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.È veramente appassionante quest’attenta e curatissima analisi della figura di Ryuga. L’ho sempre considerato un personaggio estremamente spirituale anche se di una spiritualità molto distante dalla nostra e difficile da comprendere se non opportunamente analizzata.
Non c’è molto da aggiungere se non i complimenti a chi si è sobbarcato il compito di spiegare le motivazioni di un samurai fuori dalla sua epoca, ma che non vuole e non può rinunciare a quello che è il richiamo del suo destino.
La mia sensibilità e le mie passioni mi portano a desiderare di darvi, in una piccola parentesi, il mio contributo personale.
Ryuga e Raoh sono le uniche due figure a cavallo che incontriamo nella prima parte della storia. Per entrambi il cavallo non è solo un mezzo di trasporto, ma un compagno e un simbolo che li rappresenta.
Il cavallo di Ryuga è bianco candido come la purezza del suo animo, mentre Re Nero con il suo colore, le sue dimensioni e la sua fedeltà, rappresenta la fierezza e la devozione di Raoh verso i propri ideali.
Entrambi gli animali accompagnano il proprio cavaliere fino al “punto di non ritorno” ovvero fino all’attimo in cui se ne sfalda l’integrità.
Ryuga rimane in sella al suo cavallo fino al momento in cui le azioni che compie non vanno contro i suoi principi. L’ultima scena in cui compaiono assieme, vede uno schizzo di sangue macchiare il manto immacolato dell’animale, quasi a indicare che anche la coscienza del suo cavaliere e la sua purezza di sentimenti sono state intaccate e corrotte per sempre dal gesto che hanno appena compiuto: l’aver preso la vita di innocenti per un futile motivo.
La stessa cosa accade con Re Nero, che sembra essere parte integrante di Raoh fino a quando qualcosa nell’uomo inizia a vacillare. In quell’attimo, è sufficiente l’astuzia di un nemico vecchio di anni per sottrarre al cavaliere, il suo prezioso destriero. La fedeltà dell’animale lo riporta dal suo condottiero che continua ad accompagnare fino a quando la figura inossidabile del “Ken-oh” non cede alle fondamenta.
Re Nero non c’è ad accompagnare Raoh da Fudo e nemmeno ad accompagnarlo nel luogo dell’ultimo scontro. Viene invece mandato a cercare Kenshiro col compito di condurlo ad affrontare quello che per tutta la vita è stato il suo signore. Un inchino e un nitrito sembrano invitare quel nuovo cavaliere a salire sul suo dorso, seguiti da uno sguardo che è come una preghiera:
“ora solo tu puoi mettere fine a questa follia e dare a quello che è stato il mio Re, la morte onorevole in battaglia che merita.”
Sono un po' noiosa, lo so, ma portate pazienza...
Complimenti vivissimi, un'analisi interessante sulla quale mi levo tanto di cappello!. -
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Grazie sia a TRUE, sia a Dharma per le parole carine nei miei confronti. Fa sempre piacere.
TRUE, ma la tua spiegazione non è tanto lontana dalla mia, almeno nella sostanza. Anzi, mi pare di capire che tutti hanno compreso questa figura emblematica e a volte penso che neanche Buronson si è mai reso conto di quanto l'abbia fatta diventare così enigmatica.
Dharma Chan, interessantissima riflessione e per nulla noiosa. Tutt'altro, poiché sono dettagli in più che si aggiungono all'analisi generale. Un bacio e brava davvero, esposta in modo chiaro e preciso.
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mi son sempre chiesto come mai Ryuga avesse scelto di morire per testare le vere capcità di Ken come degno successore e salvatore del mondo...ha imboccato la strada più tortuosa abbracciando la morte. perché invece, una volta intuita la vera forza di Ken, non l'ha accompagnato lungo il suo viaggio?Comprendo benissimo i suoi sensi di colpa e le lacrime di sangue di cui era intriso il costume ma perché non ottenere la redenzione diversamente compiendo azioni per una giusta causa? probabilmente questo cambiamento riguarda più i villains che rendendosi conto degli errori commessi, combattono dall'altra parte della barricata. Ryuga, no...anche perché, lui, in fin dei conti, non è mai stato cattivo fino in fondo . -
TRUEbossk.
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È veramente appassionante quest’attenta e curatissima analisi della figura di Ryuga. L’ho sempre considerato un personaggio estremamente spirituale anche se di una spiritualità molto distante dalla nostra e difficile da comprendere se non opportunamente analizzata.
Non c’è molto da aggiungere se non i complimenti a chi si è sobbarcato il compito di spiegare le motivazioni di un samurai fuori dalla sua epoca, ma che non vuole e non può rinunciare a quello che è il richiamo del suo destino.
La mia sensibilità e le mie passioni mi portano a desiderare di darvi, in una piccola parentesi, il mio contributo personale.
Ryuga e Raoh sono le uniche due figure a cavallo che incontriamo nella prima parte della storia. Per entrambi il cavallo non è solo un mezzo di trasporto, ma un compagno e un simbolo che li rappresenta.
Il cavallo di Ryuga è bianco candido come la purezza del suo animo, mentre Re Nero con il suo colore, le sue dimensioni e la sua fedeltà, rappresenta la fierezza e la devozione di Raoh verso i propri ideali.
Entrambi gli animali accompagnano il proprio cavaliere fino al “punto di non ritorno” ovvero fino all’attimo in cui se ne sfalda l’integrità.
Ryuga rimane in sella al suo cavallo fino al momento in cui le azioni che compie non vanno contro i suoi principi. L’ultima scena in cui compaiono assieme, vede uno schizzo di sangue macchiare il manto immacolato dell’animale, quasi a indicare che anche la coscienza del suo cavaliere e la sua purezza di sentimenti sono state intaccate e corrotte per sempre dal gesto che hanno appena compiuto: l’aver preso la vita di innocenti per un futile motivo.
La stessa cosa accade con Re Nero, che sembra essere parte integrante di Raoh fino a quando qualcosa nell’uomo inizia a vacillare. In quell’attimo, è sufficiente l’astuzia di un nemico vecchio di anni per sottrarre al cavaliere, il suo prezioso destriero. La fedeltà dell’animale lo riporta dal suo condottiero che continua ad accompagnare fino a quando la figura inossidabile del “Ken-oh” non cede alle fondamenta.
Re Nero non c’è ad accompagnare Raoh da Fudo e nemmeno ad accompagnarlo nel luogo dell’ultimo scontro. Viene invece mandato a cercare Kenshiro col compito di condurlo ad affrontare quello che per tutta la vita è stato il suo signore. Un inchino e un nitrito sembrano invitare quel nuovo cavaliere a salire sul suo dorso, seguiti da uno sguardo che è come una preghiera:
“ora solo tu puoi mettere fine a questa follia e dare a quello che è stato il mio Re, la morte onorevole in battaglia che merita.”
Sono un po' noiosa, lo so, ma portate pazienza...
Bellissimo e interessantissimo commento, grazie. -
Dharma chan.
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Mi ha fatto molto piacere l'aver condiviso con voi uno dei miei insoliti punti di vista. Grazie a tutti.
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.perché invece, una volta intuita la vera forza di Ken, non l'ha accompagnato lungo il suo viaggio?Comprendo benissimo i suoi sensi di colpa e le lacrime di sangue di cui era intriso il costume ma perché non ottenere la redenzione diversamente compiendo azioni per una giusta causa?
Forse perché ha ucciso in cattiva fede. Fudo si redime e fa ammenda, però a modo suo uccide in buona fede perché ritiene gli umani vermi che escono dalla terra. Ryuga invece uccide in nome del suo esperimento, ma sa benissimo che è una cosa sbagliata, motivo per il quale si taglia la pancia non prima del combattimento con Ken, ma prima di iniziare il massacro del villaggio..