IL RUOLO DI RYUGA E IL SIGNIFICATO DEL SUO SUICIDIO (DISCUSSIONE)

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    Avendo notato che molti faticano a comprendere il ruolo di Ryuga in HNK e spesso vedono il suo suicidio come un gesto idiota, ho pensato di aprire questo topic per dare modo a Musashi-san di esprimere il giusto punto di vista dal quale bisognerebbe effettivamente analizzare la questione, in quanto non basta semplicemente dire "è roba da samurai" e liquidare la faccenda.
    Sono convinto che il discorso meriti il giusto approfondimento, e sono ancora più convinto che l'unico in grado di farlo per bene è il nostro Musashi!
    Vai amico! A te la parola... ;)

    CLICCATE QUI PER LEGGERE IL POST!






    Edited by Squalo Densetsu - 24/5/2010, 00:02
     
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  2. alexange
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    Caspita Musashi! Complimenti e soprattutto grazie per il tuo ottimo lavoro!
    Naturalmente quello che ho letto mi ha fatto riflettere molto sul personaggio in esame e a questo punto non posso che essere d'accordo con quanto dici anche tu..Ryuga a un certo punto si è trovato a lottare contro se stesso e contro gli ideali che fino al suo incontro con Ken avevano guidato le sue azioni.
    Inoltre credo anche io che Toki si sia volutamente prestato allo scopo di Ryuga..purificare la sua anima in punto di morte.
    Grazie delle spiegazioni che anche se non vanno prese come verità assolute io le prendo per buone perchè condivido in pieno la tua interpretazione e finalmente riesco a dare il senso giusto al ruolo del lupo solitario.
     
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  3. Uomo di Hokuto
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    Un po logorroico ma brillante, un luminare, e mi inchino a te.
     
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  4. Dott Silvio Bort
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    Squalo mi ha avvisato che avevi scritto la tua interpretazione, così ho trovato un quarto d'ora per darle una letta e un altro quarto d'ora per commentare.

    Non c'è che dire, per quanto questa sia solo la "tua" interpretazione, per usare le tue parole, bisogna rilevare che per comprendere la figura di Ryuga è necessaria più di qualche conoscenza sul background nipponico; alcuni dati che hai messo li si può classificare come "piuttosto banali" (nel senso che sono ormai alla portata di tutti o almeno molte persone che conosco li sanno), altri invece sono molto più ricercati, più utili e più difficili da comprendere se non si dà almeno un po' di spiegazione come hai fatto tu qui.
    Ne segue a questo punto che forse Ryuga è la figura più "nipponica" nell'universo di HNK, o se non altro la più difficile da interpretare per un occidentale che della cultura giapponese sa solo quanttro acche in croce (mi sembra ovvio che molti personaggi non riusciamo a capirli del tutto, ma li comprendiamo abbastanza bene magari in maniera piuttosto "empatica", Ryuga invece è molto più lontano).

    Per quanto ne possa capire io nel mio piccolo la tua interpretazione mi pare piuttosto azzeccata, poi chiaramente dev'essere letta con un po' di spirito critico, di apertura mentale; perché se la legge una persona qualunque, ma con la pretesa (assurda) di restare ottusamente legata alla visione "occidentale", al massimo dirà "sì sì belle parole ma Ryuga resta un povero coglione".
    Ad ogni modo mi sembra un bell'intervento (io l'ho apprezzato molto) e personalmente ti consiglio di copiarlo e pubblicarlo anche sull'altro forum, dove molta gente sembra avere difficoltà a interpretare Ruyga come personaggio, quindi o dice "è un coglione" oppure archivia la cosa in maniera veloce dicendo "eh ma sì è una cosa da giappi, per loro è giusta ma qui non la si può capire" e lasciando quindi cadere l'argomento nel completo disinteresse. Poi il mio è un consiglio, vedi tu cosa fare, l'intervento è tuo quindi ritengo che l'unica persona che debba decidere se condividerlo anche con altri sia tu.

    Saluti da Silvio :Cribbio: :D
     
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    Grazie per il tuo intervento e non sapevo che Squalo ti avesse avvisato per mp di questa cosa.Pensavo che volesse solo un mio parere viste le tante discussioni su questo argomento che si sono sempre concluse con improperi o lodi verso il personaggio,senza arrivare a nulla di concreto.
    Ovviamente,ma questo lo capirai da te,io amministro questo forum,perciò quanto ho scritto lo lascio qui per motivi evidenti e chiunque voglia leggere,commentare,farsi una sua idea,proporne una nuova,sarà libero di farlo venendo qui.
    Se non fosse il mio forum potrei anche farlo,ma a questo punto non mi è possibile.
    Riguardo l'argomento in sè ho più volte detto che non si può dare per scontato un atteggiamento,anche se si tratta di un personaggio di fantasia,solo perchè siamo abituati,crediamo di esserlo,a una determinata cultura per via della sua ampia diffusione.La cultura giapponese,la sua storia,il suo pensiero,i suoi miti,le sue storie e le sue sfumature,sono tutte cose fin troppo complesse per avere la presunzione di liquidare un qualsiasi argomento in modo banale,e difatti io non ce l'ho e affronto le questioni che riguardano questa cultura in modo molto umile,e soprattutto ancora peggio avere l'arroganza di porre determinate cose come oggettive,senza avere alcuna conoscenza di quale sia il concetto fondante o l'intimo pensiero dietro a un semplice disegno e racconto.
    Io stesso ho scritto più d'una volta che questa è la "mia"verità,perchè sicuramente da una parte ci sono degli elementi oggettivi e inconfutabili che ho posto riguardanti la cultura tradizionale,la religione e il pensiero,insomma i fatti storici in sè e tutto ciò che ne fa parte,ma dall'altra parte la caratterizzazione di un personaggio si presta anche a diverse interpretazioni proprio perchè frutto di fantasia e quindi soggetto a diverse variabili,spesso irrazionali,che esulano da una reale visione del mondo.
    Ryuga è uno dei più complessi perchè sintetizza bene una serie di principi che spesso sono diluiti nel corso dell'intero racconto.Egli invece ne è una sorta di compendio ed è sicuramente,come spiegavo,l'uomo dalle mille facce,sotto molti punti di vista.
    Tra l'altro anche altri Anime come Goldrake o Jeeg,tanto per fare un esempio,contengono una miriade di elementi che possono essere compresi solo avendo chiara qual è la società che li ha prodotti,il particolare momento storico in cui sono venuti fuori,le situazioni contingenti e i fondamenti culturali che hanno dato vita a queste storie.Nè più e nè meno di Ken.
    Ed è per questo che spesso consiglio,e lo sto facendo qui nel mio piccolo con alcune sezioni apposite del forum,di leggere qualche racconto giapponese,interessarsi un pò alla sua storia,ai suoi cambiamenti,alla società,proprio per avere più chiaro ciò di cui si parla.
    Altrimenti,come sempre,l'ignoranza produce arroganza e si finisce col dire mille cose senza dire nulla.
    Va bene,grazie ancora del tuo intervento e scrivi quando vuoi,perchè mi fa sempre piacere. :woot:
     
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  6. Dott Silvio Bort
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    Direi che mi trovo d'accordo col tuo intervento.

    Sì Squalo mi aveva detto che in questo forum stava preparando una specie di approfondimento su Ryuga, ma ancora tempo fa, quando nell'altro forum era sorto il topic, non so se ti ricordi ma si parla di almeno un paio di mesi fa credo. All'epoca gli dissi la mia (cioè che Ryuga era un personaggio dal grande potenziale ma sfruttato male) però gli dissi che ero interessato ad un'interpretazione diversa e che quindi mi tenesse aggiornato se aveva novità, coa che puntualmente ha fatto e per cui lo ringrazio (sennò lo vedevo tra cent'anni!).

    Credo sia sempre utile fare degli approfondimenti, anche a livello culturale, indipendentemente dal fatto che poi ci si trovi più o meno d'accordo con chi li fa. Il vero peccato è vedere, come dici tu, certe situazioni in cui, vuoi per un motivo vuoi per un altro, la gente va avanti a muso duro senza cercare un minimo di apertura mentale, che non significa accettare le idee degli altri, ma almeno provare a comprenderle.

    L'altra cosa bella a mio avviso è porsi con l'interlocutore (o gli interlocuori) sempre facendo capire che ciò che si scrive corrisponde al nostro ideale, senza avere la presunzione di portare verità assolute.

    Quindi il tuo post mi è piaciuto per più di un motivo!

    Se fate altri excursus interessanti o qualche approfondimento fatemi un fischio, troverò un po' di tempo per leggere! (Più che altro se mi avvisate è meglio perché sennò è difficile che mi accorga, ormai ho a stento il tempo per seguire l'altro forum)

    Ciao! ;)
     
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  7. Kiory
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    Articolo decisamente interessante, comunque sia anche io vedevo come una sorte di purificazione dell'anima perdere la vita nello scontro con Kenshiro. Bye :seitei:
     
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  8. Kilkenny
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    Musashi ho letto ora il tuo articolo su Ryuga e devo dire che è veramente ben fatto, molto ordinato nell'esposizione dei pensieri e soprattutto chiaro per chi legge.

    Ryuga mi è sempre piaciuto come personaggio, a differenza di altri che solitamente lo etichettano come personaggio inutile. Non avevo compreso tutte le sfaccettature. Dalla tua analisi, citando Bort, si evince che Ryuga è uno dei personaggi più "nipponici".
    A mio avviso, per rendere appieno il personaggio, Hara avrebbe dovuto studiare una "figura" diversa, magari con fisionomia nipponica, o alcuni concetti avrebbero dovuto esser palesati o spiegati meglio, perché in effetti le battute finali di Ryuga sono veloci, troppo veloci, per poterlo capire.
    Si passa da un personaggio il cui background non è granché sviscerato, che agisce riflettendo e ponderando, e quando le cose precipitano le spiegazioni sono risicate.
    L'unico che capisce subito la situazione è Toki, che per me resta la figura migliore in quanto decisamente più avanti di tutti gli altri, ed è colui che la spiega (seppur brevemente) ad un inkazzato Kenshiro.

    Bellissimo anche l'intro che hai scritto per rendere più chiara l'analisi di Ryuga.
     
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    A mio avviso, per rendere appieno il personaggio, Hara avrebbe dovuto studiare una "figura" diversa, magari con fisionomia nipponica, o alcuni concetti avrebbero dovuto esser palesati o spiegati meglio, perché in effetti le battute finali di Ryuga sono veloci, troppo veloci, per poterlo capire.
    Si passa da un personaggio il cui background non è granché sviscerato, che agisce riflettendo e ponderando, e quando le cose precipitano le spiegazioni sono risicate.

    Secondo me il discorso è sempre lo stesso... cioè che per il pubblico giapponese forse erano aspetti più scontati e quindi necessitavano di meno spiegazioni..
     
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    Grazie mille Kilk. :) Sulla scorta di quanto dice Squalo riprendo il concetto.
    Ricorda che il cartone animato e il manga sono pur sempre concepiti per un pubblico che ha già delle fondamenta culturali specifiche,le quali permettono di seguire la storia comprendendo la maggior parte degli avvenimenti in un'ottica orientale,intrisa di tanti elementi occidentali.
    Ma come ho spiegato,la figura è resa volutamente quasi come un cavaliere occidentale,allo scopo di non palesare troppo un'immagine propria di un semieroe giapponese o di un samurai,che in verità avrebbe cozzato con la storia nella sua totalità.
    Forse,e in questo hai un pò ragione,sembra troppo simile nella fisionomia a un ideale di cavaliere tipico della nostra letteratura,ma è una scelta puramente stilistica,presumo,per rendere più appetibile il personaggio in un panorama,come quello di allora,dove figure come samurai,ninja e così via,si vedevano in lungo e in largo;sempre in riferimento alla fisionomia,si intende.
    Toki,difatti,è lì proprio per spiegare anche a chi legge o guarda come realmente stanno le cose,anche se poi tutto l'ordito nel quale si intreccia la trama degli eventi relativi a questo personaggio,si comprende solo se si ha una conoscenza di base di certi concetti,piuttosto semplici e fondamentali,che naturalmente il giapponese medio ha. :)
     
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  11. la scuola imperiale di cento
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    CITAZIONE (MusashiMiyamoto @ 20/1/2009, 15:24)
    Mi è stato chiesto di esprimere la mia idea in proposito ed eccomi qui.Più che un'idea è un'interpretazione dei fatti,la mia personale,che non ha alcuna pretesa di essere la verità,ma è quanto di più coerente ritengo possa esserci come spiegazione a determinati fatti.
    E'naturale che la verità la conosca solo l'autore e del resto si tratta di un'opera di fantasia,ma cionondimeno si può tracciare un profilo degli avvenimenti e la ragione che li ha provocati,intesi come causa ed effetto,partendo dalla cultura di base che li ha prodotti,personificata dall'autore stesso.
    "Hokuto no Ken"è l'esemplificazione di un certo modo di pensare,di una tradizione culturale e sociale ben precisa e raffigurata in maniera molto accurata in determinati contesti del racconto.
    Ci sono due ragioni,secondo la mia opinione,per le quali HNK è un'opera peculiare e unica nel panorama della produzione nipponica.
    La prima è la sua costante modernità nei concetti e nei principi;ovvero una società,e perciò l'essere umano,ridotta alla sua condizione più misera e primordiale in cui gli individui cedono ai propri istinti più bassi,all'egoismo e alla necessità di sopravvivere solo per sè stessi.In questo contesto solo gli animi più nobili sono capaci di sopportare un tale impatto,come per esempio Kenshiro o suo fratello Toki.Tutti gli altri sono vittime di questa situazione e si lasciano trasportare dagli eventi contingenti.
    In essa,quindi,il concetto di sopravvivenza,nella sua più primordiale accezione,e il principio del più forte che domina si rivelano attuali,ma al tempo stesso anche i loro opposti sono attuali e sono rappresentati dalle nobili figure.
    L'amore come principio dominante e come salvezza ,intesa sia in senso buddista sia in senso cristiano,cura di tutti i mali e luce di speranza;la generosità e il sacrificio verso coloro che soffrono,i deboli,che presuppone la rinuncia ai tanti privilegi che un essere umano può avere,se questi li intendiamo secondo una visione prettamente egoistica.
    Sono due facce della stessa medaglia che si combattono,uno"Yang"e uno"Yin",concetto che più volte nel racconto ci viene ricordato o viene richiamato dalle parole o dagli avvenimenti.Tale dicotomia la si può intendere in senso orientale,ma anche puramente occidentale,visto che non c'è una grande differenza come concetto in sè.
    La seconda ragione fa il paio con la prima.In HNK confluiscono diverse correnti culturali,alcune in modo più chiaro ed evidente,alcune in modo più ambiguo e vago,ma tutte concorrono a definire una evidente differenza tra una cosa e il suo contrario.
    Vi sono figure,atteggiamenti o gesta eroiche di stampo prettamente occidentale,considerate secondo l'idea della nostra mitologia classica,cioè l'eroe greco,e figure o comportamenti di matrice tipicamente orientale e più decisamente giapponese.
    Vi è un miscuglio di buddismo,cristianesimo,shintoismo e taoismo,in verità a volte in modo molto blando e confusionario,ma di certo giustificato dal contesto e dall'ambientazione in cui tutto si muove.
    Queste due ragioni sottintendono alla caratterizzazione di determinati personaggi,fra cui Ryuga,che è considerato fra i più complessi e in parte ciò è comprensibile.
    A questo punto,prima di spiegare le mie ragioni su Ryuga,vorrei analizzare alcuni elementi.
    Si parlava della figura dell'eroe poc'anzi,di figure nobili e che sono portatrici di determinati principi e concetti che si oppongono alla misera condizione umana,che porta con sè i suoi mali e la sua visione corrotta del mondo,causata da una guerra nucleare(la guerra nucleare potrebbe essere di per sè una metafora.Il concetto lo si potrebbe applicare a qualsiasi situazione quotidiana che vede coinvolti individui posti di fronte a scelte decisive).
    Nella storia della letteratura giapponese e,più in generale,nella storia intesa come fatti ed eventi,non vi sono vere e proprie figure di eroe come noi le intendiamo nella nostra cultura.Non vi sono fulgidi esempi di eroismo e di pathos alla maniera greca o una figura che possa essere presa a modello come tale.Con ciò si può intendere anche un'eroe come Achille,che era certamente una figura brutale ma dai tratti decisamente eroici.Insomma,manca spesso la coerenza dell'eroe come noi lo conosciamo e come la nostra cultura ci ha insegnato.
    Nella cultura giapponese spesso l'eroe ha dei tratti blandi o degli improvvisi cambiamenti di personalità.E' privo del vero pathos,se non in rari momenti e in determinate situazioni,e le sue gesta sono eroiche solo se considerate come l'impressione che producono.Difatti nella letteratura antica gli"eroi"compiono nefandezze indicibili,senza alcuna ragione vera e propria,e solo alla fine assurgono allo status di eroe,di divinità in alcuni casi memorabili.
    Non vi sono caratterizzazioni,solitamente,che ci permettano di vedere nell'intimo di quell'individuo e di comprenderne l'essenza e tutto si riduce a una successione di eventi che mancano di quella carica emotiva,che è invece uno dei tratti principali dell'eroe classico nella nostra cultura.
    Vi sono naturalmente delle eccezioni o singoli casi in cui queste figure assurgono al ruolo di veri eroi manifestando la loro vera natura in gesta e imprese che ci colpiscono e ci fanno riflettere e soprattutto quando assumono tratti decisamente mistici.
    Questo è un altro aspetto piuttosto importante che ci aiuterà a capire ciò che spiegherò dopo e da dove nasce la mia intepretazione.
    Un altro aspetto è proprio quello mistico e religioso.E' evidente che HNK sia percorso in lungo e in largo da figure che richiamano subito l'idea del samurai,soprattutto nelle sue componenti più comuni e conosciute:la fedeltà,l'onore,la lealtà,il sacrificio,la visione mistica della morte.
    La presenza di concetti o immagini buddiste ha un ruolo ben preciso nell'economia del racconto.Prima dell'avvento del buddismo in Giappone non esisteva una vera concezione della morte o,sarebbe meglio dire,della morte come vita nell'aldilà,come salvezza.
    Fu grazie al buddismo che soprattutto i guerrieri cominciarono ad affrontare la loro vita,fatta di guerre e tragedie,con una visione più ottimistica che permetteva loro di vivere queste situazioni sapendo che per esse vi era una ragione.
    Il buddismo li arricchì,diede loro i principi che si riveleranno nella loro essenza molti secoli dopo nel codice"Bushido",anche se esemplificati e modellati,e li elevò ad un rango superiore rendendoli coscienti di ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
    Insomma il buddismo era una riflessione personale sull'esistenza e i guerrieri dovevano prendere in considerazione il concetto di comportamento e atteggiamenti in vita per sapere quale destino li potesse attendere dopo la morte.Questo si interlacciava con la società e le regole imposte nelle caste più alte,regolate da codici molto rigidi che avevano nel suicidio un'extrema ratio.
    Qual era il ruolo del suicidio perciò in tutto questo?(Suicidio rituale in giapponese si dice"Seppuku",che è un termine nobile e formale.Si definisce"Harakiri"il suicidio,ma in forma più popolare e informale).
    Alla luce di quanto detto si può cominciare a capire.Quando si parla di religione,di buddismo,vuol dire che uccidere,commettere atti impuri contrari ai principi stessi insegnati dal Buddha,anzi trasmessi dalla sua parola come è preferibile dire,può avere come conseguenza l'impossibilità di raggiungere l'illuminazione e la pace eterna.
    Del resto l'Hokuto Shinken è una sorta di setta buddista,così come Ryuken è un monaco ed è vestito come tale,e il suo principio è l'amore e uccidere vuol dire farlo secondo il concetto di"Difendere la legge del Buddha".
    Difendere la legge,in HNK l'amore che difende i deboli,vuol dire combattere il male,i demoni e non è un caso che spesso i nemici vengano chiamati"demoni"in giapponese e che Kenshiro combatta contro i"demoni combattenti"della tradizione buddista,cioè gli"(A)Shura"della seconda serie.
    Kenshiro segue questa legge e non è affatto crudele e non uccide mai chi non è realmente la personificazione del male,mentre Raou per esempio è contrario,è impuro e solo alla fine si ravvede e purifica la propria anima.
    Tornando quindi al concetto di suicidio inteso sotto questo punto di vista,uccidersi vuol dire non essere degni e trovare solo nella morte la propria salvezza.
    Spesso i samurai arrivavano a farlo,o in altri casi diventavano essi stessi monaci per purificarsi.
    Ma al suicidio vi è anche un ragione sociale,più semplice se vogliamo.Un guerriero che agiva in maniera contraria alle regole precostituite,ai codici e che tradiva il proprio signore,dimostrava di non avere onore e di essere un individuo meschino e gretto così agendo,quindi contrario alla nobile figura che rappresentava,veniva etichettato come il peggiore nella società e veniva privato dei suoi privilegi,delle sue proprietà,condannando anche le generazioni future e la propria famiglia a una vita di stenti e vergogna.
    Il suicidio era un gesto di estremo coraggio di fronte ai propri peccati che permetteva al guerriero di riacquistare l'onore e,soprattutto,permetteva ai propri figli e alla propria generazione di usufruire ancora di quei privilegi e di poter essere sempre parte della casta più alta e più nobile.
    Sottrarsi voleva dire sicuramente sopravvivere,ma farlo come un fantasma in una società che non ti accettava.
    I "Ronin" facevano questo spesso;samurai senza padrone che per tradimento,mancanza di lealtà verso il proprio signore,o qualcosa che fosse contrario alle regole avevano rinunciato a pentirsi o a commettere il suicidio.Così come la sconfitta portava al suicidio spesso.Molti generali nella storia giapponese si sono squartati il ventre,aiutati dal"Kaishakunin"spesso,ovvero colui che decapitava la testa al proprio signore per non farlo soffrire dopo che si era aperto le budella,per non essere soggetti alla vergogna del giudizio o essere costretti a uccidersi su richiesta del nemico,a essere condannati a morte o perdere il proprio onore e della propria famiglia.

    Tutto questo resoconto,forse troppo lungo ma spero chiaro ed esaustivo,serve a spiegare proprio la figura di Ryuga.Ho preferito spaziare un pò sull'argomento,perchè ritengo che sia anche bello e affascinante,ma sarebbero bastate anche solo due parole per arrivare al personaggio di cui parliamo.
    In ogni caso egli si innesta,secondo la mia umile opinione intendiamoci,perfettamente in tutto questo e spiegherò come.
    Ryuga è un uomo nobile,appartenente a una nobile casta.E'vero che non utilizza una tecnica Nanto,così ci dice il racconto,ma è anche vero che nelle sue vene scorre il sangue di questa nobile scuola,visto che è fratello di Giulia,sesto guerriero e più importante figura del Nanto.
    Ciò ha un significato ben preciso:il destino di Ryuga è determinato da una stella,"Sirio"("la stella del lupo del cielo",termine usato nell'antica astronomia orientale per indicare questa stella),e come per gli altri uomini di Nanto,anche Ryuga ha un destino di sofferenza,sacrificio,generalmente crudele.Conosce bene la sua sorte ed è fedele ai dettami imposti dalla sua stella,sintetizzati nelle parole di Toki il quale ci dice che Ryuga deve compiere una missione,cioè scoprire chi è colui che può salvare il mondo e dopo averlo compreso e averlo aiutato a continuare sulla sua strade,dovrà sacrificarsi.
    Ebbene,Ryuga ci appare subito come un guerriero orgoglioso e di valore.Questo aspetto è valorizzato da una figura raffigurata secondo un modello di cavaliere occidentale,ma il concetto è quello.
    Egli ha lo spirito di un samurai nella più nobile delle accezioni.E'fedele e leale,non tradisce i propri principi e le proprie idee,ha rispetto della vita e intende distruggere il male.Anche le sue parole,spesso in forma di metafora,hanno un sapore buddista:"I rami malati vanno recisi".
    Tutto ciò contribuisce a dare l'idea di un uomo che non è un dominatore,cioè colui che scende a dei compromessi e deve essere molte volte crudele come Raou,ma di un uomo che vuole servire qualcuno che stima e rispetta e attraverso il quale sublimare le proprie nobili idee di salvezza,amore e rettitudine.
    Si unisce a Raou e ne diventa un fedele e lealissimo seguace,esattamente come un samurai col proprio padrone.Non gli passa minimamente per la testa di tradirlo,perchè nutre troppa stima per lui e attraverso di lui cerca di capire anche se stesso.
    Improvvisamente si accorge di Kenshiro.Si accorge che questi è come una luce,l'illuminazione,la salvezza.Ne è colpito e al tempo stesso comincia a capire perchè la sorella lo amasse.Si rende conto che quello che la sua stella,il suo destino gli ha imposto di cercare è lì e non deve più scegliere.
    Anzi,non può più scegliere,perchè egli è fedele a Raou.
    Ed è qui che nasce la mia interpretazione,perchè è qui che gli eventi degenerano,ma solo apparentemente,con la morte-suicidio di Ryuga.
    Ryuga è un uomo leale che mai ucciderebbe i deboli o tradirebbe l'amore e i propri ideali,ma ha giurato fedeltà all'uomo sbagliato,Raou.
    Ma non può tradirlo e perciò chiede il suo consenso per affrontare Ken,ben sapendo di essere già sconfitto.Non lo vuole affrontare con l'idea di vincere,ma con l'idea di giustificare il proprio sacrificio,determinato dalla consapevolezza che Ken è il Salvatore.
    Gli eventi però non gli sono favorevoli,perchè Kenshiro non vuole combattere,non ne ha motivo,perchè vede in Ryuga un uomo buono,speciale,che ha qualcosa di diverso dagli altri.
    Ma al tempo stesso Ryuga ha già tradito Raou,ha cambiato "alleato"e nel suo codice personale questo non è possibile.Non può accettarlo e l'unico modo per risolvere questa cosa è darsi la morte.Non deve sacrificarsi solo perchè è il suo destino,ma anche perchè vi sono dati di fatto che glielo impongono.Ma non solo questo.
    Deve farlo anche combattendo come un vero guerriero,come un eroe,ma un eroe secondo la concezione giapponese di cui parlavo prima.
    Egli comincia a compiere nefandezze e ad agire in maniera del tutto illogica e incoerente,che ha il suo culmine nell'aggressione a Toki.
    Ma,in questo caso,una ragione c'è e questo rende la sua figura complessa.
    Deve provocare la rabbia di Kenshiro,affinchè quest'ultimo si batta con lui,per dare una ragione ultima al suo gesto e poter così anche riacquistare il suo status di guerriero dall'animo puro e incontaminato.Morire così come ha vissuto.
    A maggior ragione queste sue momentanee nefandezze giustificano perciò il suo suicidio,ma la sua purificazione avviene proprio quando viene sconfitto da Kenshiro.Allora può manifestare il suo vero pensiero,spiegare il suo destino,e in ciò aiutato da Toki che volutamente si è prestato a tutto questo per aiutarlo,e volare con lui in cielo,come due spiriti illuminati.
    Il suicidio di Ryuga è un miscuglio sapiente di concezione orientale,cioè visione mistica,codice d'onore,principi religiosi e filosofici e di razionalità anche moderna,laddove l'uomo riflette e apre il proprio cuore per essere compreso da chi gli sta vicino.Questo avviene per esempio quando Ryuga fa capire a Ken di essere fratello di Giulia,gli dice cosa pensa di lui e così potrà morire sereno e rivalutato nella sua immagine e nel suo triste destino.

    Questa è la mia personale interpretazione sulla quale ho riflettuto sollecitato dalla richiesta che mi è stata fatta.Ripeto,non è la verità,ma la mia verità.Ho deciso di scrivere molto perchè avevo voglia di farlo,di dare anche un respiro più culturale partendo da un concetto che in sè può essere complesso se visto sotto quest'ottica.E lo è solo perchè è stato rappresentato,in modo del tutto naturale,da un giapponese e difatti solo un giapponese avrebbe potuto caratterizzare un personaggio in questo modo.Sui samurai,sui guerrieri e i loro principi,i loro codici e i loro rapporti con la fede e le influenze che questa cultura ha su certe opere si potrebbero scrivere enciclopedie,perciò quello che ho scritto in realtà è molto poco e spero di non aver fatto confusione,perchè l'ho fatto velocemente.E se così fosse me ne scuso.
    Se avrete piacere a discutere di tutto questo ne sarò ben lieto e se vorrete esporre i vostri dubbi,aggiungere idee o altro fatelo.Del resto io considero HNK un racconto innanzitutto divertente,perchè le cose di fantasia devono divertire,ma al tempo stesso nasconde sotto figure apparentemente ovvie,immediate o in alcuni casi addirittura banali,una cultura e un mondo totalmente differente dal nostro che spesso diamo per scontato sol perchè ci siamo abituati e pensiamo di conoscerlo.

    E'tutto e se non avrete letto l'intero articolo non vi biasimo,soprattutto se sarete saltati a quest'ultima parte.Se l'avrete letto spero vi abbia fatto piacere. ^_^

    caro musashi...era da tanto tempo che volevo leggere questo tuo commento,ma ogni volta mi facevo spaventare dalla lunghezza del tuo intervento e così rimandavo..."lo farò domani,lo farò domani"dicevo spesso...poi oggi ho avuto un po' di tempo libero e perciò mi sono messo a leggerlo sin dall'inizio...beh,che dire,ho fatto decisamente bene.questo tuo commento denota non solo una cultura di base molto elevata,ma una conoscenza molto approfondita sia di hnk che della stessa cultura nipponica in generale.non posso che farti degli applausi sinceri x questo.inoltre,pur essendo un profano x quanto riguarda la cultura orientale(conoscendo solo quello che è noto all'"uomo della strada")mi trovo in totale accordo con le tue idee.complimenti davvero...
     
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    Tutto ciò contribuisce a dare l'idea di un uomo che non è un dominatore,cioè colui che scende a dei compromessi e deve essere molte volte crudele come Raou,ma di un uomo che vuole servire qualcuno che stima e rispetta e attraverso il quale sublimare le proprie nobili idee di salvezza,amore e rettitudine.
    [....]
    Ma al tempo stesso Ryuga ha già tradito Raou,ha cambiato "alleato"e nel suo codice personale questo non è possibile.Non può accettarlo e l'unico modo per risolvere questa cosa è darsi la morte.


    In effetti Ryuga è così, ma l'opera sottolinea il contrario, cioè che la sua è una stella solitaria e quindi lui non si lega a nessuno. Viene presentato quasi fosse Juza. E' per questo che il suicidio di Ryuga è incomprensibile.
     
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    la sua è una stella solitaria e quindi lui non si lega a nessuno.

    Il discorso è un po' differente. E' la sua stella, Sirio, ad essere "indipendente", ovvero nè legata a Hokuto nè a Nanto, il che lo rende il perfetto ago della bilancia.
     
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  14. TRUEbossk
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    Ho sempre amato Ryuga, un personaggio tremendamente nobile, introspettivo, complesso. Per questo ho sempre fatto fatica a capire il suicidio, un personaggio così, vestito come un principe e su un bianco cavallo, che si chiede "chi afferrerà l'arcobaleno in questo secolo caotico", legato alla stella più splendente del cielo, il lupo solitario, come può suicidarsi così "a caso"??
    Ho trovato l'articolo molto molto illuminante e interessante e in linea di massima penso di concordare. Io però sforzandomi di trovare un senso al suicidio avevo pensato a un'altra cosa.
    Il destino di Ryuga è quello di trovare il salvatore e di indicargli la giusta strada. All'inizio si affila a Raul, ma quando compare Kenshiro si accorge che potrebbe essere quest'ultimo il vero salvatore, i cui metodi sono contrari a quelli di Raul. Ma Ryuga non sa se Kenshiro è abbastanza forte da essere il salvatore, quindi lo sfida ma prima si taglia il ventre: se Ken sarebbe stato abbastanza forte da essere il salvatore avrebbe comunque ucciso Ryuga, ma se Ken si sarebbe dimostrato debole, Ryuga si sarebbe ucciso in modo da non servire più Raul, visto che il lupo solitario ormai aveva capito che non era il salvatore che serviva al mondo.
    Forse è un'interpretazione un po' forzata ma era l'unica minimamente sensata che ero riuscito a trovare, e per questo ringrazio tantissimo MusashiMiyamoto per aver condiviso i suoi pensieri e per aver dato modo di capire un po' meglio un personaggio affascinante come il lupo del cielo.
     
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  15. Dharma chan
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    È veramente appassionante quest’attenta e curatissima analisi della figura di Ryuga. L’ho sempre considerato un personaggio estremamente spirituale anche se di una spiritualità molto distante dalla nostra e difficile da comprendere se non opportunamente analizzata.
    Non c’è molto da aggiungere se non i complimenti a chi si è sobbarcato il compito di spiegare le motivazioni di un samurai fuori dalla sua epoca, ma che non vuole e non può rinunciare a quello che è il richiamo del suo destino.

    La mia sensibilità e le mie passioni mi portano a desiderare di darvi, in una piccola parentesi, il mio contributo personale.
    Ryuga e Raoh sono le uniche due figure a cavallo che incontriamo nella prima parte della storia. Per entrambi il cavallo non è solo un mezzo di trasporto, ma un compagno e un simbolo che li rappresenta.
    Il cavallo di Ryuga è bianco candido come la purezza del suo animo, mentre Re Nero con il suo colore, le sue dimensioni e la sua fedeltà, rappresenta la fierezza e la devozione di Raoh verso i propri ideali.
    Entrambi gli animali accompagnano il proprio cavaliere fino al “punto di non ritorno” ovvero fino all’attimo in cui se ne sfalda l’integrità.
    Ryuga rimane in sella al suo cavallo fino al momento in cui le azioni che compie non vanno contro i suoi principi. L’ultima scena in cui compaiono assieme, vede uno schizzo di sangue macchiare il manto immacolato dell’animale, quasi a indicare che anche la coscienza del suo cavaliere e la sua purezza di sentimenti sono state intaccate e corrotte per sempre dal gesto che hanno appena compiuto: l’aver preso la vita di innocenti per un futile motivo.
    La stessa cosa accade con Re Nero, che sembra essere parte integrante di Raoh fino a quando qualcosa nell’uomo inizia a vacillare. In quell’attimo, è sufficiente l’astuzia di un nemico vecchio di anni per sottrarre al cavaliere, il suo prezioso destriero. La fedeltà dell’animale lo riporta dal suo condottiero che continua ad accompagnare fino a quando la figura inossidabile del “Ken-oh” non cede alle fondamenta.
    Re Nero non c’è ad accompagnare Raoh da Fudo e nemmeno ad accompagnarlo nel luogo dell’ultimo scontro. Viene invece mandato a cercare Kenshiro col compito di condurlo ad affrontare quello che per tutta la vita è stato il suo signore. Un inchino e un nitrito sembrano invitare quel nuovo cavaliere a salire sul suo dorso, seguiti da uno sguardo che è come una preghiera:
    “ora solo tu puoi mettere fine a questa follia e dare a quello che è stato il mio Re, la morte onorevole in battaglia che merita.”

    Sono un po' noiosa, lo so, ma portate pazienza... ^_^
     
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20 replies since 2/12/2008, 14:30   1302 views
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