro prese fiato: "OOOOOOAAAAAAAHHHHHH...." poi i suoi occhi divennero rosso fuoco e il suo spirito combattivo paralizzò i nemici assumendo l'immagine di un guerriero possente.
    "Ma quello è lo Spettro Celeste di Hokuto" esclamò Wang.
    Kenshiro avanzò contro i suoi nemici inermi, poi balzò in aria e li colpì tutti con un calcio rotante ricadendo alle loro spalle.
    Wang e Mei Ling ebbero in quel momento la stessa sensazione: Videro come lo spirito di un guerriero dai lunghi capelli grigi accompagnare Ken nell'esecuzione del colpo. Un guerriero dai lineamenti non più giovanili e con profonde cicatrici sugli occhi.
    I nemici si voltarono: non avevano sentito nulla. Sembrava che li avesse colpiti una sferzata di vento e niente più.
    "Questo è il Colpo dei Piedi Taglienti di Nanto" disse Kenshiro, "tra breve le vostre teste si separeranno dal resto del corpo. Addio". disse Ken.
    Subito si disegnarono sottili linee rosso sangue attorno al collo dei nemici. Le teste saltarono via e i corpi decapitati caddero a terra con un tonfo.
    Wang osservò la scena, poi Mei Ling gli disse: "Fratello, che ne dici?".
    Il giovane, con lo sguardo fisso su Ken, disse:"E' lui, sorellina, è proprio lui..."


    CAPITOLO 6 - Gli occhi della mente -



    Lao Tsu si rialzò e guardò fisso il suo avversario.
    "Come fai a resistere ai miei colpi Zang Lo? La tua Scuola è molto inferiore alla mia" disse rivolto al suo anziano nemico.
    "Anche noi maestri della Scuola del Monte Horai abbiamo allenato i poteri della mente. Riesco a vedere in anticipo le tue mosse, proprio nel momento in cui le stai pensando... non hai scampo Lao Tsu, ti ucciderò e ridarò onore al tuo defunto padre" rispose Zang Lo.
    "Quindi conoscevi mio padre... vorrà dire che ti manderò ad incontrarlo" disse sorridendo beffardo Lao Tsu.
    Zang Lo assunse una posizione di combattimento invitando il nemico alla lotta.
    I servitori guardavano attoniti la scena.
    "Preghiera per i Morti del Monte Horai" disse il Maestro "Questa posizione indica la mia decisione di eliminarti ad ogni costo Lao Tsu, senza pietà".
    Lao Tsu guardò divertito il suo avversario.
    "Era da tempo che non provavo più questa sensazione... il sangue nelle vene mi ribolle per la lotta... grazie Zang Lo, quando ti avrò ucciso verrai seppellito con tutti gli onori" disse.
    Zang Lo non rispose.
    Lao Tsu alzò la mano in direzione dell'avversario e rilasciò un onda di spirito combattivo che lo colpì in pieno petto, facendolo arretrare di almeno 2 metri.
    "Questo è il Sacro Colpo del Vento Mortale di Hokuto" disse Lao Tsu.
    "Complimenti.." disse l'avversario "hai capito subito che la posizione di combattimento che ho assunto richiedeva tale concentrazione da lasciarmi momentaneamente scoperto nella difesa... è un peccato che un genio delle arti marziali come te sia diventato un pazzo" rispose Zang Lo mentre del sangue scivolava dalla sua bocca.
    "Tuttavia..." L'anziano Maestro si portò nuovamente a contatto con il suo possente avversario, poi, mentre il suo spirito combattivo si espandeva, caricò il pugno e lo scagliò sul bersaglio.
    Una potentissima scarica elettrica investì Lao Tsu, il quale cadde in ginocchio mentre i suoi vestiti venivano ridotti a brandelli.
    Il guerriero non emise alcun grido di dolore, mentre digrignava i denti per resistere.
    Zang Lo lo vide infine cadere a terra esanime.
    "Noi della Scuola del Monte Horai abbiamo appreso il segreto che ci permette di controllare anche l'energia che ci circonda con la mente. Se non fossi stato accecato dalla tua arroganza avresti potuto vincere" disse Zang Lo.
    Lao Tsu iniziò a rialzarsi lentamente. Zang Lo fissava il suo avversario e lo rivedeva bambino, quando suo padre invitava il maestro del Monte Horai nel suo dojo per constatare i progressi che il ragazzo faceva nelle arti marziali...
    "Tuo figlio è davvero un prodigio Kei Tsu, di questo passo diverrà di certo un guerriero fortissimo".
    "Lo spero vivamente" disse il Maestro di Hokuto-Sun al suo amico, mentre gli occhi dei due seguivano attentamente il ragazzo che si allenava nel sollevare una statua di pietra con la forza del pensiero.


    Zang Lo non poteva trattenere le lacrime nel vedere il figlio del suo più caro amico ridotto in fin di vita per mano sua. Perchè si era giunti a questo punto?
    Fino a poco tempo prima, Lao Tsu era stato l'artefice del ristabilimento della pace in quelle terre martoriate dall'Olocausto Nucleare. Aveva coraggiosamente combattuto contro orde di nemici per difendere la povera gente e riportare la speranza. La sua leggenda riecheggiava ovunque in quelle terre.
    "Come hai potuto?" disse Zang Lo mentre il suo avversario si parava di nuovo davanti a lui.
    Lao Tsu non rispondeva. Teneva gli occhi chiusi mentre il sangue e le bruciature lo ricoprivano completamente.
    "Perchè sei cambiato, Lao Tsu? Dimmi cosa è successo..." chiese Zang Lo fra le lacrime.
    Lao Tsu, in tutta risposta, si mise in posizione: Palmo aperto contro pugno chiuso, mentre la sua Aura combattiva fluiva attorno.
    "Ma... Ma quella posizione... Vuoi ancora combattere anche ridotto così?" chiese sorpreso Zang Lo.
    Lao Tsu continuava a non parlare.
    Zang Lo si concentrò e cercò di prevederne gli attacchi anche stavolta.
    Con sua sorpresa non ci riusciva. La mente di Lao Tsu era divenuta una fortezza impenetrabile.
    Di fronte ai sudori freddi dell'anziano Maestro, Lao Tsu finalmente parlò:
    "Questa è la tecnica del Vuoto Mentale di Hokuto-Sun" disse.
    Zang Lo capì subito che era giunta la fine.
    "La Scuola di Hokuto-Sun è un'arte in continua evoluzione, credi davvero che non conoscessi una tecnica per contrastare la tua capacità di leggermi il pensiero?" continuò Lao Tsu.
    Zang Lo non rispose e si preparò a ricevere il colpo finale.
    Il possente guerriero giunse le mani e perforò con entrambe il torso del suo avversario "Il Colpo dell'Onda Improvvisa del Mare Calmo di Hokuto" disse.
    Zang Lo cadde a terra mentre la sua vista si offuscava e tutt'intorno le immagini sbiadivano. Solo una cosa gli parve di vedere prima di esalare l'ultimo respiro, le lacrime del suo avversario...

    CAPITOLO 7 - Notte senza luna -

    Il guerriero si fermò vicino a delle rocce che formavano un riparo naturale.
    Era addestrato a sopportare ogni tipo di situazione estrema in quel deserto mortale, tuttavia, dopo aver viaggiato a piedi per più di due ore, aveva bisogno di fermarsi.
    Si tolse la maschera anti-gas e gli artgli dal dorso delle mani, per mettersi comodo a riposare in attesa che le luci del giorno rispuntassero per illuminargli il cammino.
    "Chissà come se la sono cavata i miei uomini" pensò.
    Li aveva allenati per diventare delle spie eccellenti e aveva insegnato loro ogni modo per fuggire dalla battaglia dinanzi ad un nemico più forte.
    Se non si erano fatti vivi fino ad ora, molto probabilmente il tizio che avevano trovato era davvero forte come si diceva.
    L'indomani sarebbe andato dal Re degli Spiriti e gli avrebbe riferito la notizia che aspettava da tempo.
    Ora, doveva solo preoccuparsi di riposare adeguatamente ma...
    Un violento strattone lo tirò su da dove si era adagiato. Non capiva cosa stesse succedendo.
    Poi, voltandosi, vide l'uomo che lo teneva sospeso con un solo braccio: era il tizio che stava assieme al ricercato.
    "Cosa vuoi? Chi sei?" disse spaventato il guerriero.
    "Dove sei diretto?" chiese con voce ferma Kenshiro.
    "Non sono affari tuoi maledetto, combatti da uomo se hai il coraggio..."
    Il guerriero Shaolin conosceva tutti i più forti guerrieri di arti marziali del paese, e questo non era sicuramente uno di loro. Sarebbe stato uno scherzo batterlo.
    Kenshiro lo lasciò cadere e lo guardò mentre si affrettava a reinfilarsi i robusti artigli sul dorso delle mani.
    "Adesso vedremo come te la cavi contro lo Stile Shaolin della Talpa" disse ridendo soddisfatto.
    Immediatamente iniziò ad attaccare Ken con una serie di artigliate velocissime, che il guerriero di Hokuto schivò ad occhi chiusi.
    "Tutto qui?" chiese Ken con aria seria.
    "Nemmeno un graffio..." pensò il suo avversario sbigottito. Possibile che non conoscesse questo potente nemico? Aveva fondato la sua vita sulla ricerca e lo smercio delle informazioni di ogni tipo, pensava che il vero potere derivasse solo da questo. Anche il più forte maestro di arti marziali poteva essere battuto se si riusciva a scoprire il suo punto debole. Anche il Re degli Spiriti, per questo lavorava per lui. Così avrebbe avuto la possibilità di scoprire come poterlo eliminare e sarebbe stato lui il padrone incontrastato di quelle terre.
    Ora però, il suo maggior problema era proprio la mancanza di informazioni circa il suo avversario.
    "Come ti chiami?" chiese a Ken.
    "Mi chiamo Kenshiro, e sono il Dio della Morte" rispose l'uomo di Hokuto.
    "Il mio nome è Tarn, e non conosco nessun Kenshiro. A quale Scuola appartieni? Da dove cavolo sei sbucato fuori?" disse sempre più spaventato il guerriero Shaolin.
    "Non puoi conoscermi, vengo dal Deserto del Silenzio, non sono di qui..." replicò Kenshiro.
    "Cosa? Non è possibile, tu hai voglia di scherzare... Nessuno è mai arrivato dal Deserto del Silenzio e nessuno ne è mai tornato. Non raccontare balle!" rispose spavaldo Tarn.
    "Nessuna balla, perchè dovrei mentire ad un condannato a morte?" disse di nuovo Kenshiro scrocchiandosi le dita e guardando fisso il suo avversario.
    "Ma vaffanculo stronzo!" esclamò Tarn mentre attaccava Ken con un colpo di artigli incrociando le braccia.
    Ken bloccò le mani del nemico afferrandole e spezzandone gli artigli.
    "Con questi potresti fare del male a qualcuno..." disse.
    Tarn, privato delle sue armi, non sapeva più cosa fare. "Ti prego, non uccidermi, diventerò tuo alleato" chiese in ginocchio al suo avversario.
    "Interessante, e cosa potresti fare come mio alleato?" chiese Ken.
    "Potrei raccogliere informazioni sui tuoi nemici per permetterti di conoscere i loro punti deboli o di attaccarli quando sono più indifesi. Grazie a me saresti in grado di ricattare chiunque, tirando in ballo ogni cosa che gli stà a cuore, dalla famiglia alle ricchezze. Che ne dici?" rispose Tarn mentre Ken lo guardava incuriosito.
    "Quindi lavori così, sulle disgrazie altrui..." disse Kenshiro in tono sempre più serio.
    "Beh, ma chi non lo fa'? In qualche modo dovrò pur vivere..." rispose Tarn giustificandosi.
    "Hai ragione, e in qualche modo, un essere spregevole come te deve anche morire!" esclamò Ken indignato.
    Tarn si trovò le dita di Ken conficcate nelle tempie.
    "AAAAAARRRGHHH!!!" urlò di dolore il guerriero Shaolin.
    "Ho premuto i punti segreti del Rimorso, morirai provando pentimento per i tuoi atti criminali. Addio..." disse Ken togliendo le dita dal cranio di Tarn e allontanandosi.
    Tarn rivide tutte le atrocità che aveva commesso e che aveva permesso durante la vita, sentendo lo stesso dolore delle sue vittime.
    Poco dopo, la sua testa esplose in una fontana di liquidi organici, mentre Kenshiro spariva nel profondo della notte.






    Da un altra parte, al Palazzo di Lao Tsu, una pira funebre illuminava quella notte senza luna. Lao Tsu osservava il funerale di Zang Lo dal balcone della sua stanza, senza riuscire a trattenere le lacrime.
    Voleva smettere, ma non riusciva a darsi pace per il male che stava perpetrando.
    Lui che aveva ridato la speranza a quella nazione, ora ne stava distruggendo i migliori guerrieri.
    Poi, asciugatesi le lacrime, rientrò dentro e si avvicinò al letto. Una donna bellissima dormiva immobile in quel letto lussuoso, ornato di ogni pietra preziosa.
    "Amore mio..." disse Lao Tsu accarezzando dolcemente il freddo viso della donna "Tutto questo lo sto facendo per te...".

    CAPITOLO 8 - Mei Ling -


    Il sole batteva forte... i due uomini camminavano ormai da diverse ore, senza fermarsi, con un mal di testa lancinante. Eppure non riuscivano a fermarsi. Da quando quell'uomo aveva attivato i loro punti di pressione, continuavano a camminare in direzione del palazzo del Re degli Spiriti senza potersi fermare.
    Quell'uomo gli aveva anche dato un messaggio da portare al loro Signore, una sfida.
    "Almeno ci ha risparmiato la vita" disse uno dei due rivolto all'altro.
    "Hai ragione, gli altri sono tutti morti, siamo stati fortunati.." rispose il suo compagno arrancando sotto il sole cocente...


    Intanto...


    "Ken, cosa pensi di fare adesso?" chiese candida Mei Ling mentre l'uomo di Hokuto si radeva la barba con un coltello.
    "Voglio vedere chi è questo Lao Tsu e confrontarmi con lui. Se davvero è un Maestro di Hokuto-Sun, si tratta di una faccenda personale. Non posso lasciare che sfrutti i poteri concessi dall'Orsa Maggiore per opprimere i deboli. A causa del mancato rispetto delle leggi che governano l'Hokuto ho visto cadere in battaglia numerosi amici e, alla fine, io stesso ho dovuto combattere contro il mio amato fratello maggiore Raoul. Tutti e due eravamo degni del ruolo di successore, ma la sua ambizione ha causato troppa sofferenza..." Ken smise di parlare.
    "Ma, allora ricordi?" chiese Mei Ling stupefatta dalla determinazione di Ken.
    "Pian piano sto ricordando ogni cosa... soprattutto, mi ricordo di lui, il mio amato fratello..." Kenshiro continuava a parlare mentre calde lacrime scorrevano sul suo viso.
    I ricordi si erano finalmente aperti: Tutto il periodo della guerra per la conquista del Cielo, le morti dei suoi più cari amici, Shin, Rei, Shew, Fudo, Laiga e Fuga... momenti terribili della sua esistenza che lo avevano trasformato nel guerriero d'acciaio che era diventato.
    Poi, suo fratello Toki, a cui Wang somigliava così tanto. Un uomo che lo aveva aiutato a crescere e a diventare il vero successore di Hokuto.
    Raoul, il Re del Pugno, l'uomo la cui ambizione aveva stroncato innumerevoli vite e che voleva dominare il mondo intero con il terrore.
    Solo alla fine si era reso conto dell'infinito amore che albergava nel suo cuore, arrivando anche a lasciarsi battere donando parte della sua forza a Julia, l'amore della sua vita, perchè sopravvivesse qualche anno in più assieme a Ken invece di morire subito a causa della malattia che la consumava.


    Mei Ling guardava Ken che si era fermato. Lo vedeva piangere e poteva solo immaginare quali sofferenze potevano portare un uomo di tale potenza a versare lacrime tanto amare.
    Istintivamente lo abbracciò da dietro e appoggiò la testa sulla sua possente schiena.
    Kenshiro si sentì lentamente meglio. Sembrava che quella ragazza avesse il suo stesso dono. Troppe volte egli si era fatto carico del dolore altrui, ora, sembrava aver trovato qualcuno disposto a farsi carico della sua immensa sofferenza.
    Ken afferrò Mei Ling tra le braccia.
    I due si guardarono per un lungo, interminabile momento.
    Poi, Ken vide Julia. Tra le sue braccia non c'era più Mei Ling, ma la donna che aveva amato per una vita e che ormai non c'era più.
    Allora, Ken capì. Capì che non era ancora il momento di ricominciare e, dato un bacio sulla fronte della ragazza, le sussurrò "Grazie...", abbandonando quel caldo abbraccio.





    I due guerrieri giunsero finalmente al palazzo di Lao Tsu: entrarono e si diressero verso il trono del Re degli Spiriti.
    Lao Tsu, con i suoi occhi di ghiaccio, aspettava il loro rapporto.
    "Sire" dissero in coro "Kenshiro, il successore dell'Hokuto Shinken, ci ha mandato a dirle che è giunta la sua ora".
    Lao Tsu sgranò gli occhi: i due uomini iniziarono a deformarsi orribilmente, fino a quando le loro carni si squarciarono bagnando il Re degli Spiriti con un mare di sangue...


    CAPITOLO 9 - Il Sacro Palazzo -

    "Siete pronti?" chiese Wang a Ken e Mei Ling.
    "Finalmente sei tornato fratello" rispose la ragazza scuotendo i capelli neri come la notte mentre si girava verso di lui.
    "Scusate se ci ho messo del tempo, ma non è stato facile convincere Harold a prestarmi il suo camioncino. Se non fosse stato per l'intervento di Ken nel salvarlo da quei delinquenti non avrebbe mai acconsentito.." si giustificò il giovane.
    "Andiamo pure" disse Ken mentre si radeva gli ultimi peli della barba.
    I tre erano diretti in un luogo molto antico, dove Wang voleva che Kenshiro si recasse per potergli raccontare finalmente cosa stava accadendo in quei luoghi... Il Palazzo del Cavallo Bianco di Hokuto.



    Non molto lontano...

    "Cosa diavolo sta succedendo? Chi è questo Kenshiro?" tuonò Lao Tsu verso i suoi uomini, ancora inorriditi e stupiti della sorte dei guerrieri che erano tornati a fare rapporto.
    Proprio in quel momento, un uomo entrò con passo deciso attraversando la navata che conduceva al trono con un portamento nobile e fiero. I capelli biondi scendevano fino alle spalle arrestandosi sulle spalline dorate della sua uniforme di pelle nera, mentre si avvicinava sventolando il suo mantello rosso.
    Giunto dinanzi a Lao Tsu si inchinò e disse: "Mio signore, in merito all'uomo di cui parlate avrei delle notizie... pare che sia stato avvistato a Sand Town ieri pomeriggio e che conosca anch'egli i principi del Keirakuhiko, l'arte della pressione dei punti segreti. Uno dei superstiti ha confermato che i suoi compagni sono esplosi come dall'interno... sembra anche che vi mandi un messaggio di sfida".
    Lao Tsu stette zitto, poi, alzandosi dal trono si avvicinò al suo sottoposto.
    "Da' ordine di preparare la mia cavalcatura Hien Ko, devo assolutamente eliminare questo nemico con le mie mani" disse Lao Tsu mentre si allontanava dirigendosi alle sue stanze.





    Finalmente, dopo circa un'ora di viaggio, Kenshiro, Wang e Mei Ling giunsero a destinazione. Ciò che si presentò ai loro occhi erano un gruppo di macerie appartenenti al passato di quelle terre martoriate.
    Wang fissò il luogo con rammarico, poi, si volse verso Ken: " un tempo qui sorgeva il Palazzo del Cavallo Bianco di Hokuto, un tempio dove erano custoditi i rotoli di pergamena contenenti tutte le tecniche di ogni scuola nata dalla casata madre di Hokuto. Era un luogo sacro, protetto da monaci tutelari che avevano il compito di custodire le tecniche fino al giorno in cui fosse giunto il messia promesso, colui che avrebbe raggiunto il livello finale della tecnica Hokuto. Per questo motivo, ogni volta che veniva eletto un successore dell'Hokuto Shinken, doveva affrontare un viaggio che lo avrebbe condotto a questo palazzo per combattere contro i Sette Saggi e sconfiggerli. Solo così sarebbe stato riconosciuto come il Salvatore e avrebbe avuto accesso a tutti i segreti di Hokuto, conoscendo anche l'ubicazione del luogo in cui sono custodite le tecniche Soke, quelle che gli spettano di diritto e che appartengono alla dinastia principale" disse Wang.

    Kenshiro lo guardò in silenzio. Poi, scrutando di nuovo le macerie che li circondavano, disse: "Purtroppo, il maestro Ryuken non ha fatto in tempo a rivelarmi queste cose. La sua vita è giunta a termine prematuramente a causa di mio fratello Raoul. Forse non ha ritenuto di dovermene informare prima anche a causa della guerra nucleare, non poteva essere certo che questo luogo esistesse ancora...".
    "Non è a causa delle bombe nucleari che il palazzo è ridotto così, ma a causa dell'ambizione di Lao Tsu" rispose Wang.
    "Di nuovo" pensò Ken. Un altro potente guerriero che voleva conquistare il potere supremo seminando morte e distruzione. Lo stesso errore di Raoul.
    "I Sette Saggi sono morti per causa sua?" chiese rivolto a Wang.
    "Quasi..." rispose il giovane.
    "Fratello..." disse Mei Ling in tono apprensivo.
    Wang guardò Ken mentre le lacrime scorrevano copiose sul suo viso gentile: "Io sono l'ultimo rimasto..."



    CAPITOLO DEI RICORDI - Sconfiggere la Morte -

    Lao Tsu entrò nelle sue stanze. Senza parlare si avvicinò al letto dove ancora giaceva la sua bellissima consorte. Il suo viso pallido non emetteva più lo splendore di qualche anno prima, quando passeggiava nei cortili del palazzo e nei giardini che il suo possente marito aveva fatto costruire per lei.
    Ora giaceva in uno stato di coma, privata di ogni contatto con la realtà, proprio per mezzo della pressione di un punto segreto chiamato Maschera della Morte.
    Era stato suo marito Lao Tsu a premerlo.
    Tra angoscianti dolori e lacrime senza fine, aveva infine "ibernato" il corpo dell'amata per sottrarla alla devastante malattia che la consumava. Lao Tsu aveva bisogno di tempo.
    Tempo per trovare un modo di salvarla.
    Tutta la medicina del mondo precedente non era riuscita a sconfiggere quel male nero chiamato cancro, ma Lao Tsu era sicuro di riuscire a trovare un metodo...

    Quand'era solo un ragazzino, suo padre Kei Tsu gli aveva narrato di un palazzo sacro, dove ogni tecnica conosciuta delle diverse ramificazioni di Hokuto, era custodita in attesa del Salvatore del mondo.
    Si diceva che l'eletto sarebbe riuscito, tramite la conscenza di queste tecniche, a divenire il più forte sul campo di battaglia, capace anche di... SCONFIGGERE LA MORTE.

    Lao Tsu aveva ridato al suo paese, dopo anni di intense lotte contro tiranni e oppositori, la speranza di una nuova era di pace. Non era forse un salvatore?

    Eppure, quel giorno...


    "Assolutamente no, Lao Tsu, la sfida dei Sette Saggi è riservata solo ed esclusivamente al successore dell'Hokuto Shinken. Secondo la profezia il Salvatore può provenire solo dallo Shinken. La tua è una scuola che io definirei addirittura eretica, come puoi pretendere che acconsenta ad una cosa del genere?" Era la voce di Yan Lei, il primo dei Sette Saggi.
    Lao Tsu era in ginocchio di fronte a lui, aveva gettato via ogni orgoglio di guerriero e lo stava supplicando di acconsentire alla sfida per apprendere le tecniche che gli avrebbero permesso, in caso di vittoria, di poter salvare sua moglie.
    "Ma... Yan Lei, sai benissimo che fin'ora nessuno dei successori dell'Hokuto Shinken è riuscito a sconfiggere tutti i Saggi. Oltretutto, per questa generazione, nessuno di loro si è presentato per la sfida. Non sappiamo nemmeno se sia sopravvissuto all'Olocausto Nucleare. Lascia che io provi..." replicò Lao Tsu.

    Yan Lei voltò le spalle al Re degli Spiriti e stette in silenzio.
    Lao Tsu, con lo sguardo verso il basso, aspettava una risposta e fremeva nell'attesa.
    Improvvisamente, il primo Saggio parlò: "Lao Tsu" disse "Conosco il motivo per il quale vuoi sfidarci".
    Il guerriero di Hokuto-Sun sbarrò gli occhi e alzò lo sguardo verso il suo interlocutore.
    Yan Lei continuò: "Ho saputo della malattia di tua moglie e del fatto che l'hai messa in animazione sospesa con lo Tsubo della Maschera della Morte. Questo però non depone a tuo favore. Pensi davvero che gli ultimi segreti di Hokuto possano cadere nelle mani di un debole disposto ad inginocchiarsi davanti al nemico pur di salvare una donna?".

    Lao Tsu non sapeva cosa rispondere. Nel suo cuore si agitavano sentimenti contrastanti di odio e amore. Odio verso le leggi della sua stessa Scuola e verso quel vecchio che sputava sentenze sulla sua vita e sui suoi sentimenti. Amore verso sua moglie, l'unica vera ragione di vita che aveva.
    Il Saggio, vedendo l'animo turbato del guerriero, calcò ancor di più la mano: "Uno come te non può essere il Salvatore del Mondo, la tua vita non è dedicata all'Hokuto ma ad una donna qualsiasi..."
    La rabbia di Lao Tsu esplose: Non aveva mai provato una sensazione simile.
    "Bastardo, e tu osi definirti un saggio? Come può un uomo del tuo livello dire queste cose? E' sbagliato amare la propria donna più della propria vita?" Urlò il guerriero in preda alla rabbia.
    Yan Lei rimase in silenzio.
    Lao Tsu lo afferrò per il collo e, sbattutolo contro il muro, iniziò ad attaccare direttamente il suo cervello grazie ai poteri della sua Scuola. Yan Lei perdeva sangue dal naso e dalle orecchie, mentre il suo avversario si concentrava per distruggerne la mente e trasformarlo in un vegetale.
    "Non hai superato la prova Lao Tsu..." disse il Saggio al suo carnefice.
    Lao Tsu lo lasciò cadere come un sacco di patate.
    "Spiegati meglio" disse il maestro.
    "Le mie parole servivano a rivelare la tua vera natura: E' vero che hai riportato la pace in questo regno ma è anche vero che non sei la persona che salverà il mondo. Se invece di attaccarmi avessi desistito avresti dimostrato la tua fedeltà all'Hokuto e ti avrei concesso la possibilità di
    sfidarci" disse Yan Lei con le poche forze che gli restavano.
    Lao Tsu alzò la gamba e, con un movimento veloce e potente, frantumò il collo dell'avversario con il piede.
    "Non importa se non sono il Salvatore di questo mondo, diventerò un demonio per salvare il mio amore!" disse il possente guerriero mentre si segnava il viso con il sangue del defunto crendo dei simboli di guerra e guardando le scale che conducevano al piano superiore...


    Ora, mentre ricordava questi avvenimenti, non poteva far a meno di accarezzare il viso di sua moglie: "E' quasi finita Sasha, ti salverò..."


    CAPITOLO DEI RICORDI 2 - La Sfida dei Saggi -

    Mentre si preparava per la battaglia, il Re degli Spiriti continuava a ricordare...

    Dopo aver sconfitto Yan Lei si stava dirigendo al piano superiore, ma sentì dei passi che annunciavano l'entrata in scena di un nuovo sfidante.
    Lentamente, il nuovo avversario scese dalle scale: Lao Tsu rimase immobile, fissando il secondo Saggio che si avvicinava.
    "E' per seminare morte e distruzione che sei entrato in questo Palazzo Sacro?" disse l'uomo dai lunghi capelli neri e dallo sguardo di lupo.
    "Togliti di mezzo Hang Lo, altrimenti farai la stessa fine della testa pelata" rispose il possente guerriero di Hokuto-Sun.
    "Non sei cambiato affatto Lao Tsu, i tuoi metodi sono sempre rozzi e inadeguati. Tuttavia hai profanato il Palazzo del Cavallo Bianco e devi morire" replicò il giovane."Abbiamo studiato assieme la stessa scuola Hang Lo, sai bene di cosa sono capace. Non voglio ucciderti. Sii ragionevole e fammi passare" disse Lao Tsu al suo vecchio compagno d'addestramento.
    "Lao Tsu... anche se sei stato scelto come successore della Scuola Sun, credi che io, stando in questo luogo non abbia appreso segreti che nemmeno immagini?" disse serio Hang Lo.
    "Se voi sette siete tutti della stessa pasta di Yan Lei sarà uno scherzo togliervi di mezzo..." rise beffardo Lao Tsu.
    "Dici?" replicò il nemico.
    Subito Lao Tsu si sentì pervadere da una violenta scarica che partì dalle spalle per raggiungere le mani. Vide le mani gonfiarsi orribilmente e sfondarsi in un fiume di sangue.
    "Kyomei, Gli Specchi di Vita" disse Hang Lo.
    "Quando mi hai colpito?" chiese esterrefatto il Re degli Spiriti.
    "Non sono stato io, questo è l'ultimo regalo di Yan Lei. Egli era un maestro nel combattimento ravvicinato. Sapendo che la tua tecnica ti consente di distruggere un avversario anche senza toccarlo, ti ha provocato per fare in modo che ti avvicinassi abbastanza da poter premere i tuoi punti segreti con la massima precisione. In realtà sei stato sconfitto Lao Tsu, in quelle condizioni non puoi combattere contro di me. Conosco troppo bene la tua tecnica e so come contrastarla. L'unica tua speranza sarebbe uno scontro fisico, ma in quelle condizioni non potrai mai battermi." rispose Hang Lo a braccia conserte.
    Lao Tsu lo guardò e poi si voltò a guardare il cadavere del primo Saggio. Quel vecchio ne sapeva davvero una più del diavolo e lui lo aveva sottovalutato nonstante sapesse che era uno dei Sette Saggi. Imperdonabile.
    "Aveva previsto tutto, sapeva bene che ti saresti dovuto battere con me..." continuò ancora il secondo Saggio.
    Lao Tsu non sapeva cosa fare: Hang Lo conosceva la Scuola Sun tanto quanto lui, non poteva batterlo su quel piano.
    Non poteva nemmeno usare i suoi pugni. Era finita.
    Hang Lo, come intuendo i pensieri di Lao Tsu, aprì la mano destra e lasciò partire una scarica di energia spirituale in direzione dell'avversario, il quale schivò a stento il colpo.
    "Sei migliorato parecchio Hang Lo... Uccidimi pure allora, ma sappi che opporrò resistenza fino alla fine, se non posso usare i pugni userò il resto del corpo, anche i denti se necessario!" disse il Re degli Spiriti ormai pronto alla morte.
    "Lao Tsu... Per me è un dolore dover fare questo, ma le leggi che governano Hokuto hanno decretato la tua morte. Non posso sottrarmi al mio dovere di Monaco Tutelare. Non avresti dovuto uccidere Yan Lei" disse Hang Lo mentre calde lacrime scendevano dai suoi occhi di lupo.
    Il Saggio si portò con uno scatto proprio di fronte all'avversario, e lo subissò di pugni velocissimi.
    Lao Tsu non conosceva questa tecnica e venne travolto a scaraventato a terra dalla potenza dell'attacco avversario.
    "Cosa diavolo... non conosco questo colpo..." disse Lao Tsu spaventato.
    "E' il Sacro Colpo dei Cento Pugni Devastanti di Hokuto, uno dei colpi peculiari dello Shinken" rispose Hang Lo.
    "Allora è vero che hai appreso tecniche che non conosco. La cosa si fa interessante..." disse Lao Tsu mentre si rialzava e si puliva il sangue dalla bocca con il polso.
    Subito Hang Lo fu di nuovo di fronte a lui e continuò a colpirlo violentemente provocandogli terribili ferite su tutto il corpo. Lao Tsu sanguinava copiosamente e non riusciva a reggersi in piedi mentre la sua vista sfocava.
    Esausto, in ginocchio di fronte al nemico e incapace di reagire, iniziava quasi ad accettare l'idea di morire. Presto anche Sasha lo avrebbe raggiunto e tutti e due si sarebbero ricongiunti agli antenati. Forse era questo il loro destino.
    Intanto, Hang Lo continuava il massacro fra le lacrime: "Lao Tsu... perdonami" disse il Saggio mentre si apprestava a sferrare il colpo finale.
    Lao Tsu, ormai allo stremo, vide ancora l'immagine dell'amata. Perchè doveva finire così? Perchè non potevano essere felici insieme? Sasha non meritava questo destino!
    Tutto rallentò...
    L'Aura combattiva di Lao Tsu esplose inondando l'avversario, annullandone l'attacco e scagliandolo a diversi metri di distanza.
    Hang Lo vide il suo nemico alzarsi circondato da un'Aura bianca mentre le sue ferite si rimarginavano incredibilmente a vista d'occhio.
    "Il Cuore dell'Anima di Hokuto" esclamò Hang Lo stupito e ammirato allo stesso tempo.
    Il Saggio aveva sentito parlare di quella tecnica ma sapeva anche che non era possibile apprenderla normalmente. Pensava che, come il Musoo Tensei, fosse una tecnica leggendaria di cui si parlava molto ma che nessuno aveva mai raggiunto. Invece, ora, aveva davanti a se un guerriero che era arrivato a tanto. Che fosse davvero lui il Salvatore del Mondo? Che le leggi di Hokuto li avessero accecati tanto da non fargli riconoscere questa possibilità?
    Lao Tsu, senza parlare, si avvicinò al suo avversario, il quale non riusciva a reagire a quanto aveva appena visto. Hang Lo guardò il suo vecchio compagno di allenamenti per l'ultima volta, poi abbassò il capo in segno di sconfitta e attese la morte.
    Lao Tsu gli toccò il torace con un dito e attivò lo tsubo Kensei. "Ora morirai provando le stesse sensazioni che si provano in paradiso. Questo è l'ultimo regalo che posso farti amico mio".
    Detto questo, Lao Tsu si allontanò piangendo amaramente e salendo le scale che lo avrebbero portato al prossimo scontro....
    Forse, in un'altra epoca, questi due uomini sarebbero stati amici fraterni e avrebbero condiviso molte delle gioie della vita. Ma le stelle hanno voluto che si scontrassero fino alla morte per un perverso gioco del destino.

    Ricordando questi avvenimenti, Lao Tsu tornava con la mente all'infanzia e agli anni passati ad allenarsi con Hang Lo. Una sola domanda continuava a martellargli nel cervello : "Perchè?"


    CAPITOLO 10 -La Prova del Messia Promesso-

    Wang guardava Kenshiro fisso negli occhi.
    Ken aveva già capito le sue intenzioni, sentiva il suo potente spirito combattivo vibrare e prepararsi alla lotta.
    "Quindi la responsabilità di testare le capacità del successore dell'Hokuto Shinken è ora tutta sulle tue spalle..." disse Ken con calma.
    "Vedo che mi hai già capito Kenshiro" disse Wang mettendosi in guardia.
    Ken annuì col capo, poi si mise in posizione mentre Mei Ling li osservava preoccupata. Tra poco avrebbe assistito ad uno scontro tra i più memorabili.
    Wang, studiava Ken con lo sguardo cercando di trovare turbamento nello spirito combattivo, ma si rese conto subito che l'avversario non mostrava alcun segno di paura.
    Il Saggio cercò quindi di creare turbamento nell'avversario sprigionando un proiettile d'energia dalla mano in direzione dell'avversario. Ken schivò agilmente l'attacco ma, subito, un secondo proiettile di luce azzurra dalla mano sinistra lo colpì alla gamba destra mentre si spostava.
    "Il Sacro Colpo del Vento Mortale di Hokuto" disse Ken: "Vedo che sei un vero maestro nell'utilizzo di questa tecnica. Hai intuito il mio spostamento e ritardato l'attacco per potermi colpire alla sprovvista. Interessante".
    Wang non rispose e si limitò a sorridere.
    Kenshiro, spiccò un balzo e l'avversario lo seguì. In volo, si incrociarono con il Calcio Volante di Hokuto e ricaddero tutti e due a terra in ginocchio.
    Ken si alzò e una spallina del suo giubbotto andò distrutta mentre la spalla sinistra sanguinava.
    Wang, tentando di alzarsi, ricadde sul ginocchio destro, che Kenshiro gli aveva fratturato con il colpo.
    "Allora Wang, che ne dici? Ce la fai ancora a combattere?" chiese Kenshiro.
    Mei Ling si spaventò e cercò di avvicinarsi al fratello ma questi la fermò con un cenno della mano: "Allontanati Mei Ling, lo scontro non è ancora finito", detto questo , andò a colpire uno tsubo sulla gamba che ne ripristinò immediatamente le funzioni.
    "Sei un avversario formidabile Kenshiro, non mi resta altro che tentare il tutto per tutto" disse il Saggio.
    Ken vide Wang allargare le braccia e iniziare a espandere la sua Aura combattiva tutt'intorno.
    "Il Soffio dell'Anima di Hokuto!" lo stesso colpo che Raoh aveva usato contro Ken nel loro ultimo scontro. Grazie a questa tecnica il guerriero riusciva a concentrare tutte le sue energie residue e ad aumentare la potenza del proprio spirito combattivo. Wang si stava preparando a sferrare un colpo potentissimo.
    Vide Wang continuare a concentrarsi e cambiare posizione mettendo il pugno chiuso contro il palmo aperto, indicando che non aveva alcuna paura della morte e che stava per mettere tutta la sua anima nel prossimo attacco.
    Ken si preparò a ricevere il colpo. Aveva capito già cosa doveva fronteggiare, uno dei colpi più potenti di tutta la Scuola di Hokuto, nato per riportare l'ordine nelle epoche dei disordini.
    Wang cambiò di nuovo posizione e descrisse con le braccia e le mani la figura dell'Orsa Maggiore.
    "MOVIMENTO SEGRETO DISTRUTTORE DEL CIELO!" Urlò Wang mentre fasci di energia spirituale si sprigionavano dalle sue dita in cerca dei punti vitali dell'avversario. La terra attorno venne scossa violentemente. Ken cercò di opporre resistenza generando un ondata di vento con la sua Aura in
    modo da parare l'attacco "Parata Assoluta del Dominatore del Cielo" esclamò.
    Purtroppo, la potenza dell'attacco di Wang era enorme e la difesa di Kenshiro venne superata.
    I punti vitali di Ken vennero colpiti e il suo torace trafitto dall'energia del nemico.
    Ken cadde a terra incredulo. Poteva costui essere così forte?
    Wang cadde a terra esausto per lo sforzo e Mei Ling si fece sempre più preoccupata.
    Wang era deluso.
    Possibile che neanche costui fosse il Salvatore? Ormai i suoi punti vitali erano stati colpiti ed era condannato a morte.
    Alla fine, quel combattimento non era servito a nulla?
    Ken si alzò e iniziò ad avvicinarsi a Wang mentre il suo sangue scorreva copioso dalle ferite. Di fronte agli occhi esterrefatti dell'avversario, iniziò a risplendere di luce bianca mentre le sue ferite si rimarginavano miracolosamente.
    "Posso fare questo perchè ho fatto mio l'amore di un uomo che credeva nel domani. Un uomo che ha dato i suoi occhi, suo figlio e la sua stessa vita perchè credeva in me. Non posso vanificare tutto questo facendomi sconfiggere" disse Kenshiro rivolto a Wang.

    Il giovane finalmente pianse. Pianse di gioia perchè dopo tanti secoli di attesa lui era testimone della venuta del Salvatore del Mondo.
    Kenshiro si avvicinò e lo aiutò a rialzarsi. Mei Ling corse verso di loro e abbracciò teneramente il fratello.
    Wang guardò il suo amico e disse : "Ora torniamo a casa Ken, devo consegnarti le tecniche custodite dai Sette Saggi. Come unico sopravvissuto ho avuto il compito di metterle al sicuro e di attendere il tuo arrivo. Ora è il momento che tu ottenga ciò che ti spetta di diritto..."

    CAPITOLO 11 - L'insegnamento di Julia-

    Hien Ko guardò gli abitanti di Sand Town mentre si inginocchiavano alla sua presenza.
    In quel villaggio forse si nascondevano il successore dell'Hokuto Shinken e l'ultimo Saggio di Hokuto. Doveva solo fare in modo che venissero allo scoperto.
    Il piano di Lao Tsu di vessare la popolazione per stanare il Saggio era riuscito, tuttavia c'era questa nuova incognita del successore dello Shinken.
    Come era possibile che fosse giunto in quelle terre?
    Forse era davvero lo Spirito dell'Hokuto che reclamava vendetta per ciò che Lao Tsu stava facendo?
    Hien Ko pensava a tutto questo e non trovava risposte. L'unica cosa che gli interessava era far uscire allo scoperto i due guerrieri. Da questo poteva dipendere la vita di sua sorella Sasha...




    Wang salutò Kenshiro e Mei Ling dall'abitacolo del camioncino.
    "Riporto questo al suo proprietario e poi torno" disse sereno.
    "Mi raccomando fratellone, stai attento." rispose Mei Ling.
    "Voi piuttosto fate i bravi mentre non ci sono." replicò Wang.
    Mei Ling arrossì visibilmente e rimase senza parole. Ken sorrise e rivide nei due ragazzi le figure dei suoi piccoli amici Burt e Lynn. Li aveva lasciati alle cure di Ryaku da ormai diversi anni e ormai dovevano già aver superato l'adolescenza. Chissà com'erano diventati ormai. Pensando a Lynn, Kenshiro tirò fuori dalla tasca una collana che era la preferita di Julia.



    "Quella bambina, Lynn, ti ha accompagnato per tanto tempo vero?" le parole dell'amata riecheggiavano ancora nella memoria che man mano si schiariva sempre più.
    "Un po' la invidio sai?" diceva Julia.
    "La invidi?" rispondeva Ken confuso.
    "La invidio perchè ti è stata a fianco nei momenti più difficili della vita e ti ha aiutato a combattere. Avrei voluto fare lo stesso Ken..." a Julia si ruppe la voce in pianto, mentre abbracciava Kenshiro.
    Ken aveva capito finalmente. Tutto quel tempo in cui erano stati separati, anche Julia aveva sofferto, sperato, anelato e combattuto. Era rimasta integra nei confronti di Ken, benchè per diverso tempo lo avesse creduto morto. Anche lei avrebbe voluto essere con lui a combattere le sue battaglie ma non le era stato possibile: Il suo Destino di Sacro Condottiero di Nanto era troppo importante.
    Ken le aveva asciugato le lacrime quel giorno, rassicurandola.
    "Julia..." le aveva detto il possente guerriero "...Tu sei stata sempre nel mio cuore anche quando ho creduto che ti fossi tolta la vita. Ogni volta che ho combattuto le mie battaglie, il mio cuore era guidato dall'amore per la vita che tu mi hai insegnato. Tutte le persone per cui ho combattuto, in realtà devono la loro vita a te, perchè è anche grazie a ciò che mi hai insegnato con il tuo amore e la tua misericordia che ho trovato la forza per lottare."
    "Oh.. Ken..." bisbigliò la donna con gli occhi lucidi.
    Kenshiro continuò: "Fin da piccolo sono stato addestrato ad uccidere senza pietà il mio avversario. Ho appreso ogni tecnica dell'Hokuto Shinken divenendone il successore designato.
    Sia io che Raoul e Toki però, non saremmo diventati altro che macchine da combattimento se non ti avessimo conosciuto."
    Julia, allora, si era stretta ancora più forte a Ken....


    Kenshiro ricordava ancora quell'abbraccio mentre reinfilava in tasca la collana di Julia.
    Intanto, sotto i suoi occhi, Mei Ling tirava uno stivaletto in direzione di Wang che si allontanava con il camioncino verso Sand Town.
    "Kenshiro, proteggi Mei Ling in mia assenza, mi raccomando!" esclamò Wang mentre si allontanava alzando un polverone.
    Ken, che stava chiudendo la tasca in cui aveva riposto la collana, sentì cedere la cerniera della stessa, la quale si ruppe.
    Istintivamente sobbalzò: era un cattivo presagio...


    CAPITOLO 12 -L'interrogatorio-

    "Alzati pezzente!" urlò il delinquente all'uomo che giaceva sanguinante ai suoi piedi.
    L'uomo, con il viso coperto di lividi e tagli, non riusciva a muovere altro che la testa.
    "M..ma cosa volete da me?..." chiese l'uomo con la voce distorta per il dolore delle ferite subite.
    "L'altro giorno alcuni nostri uomini si sono imbattuti in un uomo che ha sette cicatrici sul petto, devi dirci dove si nasconde..." rise il punk beffardo mentre agitava la sua frusta.
    La popolazione assisteva inerme mentre altri delinquenti cercavano di scrutare tra la folla qualsiasi movimento sospetto.
    Improvvisamente, tra la folla, si fece largo un uomo gigantesco con i baffi e i capelli lunghi, vestito come un legionario.
    "Adesso basta!" intimò ai punk.
    "Comandante Potemkin!" esclamò il delinquente con la frusta "ma noi stavamo solo eseguendo gli ordini...".
    "Non è così che otterrete qualcosa da queste persone" disse il gigante aiutando l'uomo ferito ad alzarsi.
    "Bisogna semplicemente far capire loro che è meglio collaborare..." così dicendo, aiutò l'uomo a mettersi seduto e gli diede dell'acqua dalla sua borraccia.
    Istintivamente, l'uomo si rasserenò e disse:"Grazie, mi ha salvato la vita..."
    "Non è nulla, ora, piuttosto, rilassati un attimo" facendo un cenno ai suoi uomini, si fece avvicinare una sedia e fece mettere comodo il ferito.
    Potemkin prese un sigaro e lo accese, poi, disse di nuovo all'uomo: "Dimmi buon uomo, dove possiamo trovare il tizio che stiamo cercando?"
    L'uomo, quasi imbarazzato, disse:" Mi spiace, ma non lo so davvero..."
    Potemkin divenne serio, poi disse di nuovo:"Ah, non lo sai eh?"
    Il gigante schioccò le dita e due suoi sottoposti si avvicinarono con due taniche di benzina, rovesciandone il contenuto sul pover uomo.
    "C..cosa?" esclamò terrorizzato.
    Potemkin estrasse un altro sigaro e lo ficcò in bocca al malcapitato, poi disse:"Ok, grazie per la disponibilità, questo te lo sei meritato amico!"
    Con queste parole gli avvicinò l'accendino e in pochi istanti, l'uomo si ritrovò avvolto dalle fiamme urlando disperatamente.
    Potemkin e i suoi uomini ridevano come dei pazzi mentre la loro vittima si rotolava per terra tra le urla di dolore. La popolazione rabbrividì a quella visione. Proprio quello che voleva Potemkin.
    "Spero che abbiate capito l'antifona..." disse il gigante rivolto alla folla "Se non vi decidete a parlare farete tutti la stessa fine!"
    Uno dei suoi uomini afferrò un bimbo e lo trascinò fuori dal gruppo:"Avanti, vediamo se tu sai qualcosa.."
    Una mano gli bloccò il braccio, stringendolo al punto di frantumarne l'osso.
    Il delinquente urlò dal dolore: "IIIIIEEEEEAAAARRRRGHH!!!!" rotolandosi a terra, ai piedi di Wang...
    "Io penso di sapere qualcosa" disse il giovane rivolto a Potemkin che lo guardava sbalordito per quello che aveva appena fatto.
    "Mmm... bene, finalmente qualcuno si è deciso a collaborare..." sorrise il gigante schiantando con il piede la testa del suo sottoposto che non la smetteva di urlare.
    "Allora... dove si nasconde l'uomo con sette cicatrici?" chiese imperioso Potemkin.
    Wang si avvicinò e disse:"Le mie informazioni costano..."
    Potemkin, spazientito, rispose:"Senti bello, dacci le informazioni che ci servono e ti faremo l'onore di non eliminare te e tutta la tua famiglia fra atroci sofferenze!!"
    Wang, allora, senza battere ciglio, gli rifilò un pugno potentissimo in bocca, spaccandogli tutti i denti e facendolo cadere a terra sul sedere.
    I sottoposti di Potemkin non riuscivano a credere ai loro occhi.
    Il gigante si rialzò sputando sangue e fece cenno di attaccare.
    Cinque delinquenti furono subito addosso a Wang, il quale disarmò il primo appropriandosi della sua mazza chiodata per poi rotearla e spaccare la faccia a tutti gli aggressori in un colpo solo.
    Potemkin si inginocchiò:"V-va hene, hi haemo uha hihomhenha".
    Wang gettò allora a terra la mazza chiodata, poi disse: "Bene, il prezzo che voglio è la vostra vita!"
    Potemkin allora si alzò di nuovo e cercò di colpirlo con una carica, ma Wang lo scansò colpendolo alla nuca con il gomito e facendolo stramazzare di nuovo al suolo.
    Potemkin si rialzò di nuovo, poi, improvvisamente, le sue carni iniziarono a squarciarsi, mentre le ossa venivano espulse da esse.
    "Quello che ti ho premuto è il punto segreto chiamato Shari. Verrai rivoltato come un guanto e le tue ossa si sparpaglieranno al suolo. Quando arrivi all'inferno, dì che ti mando io..." disse il giovane guerriero mentre il corpo del gigante cadeva al suolo per l'ennesima volta e, questa volta, in maniera definitiva.
    Gli uomini di Potemkin erano allibiti. Iniziarono a darsi alla fuga spaventati da quanto avevano appena visto.
    Uno di loro, però, salì su un camion lì vicino e, dato gas, tentò di investire Wang.
    "Adesso te la faccio vedere io!" Urlò il punk ridendo istericamente.
    Il giovane non poteva limitarsi a scansare il camion, perchè avrebbe investito la folla.
    Allora tese le braccia unendole e aprì i palmi delle mani per utilizzare l'unica tecnica che gli avrebbe permesso di bloccare il camion in corsa: Kouretsu Ha, la Presa di Hokuto che Spezza l'Acciaio.
    L'impatto fu violentissimo e il pilota schizzò fuori dall'abitacolo volando attraverso il parabrezza e schiantandosi su un muro.
    Wang sentì cedere il ginocchio e strinse i denti.
    La ferita infertagli alla gamba da Ken non era ancora guarita completamente, e con quello sforzo l'aveva aggravata.
    Era ancora provato dal combattimento con Kenshiro, ma non poteva permettersi di sbagliare: Mise tutta la sua forza nella tecnica e, con sei sole dita fermò la corsa del veicolo spaccandone allo stesso tempo il blocco motore.
    Sventato il pericolo, Wang cadde in ginocchio a causa del dolore.
    Gli spettatori innocenti erano ammutoliti di fronte a quella scena....

    Un applauso solitario ruppe il silenzio.
    Hien Ko era giunto sul posto e la sua figura si stagliava dinanzi a Wang.
    "Davvero bravo, complimenti!" disse Hien Ko "E' da parecchio che non ci si vede Wang..."



    CAPITOLO 13 -La Scuola Cao di Hokuto-

    Kenshiro osservava il cielo mentre Mei Ling cercava di preparare qualcosa da mangiare per il ritorno di Wang.
    Il guerriero di Hokuto conosceva bene la sensazione che stava provando.
    Molte volte nella sua vita aveva avuto questo tipo di presagi.
    Stava per succedere qualcosa di terribile. Wang era sicuramente un maestro, ma troppe volte Ken aveva visto potenti maestri soccombere per mano del destino: Rei, Shew, Toki, Fudo...
    Kenshiro decise di dare retta alle sue sensazioni.
    "Mei Ling" disse "devo andare...".
    La ragazza fece cadere a terra una pentola. Anche lei era tesa, avvertiva qualcosa, ma le parole di Ken le avevano confermato che la sua sensazione era giusta.
    "Vengo con te!" rispose prontamente.



    "Tu... dovresti essere morto!" disse Wang esterrefatto al guerriero che gli si parava davanti.
    Hien Ko stava in silenzio, con un sorriso beffardo stampato sul volto, guardando Wang dall'alto in basso.
    "Hien..." disse Wang indagando negli occhi del suo vecchio amico. Non c'era più la luce di un tempo: C'era solo una fredda determinazione!
    "Non l'hai ancora capito, Wang?" disse Hien Ko.
    Wang annuì col capo mentre si rialzava cercando di celare il problema al ginocchio.
    "Ti sei alleato con Lao Tsu... perchè?" rispose il ragazzo.
    "Ha importanza?" replicò il suo avversario.
    Wang non riusciva a credere alle sue orecchie: Quel potente guerriero, tanto nobile da essere stato scelto per divenire uno dei Sette Saggi di Hokuto, era ora diventato lo scagnozzo di un uomo che si ribellava alle leggi stabilite dai padri fondatori.
    Hien Ko si tolse il mantello e iniziò ad emanare il suo spirito combattivo in direzione di Wang, per incitarlo al combattimento.
    Wang rispose mettendosi in posizione di difesa.
    I due Maestri si studiavano cercando un punto debole, mentre lo spirito combattivo attorno a loro sembrava dissolversi fino a sparire. Anche quello era un modo di combattere: Tutti e due cercavano di trattenere l'Aura per non rivelare all'avversario l'istinto omicida e fargli abbassare le difese quel tanto che bastava per sferrare un colpo a sorpresa. La tensione era alta e i due guerrieri erano al massimo della concentrazione. In scontri del genere, anche solo parlare poteva creare la distrazione necessaria all'avversario per sferrare un colpo mortale, e i due Saggi lo sapevano benissimo.
    D'un tratto, a causa della tensione, Wang, muovendo la gamba esitò un attimo, lasciando intuire all'avversario il suo punto debole: La ferita al ginocchio. Hien Ko, immediatamente accumulò tutta l'energia che tratteneva e rilasciò un fascio di luce dalle dita che Wang riuscì a malapena a scansare, saltando via e rotolandosi a terra.
    "Il Colpo Segreto del Soffio del Drago..." pensò Wang. Quella era una delle tecniche migliori della Scuola Cao di Hokuto.
    "Sei finito Wang, con la gamba in quelle condizioni non potrai mai vincere!" rise Hien Ko.
    "Conosco questo colpo Hien, anche se temibile so come anticiparlo... non è da te pensare di avere già la vittoria in pugno in uno scontro con un altro Saggio" disse Wang "Non solo ti sei alleato con un ribelle, ma hai anche perso tutto il tuo buon senso...".
    Hien Ko sorrise in modo diabolico: "Se conosci la Scuola Hokuto-Cao, sai bene che coloro che ne sono Maestri sono annoverati tra i migliori nell'elaborazione delle tecniche segrete".
    Wang capì subito il senso delle parole del nemico.
    "Credi veramente che io non abbia colpi segreti Wang? Anche se non sono il successore della mia Scuola ho rielaborato molti colpi durante gli allenamenti e le meditazioni. Non hai mai visto davvero di cosa sono capace...".
    Wang, in tutta risposta, si alzò di nuovo e diresse un proiettile di spirito combattivo verso l'avversario, colpendolo in pieno petto e facendogli sputare sangue.
    Hien Ko era esterrefatto: "Non sono riuscito a schivarlo... come puoi avermi colpito con quell'attacco?!".
    "Anche tu non sai di cosa sono capace veramente..." rispose il giovane serio in volto.
    Hien Ko, con lo sguardo sereno, si pulì il sangue dalla bocca: "Sarà uno scontro interessante!"
    Wang non vedeva negli occhi del suo vecchio amico la paura di morire, vedeva piuttosto uno spirito di sacrificio:"Hien Ko, perchè vuoi affrontare uno scontro che potrebbe causare la morte di entrambi?"
    "Perchè io sono già morto come Saggio di Hokuto... " disse il biondo guerriero.

    Capitolo 14 - Il Sangue degli Eroi -

    Wang guardava fisso negli occhi del suo amico di un tempo... non riusciva a capire il senso del suo tradimento.
    "Cosa vuoi dire Hien? Perchè saresti morto come Saggio di Hokuto?" chiese.
    Hien Ko socchiuse gli occhi... "Il giorno in cui il Re degli Spiriti è entrato al Palazzo del Cavallo Bianco... mi ha sconfitto..."
    Wang non riusciva a credere alle sue orecchie: "Vorresti dirmi che ti sei unito a lui per avere salva la vita?" disse. "E' impossibile...".
    Hien Ko sorrise beffardo: "Evidentemente non mi conosci così bene come pensi... ma porrò presto fine alla tua vita, quindi non serve che ti faccia tutti questi problemi..."
    Il guerriero, dette queste parole, mosse le braccia convogliando il proprio spirito combattivo contro l'avversario.
    "Il Tokei Koho!!" disse Wang, mentre un'onda d'energia saettava verso di lui devastando il terreno.
    "Se eviti il colpo sarà la folla alle tue spalle a farne le spese..." rispose Hien Ko.
    Wang capì subito la tattica diabolica del suo nemico: Voleva colpirlo dal basso per raggiungere le gambe, che in quel momento erano il suo punto debole. Avrebbe potuto evitare l'attacco con un balzo, ma Hien Ko aveva calcolato tutto...
    Non restava altro da fare che subire il colpo!
    Wang si mise in posizione di difesa per assorbire al meglio il colpo avversario e lo prese in pieno, cadendo a terra.
    La strategia di Hien Ko aveva avuto successo: La gamba di Wang, già in condizioni precarie, subì una ferita profondissima. Il sangue scorreva copioso dalla ferita, mentre il guerriero tratteneva gemiti di dolore digrignando i denti.
    Ormai, con la capacità di movimento compromessa in quel modo, Wang era finito...

    Nel frattempo...
    A cavallo della sua mostruosa tigre, il Re degli Spiriti percorreva il deserto in direzione di Sand Town.
    In lontananza scorse una jeep dall'aspetto familiare. Era uno dei mezzi del reparto capeggiato da Hien Ko.
    Il veicolo lo raggiunse e i due uomini scesero da essa inginocchiandosi.
    "Qual'è il problema?" chiese Lao Tsu.
    "Mio signore" disse uno dei due "Il comandante Hien Ko vi manda a dire che la situazione a Sand Town è sotto controllo. Si trattava di un falso allarme. Non c'è bisogno che lei si scomodi..."
    Lao Tsu alzò lo sguardo verso il villaggio che distava ormai pochi chilometri.
    "Un falso allarme dite?" rispose mentre teneva lo sguardo fisso sul villaggio.
    La sua mente tornò al giorno in cui si scontrò con Hien...
    Fu un combattimento duro, ma alla fine l'avversario giaceva ai suoi piedi in attesa del colpo di grazia. Lao Tsu stava per eliminarlo definitivamente ma si fermò: Sembrava che quel ragazzo anelasse la morte.
    "Perchè vuoi morire?" gli chiese.
    "Perchè questo è il mio destino in quanto Saggio di Hokuto" rispose Hien.
    "No, tu desideri la morte... sembra quasi che ti stia sacrificando per qualcuno..." replicò Lao Tsu.
    Hien non rispose.
    Improvvisamente, il Re degli Spiriti ebbe come un'illuminazione: i suoi occhi! Gli occhi di quel ragazzo erano identici a quelli di Sasha...
    "T-tu sei... il fratello maggiore... " disse spaventato.
    Hien Ko annuì col capo: "So bene il motivo per il quale cerchi tutte le conoscenze di Hokuto... ma il destino mi impone di morire se voglio aiutare Sasha..."
    Lao Tsu, lentamente, gli toccò la fronte con il dito indice: "Da oggi puoi considerarti morto come Saggio... puoi iniziare una nuova vita... e puoi aiutarmi a guarire tua sorella..."
    Dette queste parole, Lao Tsu si diresse al piano superiore lasciandosi Hien Ko all spalle...

    Altrove....

    Kenshiro e Mei Ling camminavano a passo spedito verso Sand Town.
    A Ken tornavano in mente terribili momenti già vissuti: Rei, Shew, Fudo e tanti altri amici...tutti morti perchè in quel momento lui non poteva aiutarli.
    Purtroppo anche questo era il Destino del Successore dell'Hokuto Shinken...
    Di colpo si fermò. Mei Ling, fermandosi assieme a lui, chiese: "Cosa ti succede Ken?"
    "Abbiamo compagnia..." rispose Kenshiro scrocchiandosi le dita e fissando una rupe che si trovava alla loro sinistra.
    Immediatamente sbucarono fuori dei predoni vestiti di stracci. L'unico che sembrava distinguersi da essi era quello che probabilmente era il capo della banda: Aveva la testa rasata e il corpo completamente ricoperto da tatuaggi che davano come l'impressione che la sua pelle fosse quella di un serpente.
    "Devi essere un tipo fuori dal comune se sei riuscito ad accorgerti dell'agguato... ciò non ti servirà comunque...eh eh eh... quella ragazza mi fa gola e me la prenderò dopo che ti avrò ucciso..." disse il capobanda in maniera arrogante.
    Ken lo guardò fisso negli occhi: "Siete tutti uguali voi delinquenti, sembra quasi che vi facciano con lo stampino... tante chiacchiere e pochi fatti..."
    "Ahhhh... fai anche lo spiritoso..." rispose il capobanda. "Ragazzi, fategli vedere che con noi non si scherza!"
    Subito 5 predoni si lanciarono dalla rupe per attaccare Ken.
    Il guerriero, in tutta risposta saltò loro incontro mentre si trovavano ancora a mezz'aria. Passò oltre il gruppo urlando: "Shaaaauuuuuuuuuuu!"
    e ricadde in piedi sulla rupe dinanzi al capobanda e al resto dei suoi sgherri.
    Gli uomini, giunti a terra si voltarono indietro:"Che fai? Scappi e lasci la tua amichetta nelle nostre mani?"
    Ken non rispose.
    Il capobanda lo guardò allibito senza capire quali fossero le sue intenzioni: "Non te ne frega niente di quella lì? Cosa credi di fare?"
    "Oggi vi è andata male... non ho molto tempo da perdere... vado di fretta..." rispose Kenshiro con calma e determinazione.
    Immediatamente, sotto la rupe, i corpi dei predoni che lo avevano attaccato iniziarono a separarsi in più parti, mentre le loro urla agghiaccianti facevano venire i sudori freddi al resto della banda.
    "Ma questo è.. il Nanto Suichoken!!" disse il capobanda esterrefatto. "Non vorrai dirmi che sei un Maestro del Nanto Seiken?!"
    "No" rispose Ken "La tecnica che hai visto apparteneva ad un mio amico, un uomo con il quale ho lottato fianco a fianco e che ha dato la vita per difendere ciò in cui credeva. Il sangue di quest'uomo e il sangue di tutti coloro che hanno contribuito a formare il mio pugno è il Sangue degli Eroi!"
    "Ma cosa vai blaterando? Chi diavolo sei?" disse il capobanda ormai nel panico...
    Mei Ling ascoltava Ken e riusciva a comprendere quanto dolore ci fosse nel suo cuore. Capiva che ora non voleva che anche Wang morisse.
    "Io sono il Dio della Morte..." disse Kenshiro "L'unico Successore dell'Hokuto Shinken!"
    "C-Cooosaaa?!" urlò balbettando il capobanda. Gli scagnozzi preoccupati chiesero:"Snake, cosa facciamo?"
    Prima che potesse rispondere, Ken lo anticipò: "Ti consiglio di non fare quello che stai pensando di fare..."
    Kenshiro sapeva che la leadership di Snake dipendeva dalla sua forza in combattimento. Arretrare davanti al nemico avrebbe minato la sua autorità presso i membri della banda. Vedendolo vulnerabile avrebbero iniziato a non rispettarlo più come prima e, in poco tempo, qualcuno tra i più ambiziosi tra loro avrebbe anche cercato di toglierlo di mezzo in qualche modo per prenderne il posto. Ormai, dopo innumerevoli combattimenti, Ken aveva capito perfettamente la mentalità di questo tipo di persone. Snake non poteva permettere una cosa del genere e quindi Ken sapeva bene che stava per attaccarlo.
    "Adesso vedrai di cosa è capace lo Stile del Serpente dello Shaolin Kung Fu!" disse Snake stizzito.
    Sarebbe stato un attacco disperato per tentare il tutto per tutto, e Ken lo sapeva bene. Lo facevano tutte le volte. Lo facevano tutti. Uomini dotati di tecniche di combattimento capaci di elevarli un po' sopra la media ma incapaci di forgiare un pugno adatto ai campi di battaglia. Kenshiro avrebbe dimostrato per l'ennesima volta qual'era l'unica vera tecnica assasina definitiva.
    Snake, il capobanda, si lanciò verso Ken:"Lo colpirò con la mia tecnica migliore e lo eliminerò senza dargli il tempo di toccare i miei punti di pressione" pensava.
    "Attacco Improvviso del Serpente che Sbuca dalla Tana!!!" Urlò Snake. Si abbassò fulmineamente e con una capriola in avanti superò le difese dell'avversario. Conficcò la mano tesa nell'addome di Ken colpendolo dal basso. "Ce l'ho fatta! Ah ah ah ah!!" rise soddisfatto.
    Alzò lo sguardo e vide Kenshiro che lo guardava incuriosito:"Tutto qui?"
    Snake rimase di sasso, mentre un brivido percorreva la sua schiena e il suo volto diveniva una maschera di terrore. Come era possibile che quell'uomo fosse sopravvissuto al suo colpo migliore?
    Provò ad estrarre la mano dall'addome di Kenshiro ma sentiva i suoi muscoli trattenerla all'interno come una morsa d'acciaio. "Ridammela!! La mano è mia, ti ho detto ridammela!!!" Urlava Snake ormai con la mente annebbiata dalla paura della morte.
    "Questo è il Blocco Penetrante di Hokuto, ora non puoi fuggire da nessuna parte..." disse Ken.
    Gli scagnozzi di Snake erano atterriti e non riuscivano a muoversi.
    Kenshiro, continuando a fissare il nemico disse: "Si dice che per liberarsi definitivamente di un serpente bisogna distruggerene la testa..."
    Snake spalancò gli occhi mentre Ken alzava la mano destra:"Nooooooo, ti pregoooooo!!!! Non farlooo!!!!"
    "Ganzan Ryozan Ha!!" Urlò Kenshiro mentre abbatteva di taglio la mano sulla testa di Snake, spaccandola in due parti.
    Gli scagnozzi di Snake, completamente paralizzati dalla paura non sapevano che fare...
    "Voi..." disse Ken facendoli trasalire... "Mi serve immediatamente un veicolo..."

    CAPITOLO 15 - Il Compito dei Saggi -

    Hien Ko guardava il suo avversario sanguinate che cercava strenuamente di restare in piedi nonostante le ferite ed il sangue perso.
    "Arrenditi Wang... adesso ti darò il colpo di grazia..." disse il guerriero.
    Wang guardò il nemico negli occhi: "Non capisco... se Lao Tsu vuole carpire tutti i segreti di Hokuto perchè vuoi uccidermi? In teoria dovresti prima costringermi a rivelarti dove sono nascosti gli ultimi segreti...".
    Hien Ko si bloccò di colpo. Wang stava cominciando a capire...
    "Se hai capito cosa sto facendo Wang, allora non rendermi le cose tanto difficili... noi Saggi abbiamo fatto voto di dare perfino la nostra vita per proteggere Hokuto.." disse Hien Ko mentre sul suo volto iniziavano a scorrere le lacrime.
    Wang socchiuse gli occhi e sorrise serenamente: "Non serve morire inutilmente Hien Ko... ho già trovato il Salvatore di cui parlava la profezia... e gli ho consegnato gli ultimi segreti di Hokuto".
    "V-vuoi dire che..." balbettò Hien Ko incredulo.
    "Sì... finalmente il nostro compito è terminato. Me lo ha rivelato il Cielo..." rispose sicuro Wang.
    Hien Ko corse subito verso Wang per sostenerlo.
    "Perdonami Wang! Io non volevo che Lao Tsu ottenesse la conoscenza suprema... anche se ne va' della vita di mia sorella." disse Hien Ko abbracciando l'amico.
    "Che quadretto commovente..." queste parole ruppero la scena, spostando l'attenzione sulla figura che le aveva proferite: Il Re degli Spiriti!
    Lao Tsu, grazie alla sola forza della mente riusciva a levitare al di sopra della folla, ergendosi come un angelo della morte.
    "Perchè hai deciso di tradirmi Hien Ko? Davvero tua sorella vale così poco?" disse rivolto al guerriero che lo osservava con gli occhi sbarrati.
    Wang si alzò in piedi sostenuto da Hien Ko e disse: "Ormai non puoi più fare niente Lao Tsu... gli ultimi segreti di Hokuto sono in mano al Successore dello Shinken. Arrenditi e torna sui tuoi passi. La malattia di tua moglie non è colpa di nessuno. Il Cielo stesso piange per la tua sorte..."
    "MAI!!!" Rispose infuriato il Re degli Spiriti emanando il suo spirito combattivo. In risposta alle emanazioni della sua Aura, il cielo iniziò ad oscurarsi mentre le nubi si addensavano su Sand Town.
    Hien Ko e Wang si misero in posizione di combattimento.
    "Bene! Volete addirittura affrontarmi insieme... mi sembra strano da parte di due Saggi di Hokuto, ma non mi tirerò indietro..." rise Lao Tsu.
    "Siamo disposti a perdere l'onore affrontandoti in due piuttosto che lasciarti usare ancora l'Hokuto per perseguire i tuoi scopi personali!" urlò Hien Ko al nemico.
    "Avanti allora!" disse Lao Tsu alzando entrambe le braccia ed espandendo ancora la sua Aura: "ONDA VIOLENTA DELLO SPIRITO DI HOKUTO-SUN!!"
    Un enorme flusso di spirito combattivo partì in direzione dei due avversari causando un boato incredibile.
    Sceso il polverone, tutti videro un cratere nel luogo in cui prima vi erano i due Saggi.
    Lao Tsu alzò immediatamente lo sguardo in alto: Hien Ko e Wang erano riusciti ad elevarsi con un salto mortale e ad evitare l'attacco. Ora lo stavano attaccando dall'alto. "Sagome Gemelle in un Solo Corpo" questa era la tecnica che i due stavano usando. I loro movimenti erano così perfettamente coordinati che in pratica per l'avversario era come trovarsi di fronte un solo avversario dotato di quattro braccia e quattro gambe!
    Hien Ko arrivò alle spalle: Lao Tsu si voltò per cercare di colpirlo con un pugno mentre Wang scendeva in picchiata verso di lui.
    "HISHO HYAKURETSUKEN!!!" Urlò Wang mentre sferrava uno dei colpi più potenti che conosceva, subissando l'avversario di pugni rapidissimi.
    Ci fù come un'esplosione abbagliante dovuta allo scontro delle Aure dei tre potenti guerrieri. Tutti gli astanti si coprirono istintivamente gli occhi e tornarono a fissare la scena solo qualche attimo più tardi.
    Davanti ai loro occhi si presentò una scena incredibile: Lao Tsu era ancora in piedi, a terra, mentre Wang e Hien Ko giacevano al suolo in fin di vita. Cosa era successo?
    "Non avete mai avuo speranze contro di me... avevo capito la vostra tattica ancor prima di iniziare a combattere e l'ho anticipata facendovi credere di esserci caduto..." disse Lao Tsu ai suoi avversari morenti.
    "Maledetto... hai atteso con estrema precisione il momento in cui stavamo per finirti... ti sei tirato via fulmineamente e Wang ha colpito me con tutta la sua forza.." rispose Hien Ko steso a terra, mentre fissava il cielo con gli occhi spenti e il sangue che gli colava dalla bocca.
    Wang non rispondeva: Tutto il sangue perso nel combattimento con Hien Ko e le ultime risorse spese per l'attacco a Lao Tsu gli avevano fatto perdere i sensi. Ora giaceva a terra in una pozza di sangue.
    Lao Tsu si avvicinò a Hien Ko guardandolo fisso negli occhi: "Sei stato un valoroso guerriero... ma il destino beffardo ci ha messo l'uno contro l'altro...".
    Il Saggio rispose: "Lao Tsu, sono contento che mia sorella abbia trovato un uomo che la ama tanto da ribellarsi al Cielo stesso.... io ho dovuto seguire la mia strada ma, se un giorno riuscirai davvero a parlare con Sasha dille che le ho sempre voluto bene...." dette queste parole Hien Ko chiuse gli occhi e spirò...
    Lao Tsu, trattenendo le lacrime, lo raccolse tra le braccia...
    "Uomini! Torniamo a palazzo! Dobbiamo dare un degno funerale a Hien Ko..." disse rivolto ai soldati.
    Voltandosi poi verso la popolazione disse: "Quando arriverà il Salvatore ditegli che lo aspetto al mio palazzo...."
    Il rumore di una moto seguito da una brusca frenata riecheggiò nella piazza.
    La folla si aprì e apparve Kenshiro: a cavallo di una moto, portava con se anche Mei Ling.
    Il Successore dell'Hokuto Shinken si tolse gli occhiali protettivi fissando Lao Tsu: "Non c'è bisogno che venga a cercarti... sono arrivato!"

    CAPITOLO 16 - Uomini Forgiati dal Dolore -

    "Wang! Ti prego Wang! Reagisci!" Mei Ling continuava a scuotere il corpo apparentemente senza vita del fratello mentre la sua voce veniva rotta dal pianto.
    Kenshiro avanzava sicuro verso Lao Tsu scrocchiandosi le dita.
    Il Re degli Spiriti, dal canto suo, affidato il corpo di Hien Ko ai suoi uomini, emanava minacciosamente la sua Aura combattiva mentre andava incontro al nemico.
    "A quanto pare hai davvero fretta di morire Successore dell'Hokuto Shinken..." disse Lao Tsu con tono di sfida.
    Kenshiro non rispose ma assunse la sua tradizionale posizione di combattimento, alzando la mano sinistra ed invitando l'avversario ad attaccarlo.
    "E va bene... vediamo come te la cavi con questo..."disse Lao Tsu mentre si concentrava. Di colpo i detriti del cratere causato dal precedente colpo del Re degli Spiriti iniziarono a sollevarsi come manovrati da mani invisibili.
    Ken osservava la scena impassibile.
    Lao Tsu mosse di scatto il capo in avanti, come a direzionare l'attacco e i detriti vennero scagliati verso Kenshiro come una pioggia di proiettili di pietra.
    Ken eseguì un mirabolante salto mortale accompagnando perfettamente la traiettoria dei proiettili: Era la Danza del Vuoto Totale della Divina Scuola di Hokuto. Colpì i vari proiettili di pietra polverizzandoli e ricadde poi a terra in ginocchio mentre briciole di pietra si spargevano tutt'intorno.
    "Mi stai prendendo in giro Lao Tsu? Credi davvero che sarei caduto in questo gioco da ragazzi?" disse rivolto al suo avversario.
    Sul volto del Re degli Spiriti comparve un ghigno soddisfatto: "Mmmm... sei sicuro di aver evitato completamente l'attacco?"
    Improvvisamente Ken sentì una dolorosa fitta alla spalla destra: Uno dei detriti vi si era conficcato!
    "Io posso manovrare ciò che mi circonda con la sola forza del pensiero... mi è bastato cambiare la traiettoria di quella singola scheggia per penetrare la tua difesa... questa è la Tecnica dello Spirito del Vento..." disse Lao Tsu.
    Kenshiro estrasse con le dita la scheggia di pietra dalla sua spalla e la sbriciolò nel pugno, mentre dalla ferita iniziava a sgorgare copioso il sangue.
    "Tecnica interessante.... spero che la forza di Hokuto-Sun non stia tutta nel saper lanciare le pietre..." rispose il Maestro dello Shinken.

    Mei Ling osservava il combattimento mentre teneva stretto il corpo di Wang.
    "M-Mei Ling..." sussurrò il giovane dando segni di vita. La ragazza non credeva ai suoi occhi: Wang era vivo!
    "Fratello, non muoverti, hai riportato ferite gravissime... hai perso troppo sangue..." disse premurosamente la giovane donna.

    "Ora tocca a me... proverai la tecnica dell'uomo che voleva afferrare il Cielo!" disse Ken mentre muoveva le mani convogliando il suo spirito combattivo:"TENSHO HONRETSU!!! Il Colpo della Violenza Impetuosa del Dominatore del Cielo!" Esclamò.
    Una violenta ondata di energia interiore di colore azzurro esplose dalle sue mani diretta verso Lao Tsu.
    Il Re degli Spiriti venne investito in pieno dall'attacco e sbalzato diversi metri più indietro, cadendo a terra.
    "In questo colpo sono impressi tutto il dolore e tutto l'amore di mio fratello Raoh! Non puoi resistere..." disse Ken all'avversario in ginocchio.

    "Guarda Wang! " Esclamò Mei Ling al fratello. Questi senza aprire gli occhi disse: "Bisogna fermarli Mei Ling... Ken è in serio pericolo... l'ho capito affrontando Lao Tsu...". La ragazza, incredula, rispose: "Ma Kenshiro lo ha già sbattuto a terra con il primo colpo!".
    "Aiutami sorella... devo assolutamente intervenire..." disse ancora il giovane.
    "Ma cosa vuoi fare? Non riesci a reggerti in piedi!" replicò Mei Ling.

    Lao Tsu, rialzatosi in piedi, guardò l'avversario dritto negli occhi. In quel momento Kenshiro ebbe come un brivido lungo la schiena...
    "Quegli occhi... " pensò "... Il suo cuore è carico di tristezza...".
    Improvvisamente, Lao Tsu espanse il suo spirito combattivo e sgranò gli occhi. Il corpo di Ken iniziò a tremare mentre dal naso e dalle orecchie iniziava a fuoriuscire sangue: "S-sta attaccando direttamente il mio cervello!" disse sorpreso Ken.
    Lao Tsu non parlava. Era completamente concentrato nell'intento di annientare il suo avversario.
    Kenshiro si portò le mani alla testa afferrandola mentre stringeva i denti per il dolore. Raccogliendo le forze si scagliò contro l'avversario. Lao Tsu non poteva difendersi, tanto era assorto nel suo attacco mentale.
    Kenshiro lo colpì al torso perforandolo con i suoi pugni: "Soryu Ha, l'Onda dei Dragoni Gemelli di Hokuto!".
    Lao Tsu restò immobile, come se non avesse accusato il colpo, mentre continuava a portare il suo attacco mentale.
    Kenshiro sentì i pettorali di Lao Tsu stringersi come una morsa sui suoi pugni. Era davvero un avversario formidabile!
    C'era un solo modo per mettere fine al combattimento: il Musoo Tensei!
    Ken si concentrò per raggiungere lo stadio di equilibrio emotivo necessario... Sfaldò la sua stessa sostanza liberandosi e moltiplicandosi attorno all'avversario. Quello sarebbe stato il colpo finale!
    Kenshiro attaccò: Lao Tsu restava immobile come una statua. Il Successore dell'Hokuto Shinken sembrava una folata di vento inafferrabile.

    "Kenshiro sta usando il colpo finale dell'Hokuto Shinken! E' fatta!" esclamò Mei Ling.
    "Non capisci Mei Ling... quei due sono entrambi uomini forgiati dal dolore... Lao Tsu non è un avversario qualunque per Kenshiro..." rispose Wang.

    Inaspettatamente, Kenshiro rimase paralizzato di fronte a Lao Tsu: Il Muso Tensei era stato bloccato!
    "Sei un idiota..." disse Lao Tsu.
    "Con il potere della mia mente posso colpire direttamente il tuo spirito combattivo e disperderlo, vanificando ogni tuo tentativo di concentrazione! Questa è la Tecnica del Controllo dello Spirito della Scuola Sun di Hokuto!"
    Ken era allo stesso tempo stupito e spaventato. Possibile che la tecnica finale dell'Hokuto Shinken potesse essere fermata così facilmente?
    Lao Tsu non perse altro tempo: Approfittò del suo attimo di smarrimento per portare il colpo di grazia.
    Un nuovo e potentissimo assalto mentale al quale Kenshiro emise soltanto un grido di dolore prima di cadere a terra esanime.
    "E questa sarebbe la forza del Successore dell'Hokuto Shinken? Mi fate ridere!" Esclamò il Re degli Spiriti posando un piede sul corpo dell'avversario.
    Lao Tsu alzò la gamba per finire Kenshiro ma un evento inaspettato lo distolse dal farlo... istintivamente direzionò il calcio alle proprie spalle, solo per incrociarlo con quello di un altro avversario... era Wang!
    "Il compito dei Sette Saggi non si è ancora concluso... Kenshiro non morirà!"






    Edited by Squalo Densetsu - 19/11/2008, 00:25
  8. .
    In questo topic inserirò alcuni PNG creati da me, in modo da creare un archivio a cui i diversi utenti possano attingere.

    Intanto ecco Goma e Sioh, le guardie del corpo di Sanga.

    Edited by Squalo Densetsu - 28/4/2010, 23:37
  9. .
    Esiste un tizio chiamato Stemage che ha realizzato una serie di remix in chiave metal delle soundtrack dei giochi della serie Metroid.
    L'indirizzo del suo sito è http://metroidmetal.com/songs.html

    Ecco alcuni esempi:



    Edited by Squalo Densetsu - 14/2/2009, 12:09
  10. .
    In questo topic potremmo inserire i nostri wallpaper preferiti ispirati ai videogames....
    Conviene inserire soltanto i link per non appesantire la pagina, provvederò io poi ad aggiornare tutto al primo post ^_^

    METROID 1-2
    PICCHIADURO SNK/CAPCOM 1-2-3-4-5-6-7-8-9

    Edited by Squalo Densetsu - 27/8/2009, 15:13
  11. .
    Ecco il trailer del telefilm giapponese di spiderman del 1978!!!



    Da notare il momento in cui muove la mano per laciare la tela (sembra la sigla di Ken) e quando arriva il suo robottone!!! Allucinogeno!!!

    Edited by Squalo Densetsu - 11/8/2009, 01:16
2651 replies since 11/7/2007
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